DADDI, Bernardo
Pittore fiorentino. Operò nella prima metà del sec. XIV. Tra i pochi dati biografici di lui noti è da ricordare che nel 1346-47 dipinse una Madonna per Orsanmichele. Molte sue opere, datate e firmate, ne indicano con sufficiente precisione lo svolgimento artistico. Da principio appare legato all'arte di Giotto (affreschi primitivi nella cappella Pulci in S. Croce, Madonna tra due Santi del 1328, agli Uffizî).
Poi, in una larga produzione di piccole immagini sacre, brillanti di tinte preziose accordate in un delicato variare, egli raggiunse la sua massima espressione stilistica, manifestandovi appieno la sua sensibilità al colore e le sue tendenze decorative. Si accostò allora alla scuola senese e tra i Fiorentini del Trecento, più o meno sensibili alla pittura di Siena, fu quello che meglio ne intese gli scopi, pur restando coerente a sé stesso. Di questo periodo sono, fra altro: a Firenze il piccolo trittico del Bigallo (1333), la Madonna fra Angeli e Santi (1334?), all'Accademia, lo Sposalizio di Maria, al Buckingham Palace a Londra, ecc.: tutte cose d'una purezza di stile, sobrietà di ritmi, e malia di colore che son personali qualità artistiche di questo maestro. Dopo, B. allarga le sue cadenze e torna a rendere più vasti i piani, senza riprendere tuttavia la vigorosa larghezza costruttiva del periodo primitivo (polittico agli Uffizî, Madonna di Orsanmichele, polittico della collezione Parry a Gloucester, 1348, ecc.). La produzione di B. è molto vasta; fra le cose più notevoli, oltre le citate, un S. Michele nella Pieve di Crespina, una grande Madonna a S. Martino alla Palma, una a Ruballa, e altre pitture di dimensioni minori a Firenze (Accademia, Museo dell'Opera) e nei musei di Berlino, Napoli, Roma, ecc
Fra gli scolari che senza dubbio l'aiutarono se ne son voluti distinguere alcuni, ma sinora con molte incertezze nella valutazione delle qualità stilistiche, attribuendo spesso ad altri opere che sono invece di Bernardo stesso.
Bibl.: G. Vitzhum, B.D., Lipsia 1903; A. Venturi, Storia dell'arte ital., V, Milano 1907, pp. 508-23; G. Vitazhum, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VIII, Lipsia 1913 (con la bibl. precedente). Vedi poi: O. Sirén, Giotto and Some of his Followers, Cambridge 1917, I, p. 156 segg. e II, tav. 138 sgg.; id., in L'Arte, XXIV (1921), p. 24 segg.; id., in The Burl. Mag., XXXXV (1924), pp. 285-91; R. van Marle, The Development of the Italian Schools of Painting, III, L'Aia 1924, p. 348 segg.; R. Offner, Ital. Primitives at the Yale University, New Haven, 1927, p. 5 segg.; id., in International Studio, 1929, fasc. giugno, pp. 21-26; P. Toesca, La pitt. fior. del Trec., Verona 1929, p. 44 segg.; id., in L'Arte, n.s., I (1930), p. 6; Catal. dell'Exhib. of Italian Art, Londra 1930; L. Venturi, Pitture ital. in America, Milano 1931, tavv. xxx-xxxiv.