ODDO, Bernardo
ODDO, Bernardo. – Nacque a Caltavuturo (Palermo) il 22 gennaio 1882, ultimo di dieci figli, da Antonino, medico, e da Giuseppa Comella.
Compì a Palermo gli studi elementari e in parte quelli secondari, completati poi a Cagliari, dove il fratello Giuseppe, maggiore di 17 anni, chimico e medico, deteneva la cattedra di chimica generale di quell’Università. Seguendo le orme del fratello, si iscrisse al corso di laurea in chimica, trasferendosi alla fine del giugno 1904 all’Università di Napoli soltanto per sostenere l’esame di laurea. Con una tesi sullo studio dell’azione dei composti organomagnesiaci, scoperti da Victor Grignard tre anni prima, sull’acetilene, sulla piridina e sul nitrobenzene, vinse il primo concorso della Fondazione Ugo Schiff per la migliore tesi sperimentale sostenuta in Italia nel biennio 1904-05.
Compì il servizio militare a Roma, frequentando nelle ore libere l’Istituto chimico dell’Università. Nel 1905 il fratello Giuseppe si trasferì all’Università di Pavia in quanto vincitore del concorso alla cattedra di chimica generale; lì Bernardo venne nominato nel 1906 preparatore presso l’Istituto di chimica generale e dal 1° gennaio 1907 assistente; il 27 giugno 1908 conseguì per titoli la libera docenza in chimica generale. Tenne subito dopo un corso libero di chimica analitica teorico-sperimentale, poi ebbe l’incarico dell’insegnamento della chimica organica nella facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali e nella Scuola di farmacia (1909-10). Nel 1913-14 tenne pure il corso libero di chimica analitica nella Scuola di chimica industriale.
Durante la prima guerra mondiale fu ufficiale chimico ai servizi tecnici presso l’Officina di costruzioni d’artiglieria di Torino, dove esplicò la sua opera nel campo degli esplosivi e nelle verifiche delle materie prime che venivano introdotte nella stessa officina, sperimentando pure liquidi lacrimogeni. Un incidente gli procurò lesioni agli occhi che lo costrinsero a una degenza nell’ospedale di Torino e poi in quello militare ausiliare di Pavia allestito presso il collegio Ghislieri (novembre 1916-marzo 1917).
A guerra finita, venne incaricato dell’insegnamento di chimica fisica presso l’Università di Pavia e poi nel 1919, vinto il concorso di chimica farmaceutica e tossicologica, fu professore straordinario nell’Università di Cagliari. Nell’ottobre 1921 l’Università di Pavia lo chiamò a coprire la cattedra di chimica farmaceutica e tossicologica e il 21 novembre, nell’aula di chimica dell’orto botanico, tenne la prelezione dal titolo Rapporti fra chimica, medicina e farmacia.
A Pavia, presso la Scuola di farmacia, oltre alla cattedra ricevette gli incarichi dell’insegnamento di chimica bromatologica (che tenne sino al 1924) e di analisi chimica (1927-28) poi ‘tecnica delle industrie chimiche e farmaceutica’ evoluta in ‘tecnica e legislazione farmaceutica’, incarico confermato sino all’anno della morte. Nominato direttore della Scuola di farmacia nell’anno accademico 1924-25, rimase in carica sino al 1933-34, terminando il suo mandato come preside della neocostituita facoltà di farmacia, titolo assunto dall’anno accademico 1932-33.
L’estesa produzione scientifica di Oddo, pubblicata in riviste italiane e straniere, comprende 109 pubblicazioni (un elenco completo in Mingoia, 1941). Fu un pioniere degli studi sui composti metallorganici del pirrolo e precisamente dei magnesilpirroli e magnesilindoli. Proseguendo il suo lavoro di tesi nel 1909 riuscì a preparare, per via indiretta, il C-magnesilpirrolo e nel 1911 il C-magnesilindolo, che allargarono grandemente il confini dei composti di Grignard. Oltre ad apportare un’innovazione nei processi di sintesi dei composti di questo gruppo, la scoperta dei magnesilpirroli diede la possibilità di ottenere per via sintetica altri interessanti prodotti. Nel 1912, nel discorso su Les composés organomagnésiens mixtes et leurs principales applications pronunciato in occasione del ritiro del premio Nobel per la chimica, lo stesso Grignard citò Oddo due volte e ripropose la formula del C-magnesilpirrolo. Nella chimica organica, il nome di Oddo rimane legato e ricordato appunto da questa reazione (Sintesi metallo-organiche nel gruppo del pirrolo. Pirrilalchilchetoni, in Gazzetta chimica italiana, XL [1910], pp. 353-367).
Passato a studiare i derivati organomagnesiaci dell’indolo e del carbazolo, nel 1911 Oddo preparò l’acido indol-1-carbossilico per carbonatazione dell’organomagnesiaco. Nel 1916 scrisse la sua prima nota sui prodotti di autossidazione dell’indolo indicandone la natura di dimeri dell’ α-ossindolo o del β-ossindolo o indossile. Dal 1915 intraprese studi biochimici tentando di individuare il ruolo del pirrolo nella clorofilla. In chimica organica si ricordano inoltre gli studi sulla costituzione della ftaleina del fenolo, sulla gliossalina (imidazolo), sul benzimidazolo e la preparazione degli ossitriazoli sostituiti. Sono da menzionare anche le sue ricerche chimico-fisiche eseguite con l’anilina e con la fenilidrazina, in particolare gli studi sulla fenilidrazina come solvente crioscopico e in relazione con le costanti di velocità delle sue reazioni con le aldeidi e i chetoni.
In chimica analitica Oddo fece ricerche sul dosaggio volumetrico del piombo, del rame, dell’acido solforico e degli idrogeni attivi nelle molecole organiche. In chimica inorganica i suoi lavori sull’aurosolfito di sodio o ‘auritiolo’ portarono al primo medicamento chemioterapico preparato in Italia contro la tubercolosi (dalla società Montecatini).
Pubblicò inoltre un Trattato di chimica farmaceutica e tossicologica (inorganica e organica) in due volumi (Milano 1930; in ed. accresciuta Milano 1941), ordinato secondo una classificazione farmacologica dei prodotti d’uso medico farmaceutico. Collaborò con Grignard alla compilazione di un grande trattato francese di chimica organica (Traité de chimie organique, I-IV, Parigi 1933, poi continuato da Roger Grignard, figlio di Victor, e da Jean Cologne nel Précis de chimie organique, I-XXIII, Parigi 1954), nel quale scrisse le voci pirrolo, indolo e carbazolo.
Nel 1935, durante la sua direzione, si compì il trasferimento dell’Istituto di chimica farmaceutica e tossicologica dell’Università di Pavia dalla storica sede presso l’orto botanico alla quella attuale di via Taramelli. Promosse il riordinamento dei singoli laboratori e l’acquisto di numerose apparecchiature e negli ultimi anni di vita lavorò intensamente per dotare l’Istituto di una grande e completa scuola-officina di tecnica farmaceutica, che nei suoi intendimenti avrebbe dovuto fornire solide basi all’industria farmaceutica italiana.
Morì a Milano il 15 maggio 1941.
Lasciò la moglie Angiola Calleri (14 febbraio 1907 - 10 febbraio 1944), sua allieva, laureata in chimica nel 1929 e sposata nel 1930, e due figli: Nino (1931-1992) e Giusy (n. 1936).
Fonti e Bibl.: Pavia, Archivio storico dell’Università, Archivio generale, f. personale B. O.; Ibid., Biblioteca delle scienze dell’Università, Sez. farmacia, fondo storico: B. Oddo, Sulle combinazioni organo-magnesiache miste e il loro comportamento colle basi terziarie, l’acetilene, i nitroderivati (copia autentica della tesi, datata Napoli dicembre 1904); G. Oddo, B. O., in La Chimica e l’industria, XXIII (1941), p. 245; Id., B. O., in Berichte der deutschen chemischen Gesellschaft, 1941, vol. 74A, pp. 183-185; Q. Mingoia, B. O. (1882-1941), in Gazzetta chimica italiana, LXXI (1941), pp. 737-752; P. Pratesi, B. O., in R. Università degli Studi di Pavia, Annuario, Anno accademico 1941-42, pp. 345-351; G.C. Gualdoni, La Scuola di chimica e di farmacia dell’Ateneo pavese, Pavia 1934, pp. 44-58; G. Maccagnani, Chimica degli eterocicli (1870-1950), in 1737-1987. Dalla cattedra di J.B. Beccari ai dipartimenti. 250 anni di chimica, a cura di A. Breccia Fratadocchi - A. Pasquinelli, Bologna 1990, pp. 79-96.