BERNARDO
Nacque a Benevento nei primi anni del sec. XI. Notizie della sua vita ci dà Alfano, arcivescovo di Salerno, che compose per lui un epitafio che suona così: "Bernardus nomen, Beneventus patria, sedes / Praenestis, celebris laus mihi Roma fuit, / Hostes ecclesiae contrivi; cuncta relinquens, / Ivi Ierusalem solvere crimen idem. / Iamque dies mensem retinebant quinque Decembrem, / Cum rediens illinc mortuus ospitor hic" (Giesebrecht, p. 68). Forse monaco a Montecassino, fu consacrato vescovo di Palestrina, succedendo a Rainerio, da Niccolò II (1059-1061), secondo quanto asserisce il Klewitz. Il 3 e il 4 maggio 1061 sottoscrisse come "datarius" quattro bolle pontificie (Ph. Jaffé-S. Loewenfeld, Reg. Pontif. Roman., Lipsiae 1885, nn. 4461, 4464, 4465, 4466), mentre appare come "gerens officium bibliothecarii Sacri Palatii" in un'altra bolla del maggio (ibid., n. 4468). Dal giugno dello stesso anno appare come "cancellarius domini papae". Con tale titolo egli figura nella sinodo diocesana riunita a Benevento nel giugno del 1061, nella quale Uldarico, arcivescovo di Benevento, presente il vescovo Dodone, vicario di Niccolò II, definì questioni giurisdizionali sorte tra il monastero di S.Sofia e l'episcopato di Dragonara.
Il nome di B. compare anche nel giudicato che, in data 13 giugno, Landolfo VI principe di Benevento avrebbe tenuto, confermando la sentenza sinodale, e che il Bertolini ha dimostrato essere un falso compilato negli anni 1061-1075 (O. Bertolini, Studi su i diplomi dei duchi e principi longobardi dell'Italia meridionale…, in Arch. stor. ital., s. 7, IX, 2 [1928], pp. 177-216).
Difficile dire se B. in questi anni partecipasse alla lotta contro l'antipapa Cadalo, come alcuni studiosi (Schipa, Giesebrecht) ritengono, interpretando in questo senso i versi dell'epitafio di Alfano "hostes ecclesiae contrivi". Nel 1062 (secondo altri nel 1065) B., insieme con Alfano, partì per un pellegrinaggio in Terra Santa al seguito di Gisulfo, principe di Salerno. Giunti a Costantinopoli, secondo quanto racconta Amato di Montecassino, Gisulfo avrebbe rivelato il vero scopo del suo viaggio, quello di accordarsi, cioè, con l'imperatore bizantino contro Roberto il Guiscardo, loro comune nemico. Fermatosi Gisulfo a Costantinopoli, B., insieme con Alfano, prosegui per Gerusalemme. Nulla sappiamo del loro viaggio, né del loro soggiorno in Terra Santa. Nulla, altresì, si conosce del "crimen", di cui parla l'epitafio composto da Alfano, per "solvere" il quale B. si sarebbe recato a Gerusalemme: il Giesebrecht presume che si tratti di un'espiazione per qualche uccisione. Amato dice solo, molto genericamente, che "li evesque tornerent par molt per il de mer et de li Serrazin". Al ritomo a Costantinopoli, Gisulfo propose loro di rimanere come ostaggi presso l'imperatore a garanzia dei patti che egli aveva stretto con lui. Timoroso, Alfano avrebbe risposto che si sarebbe sottomesso alle decisioni del suo principe, se anche B. avesse accettato di rimanere a Bisanzio. Il vescovo di Palestrina, tuttavia, secondo la testimonianza di Amato, "quar non avait paour" della crudeltà di Gisulfo, avrebbe opposto un netto rifiuto; stavano appunto i due ecclesiastici preparando la loro partenza, quando, colpito da un'improvvisa malattia, B. morì a Costantinopoli il 5 dic. 1065 e vi fu sepolto nel cimitero degli Amalfitani.
Fonti e Bibl.: F. Ughelli-N. Coleti, Italia Sacra, X, Venetiis 1722, pp. 507-509; O. Bertolini, I documenti trascritti nel "Liber praeceptorum Beneventani monasterii S. Sophiae" (Chronicon S. Sophiae), in Studi di storia napol. in onore di M. Schipa, Napoli 1926, pp. 19-20; Amato di Montecassino, Storia de' Normanni, a cura di V. De Bartholomaeis, Roma 1935, in Fonti per la storia d'Italia, LXXVI, pp. 210-211; L. Santifaller, Saggio di un elenco di funzionari, impiegati e scrittori della Cancelleria Pontificia dall'inizio all'anno 1099, in Bull. dell'Ist. stor. ital., LVI (1940), pp. 173, 177, 180, 395, 396; P. F. Kehr, Italia pontificia, IX, Berolini 1962, p. 84 n. 7; P. Sarnelli, Memorie cronologiche de' vescovi ed arcivescovi della S. Chiesa di Benevento, Napoli 1691, pp. 79-80, 86; G. Palazzi, Fasti cardinalium omnium Sanctae Romanae Ecclesiae, I, Venetiis 1703, col. 108; L. Cecconi, Storia di Palestrina città del prisco Lazio, Ascoli 1796, p. 239; L. Cardella, Memorie storiche de' cardinali della Santa Romana Chiesa, I, 1, Roma 1792, pp. 144-145; P. Petrini, Memorie prenestine disposte in forma di Annali, Roma 1795, pp. 113-114; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, I, Venezia 1844, pp. 602-604; M. Schipa, Alfano I arcivescovo di Salerno, Salerno 1880, p. 15; G. Giesebrecht, L'istruzione in Italia nei primi secoli del Medioevo, Firenze 1895, pp. 67-68; P. F. Kehr, Scrinium und Palatium. Zur Geschichte des päpstlichen Kanzleiwens im XI. Jahrhundert, in Mitteilungen für öster. Geschichts forschung, Ergänzungsband, VI (1901), p. 93; H. Bresslau, Handbuch der Urkundenlehre für Deutschland und Italien, Leipzig 1912, p. 236; O. Kares, Chronologie der Kardinalbischöfe im elften Jahrhundert, in Festschrift zur Jahrhundertfeier des Gymnasiums am Burgplatz, Essen 1924; H. W. Klewitz, Die Entstehung des Kardinalkollegiums,in Zeitschrift der Savigny-Stiftung, Kan. Abt., XXV (1936), p. 208; A. Lentini, Rassegna delle poesie di Alfano da Salerno, in Bull. d. Ist. storico it. per il Medio Evo, LXIX (1957), p. 239; Id., Sul viaggio costantinopolitano di Gisulfo…, in Atti del 3° Congresso internazionale di studi sull'Alto Medioevo, Spoleto 1959, pp. 437-439; Id., in Diz. Biogr. degli Ital., II, Roma 1960, pp. 253 ss., sub voce Alfano.