BERNARDO di Languissel
Nacque probabilmente intorno al 1230 0 poco prima. La sua famiglia era titolare del feudo di Languissel presso Nîmes, dove un suo zio era rettore della cattedrale e suo padre era avvocato. Alcuni membri della famiglia vennero insigniti di alte cariche ecclesiastiche: i suoi fratelli Bertrando e Andrea divennero vescovi rispettivamente di Nîmes e di Avignone, e un suo cugino - anch'esso di nome Bertrando - fu cappellano pontificio. B. svolse pratica legale e intorno al 1263 è indicato come professore di diritto civile.
B. fu tra i Francesi protetti dai papi loro connazionali della fine del sec. XIII. Lo troviamo alla Curia pontificia nel 1263 sotto Urbano IV come canonico di Béziers e cappellano papale. Clemente IV lo trattenne alla Curia, gli affidò l'incarico di uditore giudiziario e lo scelse tra cinque pretendenti alla prebenda di Narbonne che già Urbano gli aveva affidato. Verso il 1267 ricevette anche un arcidiaconato nella diocesi di Tolosa. Sotto Clemente IV gli fu affidata un'importante missione in Toscana dopo il collasso del partito ghibellino seguito alla battaglia di Benevento. Nell'estate del 1266 fu infatti inviato a Siena, allo scopo di ristabilire i rapporti di questa città e di San Gimignano con la Chiesa. Il suo compito era quello di negoziare la conclusione di una pacificazione interna, il rientro dei guelfi senesi, il rilascio - o almeno un miglior trattamento - dei prigionieri, di stabilire i termini della pace tra Siena e Orvieto e tra Siena e gli Aldobrandeschi. Se tutto fosse stato ottenuto, B. era autorizzato a togliere l'interdetto papale che gravava su Siena dal 1260. Mentre San Gimignano si sottometteva subito al papato, Siena fu a lungo restia ad accogliere le proposte di accordo. Fino al maggio del 1267 B. non ebbe la soddisfazione di assistere alla conferma dei termini della pace da parte di Clemente a Siena.
Nel 1273 B. ritornò in Provenza per la sua nomina ad arcivescovo di Arles. Fu un energico amministratore dei suo episcopato: convocò due sinodi provinciali e riottenne per via giudiziale alcuni feudi della Chiesa che erano stati alienati dai suoi predecessori. Martino IV lo richiamò in Curia e lo creò cardinale-vescovo di Porto nella prima nomina di cardinali da lui ordinata (12 apr. 1281). Nel giugno 1283 gli affidò una delicatissima missione in Romagna la cui sottomissione al Rapato non era ancora completa dopo tanti anni di guerra: B. doveva negoziare i termini della sottomissione alla Chiesa del capo dei "ribelli" Guido da Montefeltro.
La missione fu originata, a quanto pare, dal sospetto nutrito da Martino IV che il comandante delle forze pontificie Guido da Monfort stesse conducendo trattative segrete con Guido da Montefeltro. B. era investito dei poteri di vicario pontificio per le Romagne e Urbino; poteva nominare e congedare i funzionari, condannare all'esilio, infliggere censure ecclesiastiche e privare il clero dei suoi benefici. Per conferire a tali vasti poteri un'adeguata importanza territoriale, l'ambito della sua legazione fu esteso alla Toscana, al Veneto, al Milanese e finanche a Genova. in Romagna B. ordinò la distruzione delle mura di Forlì e Cesena, centri di opposizione al governo pontificio, ed esiliò i seguaci di Guido da Montefeltro, privandoli delle loro proprietà. Ristabilì inoltre l'autorità pontificia su Bologna e scomunicò la città per aver mantenuto il dominio di Medicina, rivendicata dalla Chiesa come feudo matildino. Alla frontiera della Romagna entrò in disputa con i conti Guidi per il possesso di Modigliana. Ricevette inoltre numerosi e diversi incarichi in Toscana, Lombardia e Veneto; fu lui a porre l'interdetto su Venezia per l'opposizione della Repubblica al reclutamento di suoi sudditi a favore degli Angioini nella guerra del Vespro.
Questa importante legazione continuò durante il pontificato di Onorio IV (eletto nell'aprile del 1285) che, nel novembre del 1286, nominò B. cardinale del titolo di S. Prassede. Sostenne questo pesante e delicato incarico amministrativo e giudiziale per tutto il pontificato di Onorio IV e sotto Niccolò IV che lo nominò nel giugno del 1288 protettore degli agostiniani. B. morì a Orvieto il 19 sett. 129o e fu sepolto nella chiesa di S. Francesco. Lasciò una considerevole somma da destinare alla costruzione di una cappella nella cattedrale di Arles.
Fonti e Bibl.: A. Ciaconius, Vitae et res gestae Pontific. Rom. er S. R. E. Cardinalium, II, Romae 1677, coll.238 s.; F. Du Chesne, Histoire des cardinaux françois de naissance, Paris 1666, I, pp. 289 s.; II,p. 221; L. Ménard, Histoire civile, eccléastique et littéraire de la Ville de Nismes, I, Paris 1750, pp. 365 s.; Les registres d'Urbain IV, a c. di J. Guiraud, Paris 1901, nn. 963, 994, 1532; Les registres de Clément IV, a c. di E. Jordan, Paris 1893, nn. 202, 440, 622; Les registres de Martin IV, a c. di vari editori, Paris 1901, nn. 472-472 MM; Les registres d'Honorius IV, a c. di M. Prou, Paris 1898, nn. 9, 96, 140, 252, 321, 480, 562, 605, 633, 659, 812; Les registres de Nicolas IV, a c. di E. Langlois, Paris 1886, nn. 170, 616, 715, 7168, 7343 e ad Indicem; Chronica breviora aliaque monumenta faventina a B. Azzurrino collecta,in Rer. Italic. Script., 2 ed., XXVIII, 3, a c. di A. Messeri, pp. 101 s.; Corpus chronicorum Bononiensium, ibid., XVIII, 1, a c. di A. Sorbelli, p. 224; A. Theiner, Codex diplomaticus dominii temporalis S. Sedis, I, Roma 1861, pp. 264 s.; R. Davidsohn, Forschungen zur Geschichte von Florenz, II, Berlin 1900, nn. 921, 923, 929; Id., Geschichte von Florenz, Berlin 1908, II, I, p. 587; II, 2, pp. 237-239; C. Eubel, Hierarchia catholica…, I, Monasterii 1913, p. 10; D. Waley, The Papal State in the thirteenth Century, London 1961, p. 204.