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METGE, Bernat

di Mario Casella - Enciclopedia Italiana (1934)
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METGE, Bernat

Mario Casella

Scrittore catalano, nato a Barcellona circa il 1350 e probabilmente ivi morto poco dopo il 1410. Scrivano della tesoreria di Pietro III il Cerimonioso, segretario e consigliere di Giovanni I e di Martino I, le funzioni da lui esercitate a corte, in un periodo di rapide trasformazioni sociali e di appassionati contrasti tra il vecchio e il nuovo, gli suscitarono contro inimicizie e accuse, traendolo nell'intrico di processi dai quali uscì ogni volta felicemente. Le loro date coincidono con quelle della sua produzione letteraria e ne rivelano il carattere occasionale di diversione, di polemica e di sfogo.

Vi si può seguire, entro un'atmosfera d'incipiente umanesimo, il progressivo affermarsi delle influenze culturali italiane e il pronto svincolarsi della nuova letteratura dalle forme tradizionali di stampo provenzale e francese. Abbandonando il metro delle noves rimades di cui aveva fatto prova nel Libre de Fortuna e Prudencia (1381), arido trattatello morale in foggia di avventurosa visione, il M. passa alla prosa con la Historia de Valter e Griselda (1388), elegante versione del rimaneggiamento latino che il Petrarca fece dell'ultima novella del Decamerone. Con un equilibrato sentimento della forma, sollevando a dignità classica in agile scioltezza di ritmo e di clausole il catalano parlato, il M. si fa eco nel Somni (1398), l'opera sua maggiore in quattro libri, delle questioni religiose e morali e delle passioni politiche che preoccuparono l'opinione pubblica alla morte di Giovanni I. Questi, apparsogli in sogno insieme con le ombre di Orfeo e di Tiresia, disserta, contro l'epicureismo dell'autore, sull'immortalità dell'anima, attenendosi soprattutto ai Dialoghi morali di Gregorio Magno, alle Tuscolane di Cicerone e alla Summa contra Gentiles di San Tommaso. Dopo aver parlato dello scisma, egli lascia a Orfeo il compito di descrivere l'inferno dietro la scorta di Virgilio. Interviene Tiresia che, riecheggiando letteralmente il Corbaccio, inveisce contro le donne; il che provoca una loro appassionata difesa da parte dell'autore, il quale ritorce le accuse contro gli uomini e ricorda le donne più famose esaltate nel De claris mulieribus del Boccaccio e da Valerio Massimo. Nel Somni l'adesione alle fonti è quasi sempre di traduzione o di ricalco, risultandone un'opera inorganica la cui tessitura, nonostante i pregi stilistici che agevolano il trapasso dall'uno all'altro argomento, si dirada in esile trama che lascia trasparire il suo carattere accidentale e frammentario. Prodotto significativo del movimento intellettuale dell'epoca, questa opera ci svela nel loro confluire le correnti del pensiero contemporaneo e fissa un momento critico e risolutivo, dopo il quale la letteratura catalana s'avvierà alla conquista del classicismo.

Ediz.: Les obras d'en B. M., a cura di R. Miquel y Planas, Barcellona 1910; Lo Somni, ed. J. M. de Casacuberta, ivi 1924; Obres menors, ivi 1927.

Bibl.: A. Farinelli, Italia e Spagna, I, Torino 1929, pp. 272 segg., 331 segg.; M. Casella, Il "Somni" d'en B. M., in Archivum Romanicum, III (1910), pp. 145-205; A. Par, Sintaxi catalana segons los escrits en prosa de B. M., in Beihefte z. Zeits. f. rom. Philol., LXVI, Halle 1923.

Vedi anche
March, Ausiàs March ‹mark›, Ausiàs. - Poeta catalano (Gandia 1397 circa - Valenza 1459). In contrasto con l'accademismo dei "giochi floreali", instaura un concetto di poesia pura e il culto della bellezza, rinnovando, in Cants d'amor, l'esperienza della concezione amorosa provenzale, espressa però in forme spesso ... Andreu Febrer Febrer ‹febℎré›, Andreu. - Poeta catalano (n. Valenza, fine del sec. 14º). Visse alla corte di Alfonso V il Magnanimo cui dedicò la sua versione catalana in terzine della Divina Commedia (1429). Scrisse anche liriche in cui, accanto alle tradizionali forme provenzali, s'incontrano echi della poesia di ... Martino I il Vecchio re d'Aragona e II di Sicilia Martino I il Vecchio re d'Aragona e II di Sicilia. - Secondogenito (Gerona 1356 - Barcellona 1410) di Pietro IV d'Aragona. Come duca di Montblanch, fu incaricato dal fratello Giovanni, re d'Aragona, di difendere gli interessi della corona in Sicilia. Nel 1392 si trasferì nell'isola con il figlio Martino ... catalano Lingua neolatina del gruppo ibero-romanzo, parlata oggi da ca. 7 milioni di persone in Catalogna, a Valencia, nelle Baleari, in parte dell'Aragona, nel dipartimento francese dei Pirenei orient., in Andorra e nell'isola linguistica di Alghero in Sardegna. Dopo essere stato estromesso dagli usi pubblici ...
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