BERNARDO
La prima notizia di B., vescovo di Ascoli Piceno, che un'antica tradizione chiama "Romano", ci è data da un diploma di Enrico III del 13 luglio 1045, che confermava i donativi fatti ad Emmo (1003-1009), uno dei predecessori di B., da un certo Elperinus.
Documenti pontifici e imperiali e carte di donazione indicano che ci troviamo di fronte a Bernardo II e non a Bernardo I, come talvolta si è creduto erroneamente: quest'ultimo infatti era salito sulla cattedra episcopale ascolana nel 1037.
Nel marzo 1047 Enrico III emise sentenza in favore di B. nel placito tenuto "ad S. Marotum", nel contado di Fermo, dove il vescovo dovette comparire per risolvere la lite con Albasia, moglie di Pandolfo, e difendere i diritti della diocesi sulla corte di Elice e Città Sant'Angelo. Il 27 maggio 1055 ottenne dall'imperatore, per intervento di Vittore II, un altro diploma di conferma dei beni della sua Chiesa, mentre il pontefice Leone IX il 3 giugno 1052 gli aveva concesso alcuni benefici, il godimento dei quali gli sarà ribadito da una bolla di Vittore II del 2 genn. 1056. Nel luglio del medesimo anno B. presenziava alla sentenza emessa dal pontefice in favore di Pietro vescovo di Teramo, e nel 1057al giudizio del missus papale. Prese parte al sinodo lateranense tenuto da Niccolò II nel 1059 e a quello di Ferrara del 1068. Nel marzo 1065 partecipava come missus di Goffredo il Barbuto, duca di Spoleto, a un placito riguardante la Chiesa teramana; il 20 marzo 1067 donava alcune terre alla badessa e al monastero di S. Michele di Ascoli. Il suo nome compare per l'ultima volta in un documento del gennaio 1069 con il quale B. confermava a Berardo I, abate di Farfa, il possesso del monastero di S. Salvatore e della pieve di S. Flaviano. Dovette morire dopo il gennaio 1069 e prima del settembre dello stesso anno, quando per la prima volta ci viene data notizia del suo successore Stefano.
Sembra che sotto il vescovato di B. i beni della Chiesa ascolana avessero ricevuto un notevole incremento: frutto di quella opulenza potrebbe essere l'episodio di quel pastorale di metallo prezioso, il cui uso, da lui introdotto in sostituzione di quello comune del pastorale di legno e seguito dal vescovo di Trani, valse ad ambedue i pastori l'aspro rimprovero di s. Pier Damiani (Opusc. XXXI, Contra munerum cupiditatem, cap. VI, pp. 239-240) e la temporanea sospensione dalle loro mansioni episcopali. Dice, infatti, s. Pier Damiani che il vescovo di Trani fu colpito da sanzione pontificia nel sinodo di Melfi del 1059; quanto a B. dovette essere sospeso da Alessandro II o nel sinodo lateranense del 1063 o in quello del 1065, dato che l'ultimo sinodo celebrato dal pontefice cade nel 1070, cioè dopo la morte del vescovo. Considerato, però, che nel 1065 B. compare nel citato placito, sembra più probabile che la punizione lo abbia allontanato dalla sua cattedra nel 1063 per un breve periodo.
Fonti e Bibl.: B. Petri Damiani S.R.E. cardinalis Opera omnia, Parisiis 1642, pp. 239-240; Ph. Jaffé-S. Loewenfeld, Regesta pontif. Rom., I, Lipsiae 1885, nn. 4278, 4343, 4399 e p. 549; Gregorio di Catino, Il Regesto di Farfa, a cura di I. Giorgi e U. Balzani, IV, Roma 1988, nn. 910, 986, pp. 307, 365, 366 s.; P. F. Kehr, Italia Pontificia, IV, Berolini 1909, pp. 149-150; Il cartulario della Chiesa teramana, a cura di F. Savini, Roma 1910, pp. 42-44; Heinrìci III Diplomata, a cura di H. Bresslau-P. Kehr, in Mon. Germ. Hist., Diplomata regum et imperatorum Germaniae, V, Berolini 1931, n. 140, pp. 175 s., n. 180, pp. 236 s., n. 341, pp. 465-467; Il Chronicon Farfense di Gregorio di Catino…, a cura di M. Balzani, II, Roma 1903, in Fonti per la storia d'Italia, XXXIV, pp.147, 155, 248; C. Baronio, Annales Ecclesiastici, XI, Romae 1605, pp. 268-269; S. Andreantonelli, Historiae Asculanae, Patavii 1673, pp. 248-260; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, c0ll. 445-451; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, IV, Venezia 1846, p. 48; VII, ibid. 1848, pp. 694-705; P. B. Gams, Series episcoporum… , Ratisbonae 1873, p. 667; N. Palma, Storia eccles. e civile della città di Teramo, I, Teramo 1890, p. 229; H. Bresslau, Die Diplome Konrads II. und Heinrich III. für Ascoli, in Neues Archiv, XXXIV(1908-9), pp. 389-409; G. Schwartz, Die Besetzung der Bistümer Reichsitaliens, Leipzig-Berlin 1913, p. 226; L. Bartoccerti, Serie dei vescovi della diocesi marchigiana, in Studia picena, XII(1936), p. 113.