FALLANI, Bernardo
Non si conoscono gli estremi biografici né l'attività di questo architetto e ingegnere prima del 1768, data della sua assunzione nello Scrittoio delle regie fabbriche del Granducato di Toscana, nel reparto dell'architettura civile. La carriera del F. fu lunga e prevalentemente burocratica al servizio di Pietro Leopoldo I di Lorena, in un ambiente amministrativo caratterizzato dall'impegno granducale per la funzionalità nei servizi pubblici, per il contenimento delle spese e per la risistemazione della edilizia esistente piuttosto che per la costruzione di nuovi grandi monumenti. Quindi la maggior parte della documentazione circa gli interventi del F. si trova nei disegni realizzati per sistemazioni e restauri architettonici; uno dei suoi primi rilievi conosciuti (1769) è ad esempio una pianta del palazzo dell'arte della lana a Firenze (Firenze, Gab. naz. d. disegni e delle stampe, 6172 A).
Nel 1769-1770 il F. fece una serie di disegni (ora nell'Archivio della Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici di Firenze) per il riordinamento delle stanze al pianterreno degli Uffizi. Tali disegni facevano parte della sistemazione leopoldina di tutta la fabbrica degli Uffizi, mirata alla modernizzazione della Galleria e alla sua apertura al pubblico. In quel contesto fu anche studiata, dal 1770, la collocazione negli ambienti nuovi della Galleria delle quindici statue dei Niobidi, trasportate a Firenze dal giardino della villa Medici di Roma. In risposta ad alcuni problemi identificati dall'architetto Zanobi Del Rosso, incaricato di sistemare le statue nello "stanzone" della Galleria, il F. presentò come soluzione alternativa un progetto (1773), con un modello in legno, per un nuovo "Tempio della Niobe" di forma ottagona, coperto a cupola e a quattro ingressi, probabilmente destinato al giardino di Boboli (Panichi, 1979, p. 27). Il disegno del F. fu criticato e non venne accettato dal granduca, che scelse, invece, la proposta di Gaspare Maria Paoletti, basata sull'idea originale di collocare il gruppo nella Galleria.
Una sorte simile toccò ai progetti (1771; conservati nell'Arch. di Stato di Firenze; cfr. Cresti, 1984) del F. per tre edifici termali a Montecatini, che accompagnarono una relazione del senatore e architetto Giovan Battista Clemente Nelli sulle condizioni dei bagni termali, in vista del loro restauro.
Malgrado la semplicità degli impianti previsti, caratterizzati da vani geometrici circondati da portici, i progetti, che prevedevano fabbriche separate, furono considerati troppo ambiziosi e costosi; quindi Pietro Leopoldo incaricò il Paoletti di progettare un unico stabilimento termale, che fu realizzato nel 1780 solo dopo una serie di versioni continuamente ridimensionate per soddisfare gli scrupoli leopoldini.
Nel 1771 il F. disegnò la nuova facciata tardobarocca per la chiesa di S. Verdiana in Castelfiorentino, completata nel 1778 e modificata nel 1809 con l'aggiunta di sei statue delle Virtù in terracotta, opera di Ignazio Miert.
L'opera più conosciuta del F. è la neocinquecentesca palazzina della Livia (detta così perché diventò la residenza di Livia Malfatti Raimondi dopo il 1786), che fu costruita in piazza S. Marco a Firenze nel 1775-1778 per Pietro Leopoldo. Questa costruzione fa parte della trasformazione tardosettecentesca della piazza, che iniziò con la nuova facciata della chiesa di S. Marco (1778, attribuita a fra' Gioacchino Pronti) e che continuò con l'ampliamento delle scuderie granducali (1782, di Giovanni Battista Ruggieri), ora università, e con la chiusura della loggia trecentesca dell'ex ospedale di S. Matteo. Il F. risistemò nel 1779 la facciata del convento di S. Marco prospiciente la piazza e realizzò, insieme con Giuseppe Salvetti e sotto la direzione del Paoletti, la trasformazione (1785-1787) dell'ex convento di S. Niccolò di Cafaggio e dell'ex ospedale di S. Matteo per l'uso dell'accademia delle belle arti.
Dopo la soppressione leopoldina dei conventi e delle compagnie religiose di Firenze, il F. ebbe l'incarico di stimare e addaziare i beni di alcuni e di eseguire gli interventi strutturali relativi al riuso degli edifici. Fra quest'ultimi vi furono la ristrutturazione della canonica di S. Frediano in Cestello (1785; cfr. Fantozzi Micali-Rosselli, 1980, pp. 140 s.) e l'adattamento (1784-1785) dell'oratorio della Compagnia della Ss. Annunziata a nuova chiesa (denominata S. Pietro Nuovo, nell'attuale via P. Capponi) per la parrocchia della demolita chiesa di S. Pier Maggiore. Altre testimonianze delle attività conseguenti le soppressioni ecclesiastiche sono le tre piante di rilievo (ibid., p. 214) disegnate dal F. per Ss. Michele e Gaetano (1785) e le relazioni scritte (Archivio dell'Accademia delle belle arti, filza B, 52; filza C, 74) sullo stato di conservazione del chiostro dello Scalzo (1785-1786).
Nello stesso periodo (1785-1786) il F. trasformò l'interno brunelleschiano della chiesa dello spedale di S. Maria degli Innocenti inserendo un soffitto a botte su stoiato che occultò l'originale tetto ligneo; costruì una nuova tribuna a quattro colonne e di conseguenza ridusse la lunghezza della navata, creando un unificato programma decorativo che, però, non sopravvisse al ripristino degli anni Sessanta di questo secolo. Al F. è stato attribuito il palazzo Bombicci, pure del 1786, in piazza della Signoria, sul luogo della demolita chiesa medioevale di S. Romolo (cfr. Fanelli, 1973, I, p. 369).
Fra le opere eseguite dal F. per lo Scrittoio delle regie fabbriche vi furono i progetti per vari edifici doganali (c. 1783-1789) per Firenze e per le frontiere toscane, noti attraverso disegni (Arch. di Stato di Firenze, Piante Miscellanea, M12) e da alcuni documenti conservati nell'Archivio storico del Comune di Firenze (Firenze, Arch. stor. del Comune, 40: 36 or./36 bis mod.; 63: 92 or.). L'unica documentazione che attesti la paternità di alcuni di questi progetti è quella relativa alla controversia (1791) fra il F. e il suo superiore nello Scrittoio delle regie fabbriche, Guglielmo Libri (cfr. Mignani Galli, 1982, con la trascrizione dei relativi documenti). Il F. fu autore anche della chiesa della Croce al Pino (1783-1784) in località La Lastra sulla via Bolognese.
Nel 1791 fu incaricato del restauro del complesso di palazzo Vecchio.
Egli propose un riordinamento della parte esterna e fece i rilievi acquarellati (presso l'Arch. di Stato di Firenze: cfr. Mignani Galli, 1982, pp. 175 s.) delle facciate laterali e dei progetti che prevedevano, fra l'altro, una continuazione in stile neomedioevale del ballatoio e della merlatura sulle parti esterne corrispondenti al salone dei Cinquecento, unificandoli visivamente alla fabbrica medioevale. Nel corso dei lavori iniziali, però, sorse una polemica tra il F. e il Libri, a causa dell'aumento di spesa per il restauro delle finestre tanto che i progetti del F. per il palazzo Vecchio non furono mai ultimati.
Nonostante il declino della sua fortuna, il F. continuò a lavorare per lo Scrittoio dove mantenne il suo ruolo come perito architetto fino al 1804. Verso la fine del Settecento (1797-1798?) egli edificò il nuovo casino Torrigiani per il marchese Pietro Torrigiani in via del Campuccio a Firenze.
Il F. morì, probabilmente a Firenze, nel 1806, come attestano due documenti del 23 ottobre di quell'anno (Arch. di Stato di Firenze, Fabbriche, filza 2047, nn. 25, 32): la nomina di Pasquale Poccianti nel posto vacante del F. "poco fa defunto" e la concessione di una pensione annuale di 80 scudi alla vedova Anna Rossi, in riconoscimento dei "meriti di lungo e fedel servizio" del marito.
Fonti e Bibl.: Oltre ai documenti citati all'interno della voce cfr.: Firenze, Archivio storico del Comune, Deliberazioni del Magistrato, lettere, e relazioni, 1782-1804, banca dati indicizzata; [G. Bencivenni Pelli] Saggio istor. della Real Galleria di Firenze, I, Firenze 1779, p. 112; Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena, Relazione sul governo della Toscana [1790], a cura di A. Salvestrini, I, Firenze 1969, p. 83; L. F. M. G. Gargiolli, Description de la ville de Florence et de ses environs..., Firenze 1819, I, p. 100; II, pp. 182 s.; O. Pogni, La Gloriosa Vergine Romita di Castelflorentino: vita, chiesa, spedale di S. Verdiana, Castelfiorentino 1934, p. 100; G. Morozzi, Ricerche sull'aspetto originale dello spedale degli Innocenti a Firenze, in Commentari, n. s., XV (1964), pp. 199, 201; M. Mendes Atanasio-G. Dallai, Nuove indagini sullo Spedale degli Innocenti a Firenze, ibid., n. s., XVII (1966), pp. 94 s.; G. Morozzi-A. Piccini, Il restauro dello Spedale di S. Maria degli Innocenti 1966-1970, Firenze 1971; I. Moretti-R. Stopani, S. Verdiana a Castelfiorentino, in Antichità viva, XI (1972), pp. 29-34; M. Bucci, Palazzi di Firenze, I, Firenze 1971, p. 34; II, ibid. 1973, p. 21; G. Fanelli, Firenze architettura e città, I, Firenze 1973, pp. 352, 368 s.; O. Panichi, Il rinnovamento dell'architettura e della decorazione di interni a Firenze nell'età leopoldina, in Florence et la France "rapports sous la Révolution et l'Empire". Actes du colloque, Florence, 2-3-4 juin 1977, Firenze-Paris 1979, p. 27; D. Mignani Galli, Storia del complesso architettonico dell'Accademia, in Ex ospedale di S. Matteo. La Loggia. Restauro dell'aula di scenografia nell'Accademia di belle arti, Firenze 1979, pp. 39-44, 59-66; O. Fantozzi Micali-P. Roselli, Le soppressioni dei conventi a Firenze. Riuso e trasformazioni dal sec. XVIII in poi, Firenze 1980, pp. 140 s., 214 s. e passim; Il monumento e il suo doppio: Firenze, a cura di M. Dezzi Bardeschi, Firenze 1981, pp. 75 s., 116; D. Mignani Galli, Restauri e burocrazia: palazzo Vecchio a Firenze nel Settecento, in Labyrinthos, I (1982), 1-2, pp. 165-202; Id., Gli Uffizi nella prima età lorenese: G. Ruggieri ed i restauri dopo l'incendio del 1762, in Architettura, archivio 1982, n. 2, pp. 22, 27 s.; E. Chini, La chiesa e il convento di Ss. Michele e Gaetano a Firenze, Firenze 1984, p. 30 n. 45, figg. 5 ss., 29; C. Cresti, Montecatini 1771-1940: nascita e sviluppo di una città termale, Milano 1984, pp. 12, 14 ss., 43 n. 10; Id., Il realismo politico di Pietro Leopoldo nella vicenda progettuale e realizzata dei Bagni di Montecatini, in Una politica per le terme. Montecatini e la Val di Nievole nelle riforme di Pietro Leopoldo. Atti del Convegno di studi, Montecatini Terme, 25-26-27 ott. 1984, Siena 1985, pp. 134-137, 143 n. 6; L. Ginori Lisci, I palazzi di Firenze nella storia e nell'arte, Firenze 1985, II, p. 793; C. Cresti, La Toscana dei Lorena: politica del territorio e architettura, Cinisello Balsamo 1987, pp. 78-85, 94 s., 99 ss., 142 s., 156, 1645 s., 175 nn. 1875 s.; M. Bietti, Da Confraternita a parrocchia di S. Pietro Nuovo: il progetto dì B. F., in La Compagnia della Ss. Annunziata: restauro e restituzione degli affreschi del chiostro, Firenze 1989, pp. 59 ss.; La chiesa e il convento di S. Marco a Firenze, I, Firenze 1989, pp. 300, 306, 364; R. Lapucci, Storia di alcuni dipinti estratti dalle Compagnie soppresse da Pietro Leopoldo nel 1785, in Rivista d'arte, XLI (1989), pp. 220 s., doc. 10 s.; V. Muccini, Il salone del Cinquecento in Palazzo Vecchio, Firenze 1990, pp. 180 s.; G. Trotta, Da borgo medievale a piazza: vicende urbanistiche ed architettoniche dell'attuale piazza Tasso, Firenze 1990, pp. 85 ss.; La Toscana dei Lorena nelle mappe dell'Archivio di Stato diPraga: memorie ed immagini di un Granducato (catal.), [Roma] 1991, pp. 142 ss.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 235.