BERNARDO da Bologna
Autore del sonetto Aquella amorosetta foresella inviato a Guido Cavalcanti, che gli rispose col sonetto Ciascuna fresca e dolce fontanella (XLIV a-b dell'edizione Favati), e destinatario del sonetto Bernardo, i' veggio ch'una donna vene, probabilmente di Cino da Pistoia (ma attribuito da alcuni codici a Dante), B. è, inoltre, citato nei sonetti Bernardo, quel de l'arco del Diamasco e Bernardo, quel gentil che porta l'arco, rispettivamente di Onesto da Bologna e di Cino da Pistoia.
Lo Zaccagnini sostenne che B. era il destinatario di questi due ultimi sonetti: tesi grammaticalmente accettabile, dato che il suo nome, negli incipit, pare in forma vocativa; in questo caso gl'indubbi legami diretti tra i due sonetti, di cui il secondo è chiaramente responsorio al primo, suggerirebbero l'idea d'una polemica scherzosa sottoposta al giudizio di Bernardo.
Nel sonetto inviato al Cavalcanti B. appare come intermediario, per uno scambio di saluti a sfondo vagamente amoroso, tra il poeta fiorentino e una certa Pinella, residente a Lisciano (Lizzano in Belvedere). Nei riguardi dello stile si rivela abbastanza facilmente l'influsso su B. del suo ben più illustre corrispondente.
Difficile individuare, tra i molti notai bolognesi di nome Bernardo, il nostro rimatore: lo Zaccagnini indica un "Bernardus notarius Martini Bernardi" e un "dominus Bernardus de Vallibus notarius", testimoni, rispettivamente, in atti del 1269 e del 1272: date alquanto alte se si pensa alla contemporaneità col Cavalcanti.
Fonti e Bibl.: G. Zaccagnini, Le rime di Cino da Pistoia,Genève 1925, pp. 105-8; I rimatori bolognesi del sec. XIII, a cura di G. Zaccagnini, Milano 1933, pp. 39 e 149; Poeti del Duecento, a cura di G. Contini, Milano-Napoli 1960, II, pp. 552-53.