BEROSO (βήρωσσος o βήροσος, Berosus)
Sacerdote del supremo dio babilonese Bēl (Marduk) a Babele, vissuto fra il IV e il III sec. a C. Il suo nome sonava in babilonese probabilmente Bēl-uṣur "Bēl, proteggi" o Bēl-uṣur-šu "Bēl, proteggilo". Compilò in lingua greca in tre libri un'ampia storia della Babilonia, fondata su fonti indigene, che egli quale sacerdote, e quindi provetto nella scrittura in caratteri cuneiformi, deve aver conosciute molto bene. L'opera fu dedicata al re Antioco Sotere I (280-261 a. C.) e recava il titolo Βαβυλωνιακά. Vitruvio (IX, 7) narra che B. si trasferì nell'isola di Cos e là fondò una scuola.
Del suo libro ci sono pervenuti soltanto frammenti conservatici da diversi scrittori greci, specialmente da Giuseppe Flavio ed Eusebio. Attinsero al suo libro Alessandro Poliistore, Apollodoro, Abideno, e il re Giuba, il quale lo saccheggiò per la sua opera περὶ 'Ασσυρίων. Nel primo libro B. trattava della storia babilonese dalle origini al diluvio ed annoverava dieci re per questo primo periodo. Il secondo libro, composto quasi esclusivamente di liste di re, andava dal diluvio a Nabonassar con 86 re. Il terzo abbracciava la storia da Nabonassar ad Alessandro Magno.
Le parti dell'opera concernenti la cosmologia, la lista dei re prediluviani e la storia del diluvio hanno trovato piena conferma nei documenti babilonesi in caratteri cuneiformi. B. racconta che in origine dal Mar Rosso (golfo Persico) sorse un mostro di nome Oannes, in forma di pesce con testa d'uomo sotto la testa di pesce e con piedi parimente di uomo sporgenti dalla coda. Questo mostro ebbe commercio con gli uomini, avendo voce umana, e insegnò loro le arti e i mestieri, le lettere e le matematiche, i riti religiosi e la politica, come pure l'agricoltura. Le notti Oannes passava nel mare. Egli scrisse sulla politica e sulle origini e consegnò questi scritti agli uomini. In origine l'universo era di tenebra e di acqua, dove erano mostri combinati di più forme, sopra i quali regnava una donna dal nome 'Ομόριοκα (Tiāmat). Venne allora il dio Belo, spaccò la donna in due, fece delle due parti il cielo e la terra, uccise tutti i mostri. Poi Belo ordinò il mondo, fece gli astri, infine si tagliò la testa: col sangue che ne lasciava gli altri dei impastarono della terra e formarono gli uomini. Perciò gli uomini sono intelligenti e partecipi della mente divina. Prima del diluvio regnarono sulla terra dieci re. Questi sono Aloro, Alaparo, Amelon, Ammemon, Megaloro, Daono, Euedoracho, Ammempsino, Otiarte e Sisutro (Ξίσουϑρος), il quale ultimo è il Noè babilonese. Ai tempi di Sisutro avvenne il diluvio. Il dio Crono gli predisse in sogno il cataclisma e gl'ingiunse di deporre tutti i libri nella città di Sippar, di costruire una nave e di salirvi con tutta la sua famiglia e i suoi famigliari assieme ai quadrupedi, ai volatili e alle suppellettili. Così fece Sisutro. Quando il diluvio decrebbe egli mandò fuori dell'arca alcuni uccelli, i quali però, non trovando cibo né dove posarsi, ritornarono alla nave. Dopo alcuni giorni ne furono mandati altri: questi ritornarono colle zampe imbrattate di fango. Gli uccelli mandati per la terza volta non ritornarono. Allora Sisutro capì che la terra era vicina, uscì dalla nave assieme ai suoi famigliari e fece un sacrificio agli dei: da allora in poi scomparve con i suoi. I compagni rimasti nella nave lo cercarono vanamente, ma udirono soltanto una voce dal cielo che comandava loro di adorare gli dei: Sisutro stesso assieme ai suoi famigliari abitava ora presso gli dei. I suoi compagni andarono allora a Sippar, recuperarono i libri ivi depositati da Sisutro, ritornarono a Babele, fondarono molte città ed edificarono templi. I frammenti di Beroso sono raccolti in Fragmenta historicorum Graecorum, ed. Müller, II, 495-510.
Bibl.: P. Schnabel, Berossos und die babylonisch-hellenistische Literatur, Lipsia-Berlino 1920; F. Lenormant, Essai de commentaire des fragments cosmogoniques de Bérose, Parigi 1871.