PULCI, Bernardo
Il minore dei figli di Iacopo di Francesco e di Brigida di Bernardo de' Bardi; nacque in Firenze l'8 ottobre 1438 ed ivi morì il 9 febbraio 1488. Rimasto orfano nel 1451, entrò nel 1460 in società con Luca al banco in Calimala; divise con Luigi i pericoli e le strettezze domestiche per il fallimento di Luca, e alla morte di lui ne raccolse e allevò una figliuola. Anch'egli devoto alla famiglia Medici, pianse in sonetti la morte di Giovanni di Cosimo (1463) e quella di Cosimo (1464), nel 1468 scrisse una canzone gratulatoria a Piero di Cosimo per la fallita impresa di B. Colleoni e dedicò a Lorenzo la traduzione delle Bucoliche di Virgilio; ma prima del 1471 cercò d'entrare al servizio di Borso d'Este, celebrandolo in una canzone. Poi ottenne onorevoli uffici, di camerario del contado di Mugello nel '76 e più tardi di provveditore degli ufficiali degli studî di Firenze e di Pisa, nel quale ufficio ebbe parte principale e attiva sino alla sua morte; fu seppellito in Santa Croce.
Quasi tutte inedite sono le sue rime, un centinaio tra canzoni, sonetti, capitoli, elegie. Due sonetti sono contro la curia papale, che egli conobbe da vicino dimorando in Roma il 1474; un gruppo di componimenti religiosi formano la Passione di Cristo, versificazione degli Evangeli in ottave, il Pianto della Maddalena e la Vita di Maria Vergine in terzine; maggior valore ha una sacra rappresentazione più volte ristampata (vedila in A. D'Ancona, Sacre rappresentazioni, Firenze 1872, II, p. 141 segg.), Barlaam e Josafat, leggenda indiana, cristianizzata e diffusa in varie forme per tutto l'Occidente (v. barlaam e josafat). Quanto alla struttura, questa rappresentazione è in tutto sul tipo comune, né vi manca l'intermezzo popolaresco degl'infermi maltrattati dai servi; il meglio sta nel sermone di Barlaam, nella dimostrazione della necessità dell'Incarnazione, con argomenti presi da Dante, e nella disputa dei savî; onde si arguisce la diritta e profonda persuasione religiosa di Bernardo P., giudicato probo e pio uomo, degno compagno della sua buona moglie Antonia. Anche questa rappresentazione era per la Compagnia di San Giovanni, a cui appartenevano i Medici.
Bibl.: F. Flamini, La vita e le liriche di B. P., in Propugnatore, n. s., I, i, p. 217 segg.