BERNARDO
Calabrese, professò la regola monastica cisterciense presso il monastero di S. Maria della Sambucina, tra la fine del sec. XII e il principio dei XIII.
Le notizie secondo cui sarebbe nato a Cerenza (prov. di Catanzaro) e sarebbe appartenuto alla Congregazione florense sembrano invenzioni di cronisti locali, originate rispettivamente dalla circostanza che B. morì quale vescovo di Cerenza (sicché viene menzionato come "Geruntinus") e dal ricordo degli stretti rapporti intercorsi tra la Sambucina e Gioacchino da Fiore, il quale era stato monaco portinaio in quel cenobio prima di passare all'abbazia di Corazzo.
La prima testimonianza riguardante B. è forse una sottoscrizione ritmica in un privilegio di Luca, abate della Sambucina, del giugno 1202, "Bernardi fratris testatur littera gratis", se questo "frater Bernardus" deve identificarsi, come sembra, con il futuro abate di quel monastero. Dopo Luca e Radulfo, la cui ultima menzione risale al febbraio 1204, B. salì infatti sul seggio abbaziale sambucinese; il primo documento che lo ricorda a tale ufficio si colloca tra il 1°sett. 1206 e il 24 marzo 1208; l'ultimo è dell'11 apr. 1209. In questo pur breve periodo egli svolse un'attività intensa, che testimonia anche la considerazione in cui era tenuto sia dal re sia dal pontefice: nel luglio 1208 ottenne, infatti, ben tre diplomi da Federico II; nel settembre dello stesso anno ricevette una cospicua donazione dal conte di Tropea, Anfuso de Roto, e dal figlio Riccardo, conte di Montalto Uffugo; nel gennaio 1209 l'ex abate Luca, allora arcivescovo di Cosenza, gli rilasciò un privilegio: permute e donazioni ottennero la conferma da Innocenzo III, con due lettere del 9 e dell'11 aprile 1209.
La capacità dimostrata da B. nella guida del monastero e la santità della sua vita gli valsero la promozione alla cattedra episcopale di Cerenza, dove il cattivo governo del vescovo Guglielmo aveva lasciato una situazione molto difficile. Gli storici calabresi e quelli dell'Ordine cisterciense indicano per tale avvenimento una data oscillante tra il 1209 e il 1212, ma quest'ultimo termine deve essere senz'altro anticipato, poiché nel dicembre 1211 il seggio abbaziale della Sambucina risulta già coperto dal successore di B., Giovanni.
Non si hanno notizie precise sull'attività episcopale di B.: risulta però che egli seppe riparare le malefatte del suo predecessore, con prudenza e spirito di carità, e aggiunse due nuove chiese a quelle della sua diocesi. Morì nel 1216, probabilmente il 6 novembre, dal momento che alcuni scrittori locali lo annoverano tra i beati di Calabria sotto tale data.
Fonti e Bibl.: G. Marafioti, Croniche et antichità di Calabria,Padova 1601, p. 204 a; G. Jongelinck, Notitia abbatiarum Ordinis cistertiensis per universum orbem, VII, Coloniae Agrippinae 1640, p. 20; Id., Purpura divi Bernardi…, ibid. 1644, p. 71; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra…,IX, Venetiis 1721, col. 500; G. Fiore, Della Calabria illustrata, II, Napoli 1743, pp. 41, 282, 480; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia…, XXI, Venezia 1870, p. 258; P. B. Gams, Series epìscoporum…, Ratisbonae 1873, p. 869; D. Martire, La Calabria sacrae profana, II, Cosenza 1878, p. 19; D. Taccone-Gallucci, Cronotassi dei metropolitani, arcivescovi e vescovi della Calabria, Tropea 1902, p. 85; D. Willi, Päpste, Kardinäle und Bischöfe aus dem Cistercienser-Orden, Bregenz 1912, p. 35, n. 126; C. Eubel, Hierarchia catholica… , I, Monasterii 1913, p. 261; F. Snieders, in Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., VIII, Paris 1935, col. 666; A. Pratesi, Carte latine di abbazie calabresi…, Città del Vaticano 1958, pp. XXIX, XXXII e docc. nn. 69, 85, 87-90, 92 s., 95 s.