Attore tedesco (Kiel 1905 - Berlino 1998). Allievo della Staatliche Schauspielschule di L. Jessner a Berlino, si formò nel clima culturale del tardo espressionismo; affermatosi con l'interpretazione di Amleto (1930), durante il nazismo interpretò solo ruoli classici, scoprendo nel dopoguerra la drammaturgia contemporanea (E. O'Neill, S. Beckett, H. Pinter, J. Anouilh, J. Giraudoux). Apprezzato per la sua sensibilità e intelligenza dalla nuova generazione di registi, fu diretto fra l'altro da G. Strehler (I giganti della montagna, 1958), K.-M. Grüber (Ultimo nastro di Krapp, 1973; Faust, 1982; Phoenix, 1990) e C. Peymann, che lo introdusse al teatro di T. Bernhard. Dello scrittore austriaco, a lui congeniale, M. ha interpretato Die Macht der Gewohnheit (1974), Der Weltverbesserer (1980), Der Schein trügt (1984) e soprattutto l'eponimo Minetti. Ein Portrait des Künstlers als alter Mann (1976), amaro omaggio all'arte del teatro. Nelle sue ultime interpretazioni fu diretto da H. Müller e B. Wilson, che lo vollero in due testi di B. Brecht (Der aufhaltsame Aufstieg des Arturo Ui, 1994, e Der Ozeanflug, 1998). Nel cinema fin dagli anni Trenta (Berlin-Alexanderplatz, 1931; Das Mädchen Johanna, 1935; Fridericus, 1936; Robert Koch, 1939; Tiefland, 1954), ha interpretato ancora il film Die linkshändige Frau di P. Handke (1977); a lui, fra i massimi interpreti della scena tedesca del Novecento, è dedicato il documentario Gedächtnis di B. Ganz e Otto Sander (1982). Ha pubblicato il libro di memorie Erinnerungen eines Schauspielers (1985).