Bernardo da Bologna
Fu uno dei poetantes Bononiae, vissuto in questa città nella seconda metà del Duecento, che non deve essere confuso con un omonimo e più famoso scrittore, pure esso bolognese e maestro di retorica, operante alcuni decenni prima.
Non siamo sicuri se B. appartenne al mondo dantesco: è il dedicatario di un sonetto (Rime dubbie X) attribuito da alcuni codici a D., ma ritenuto comunemente di Cino da Pistoia; ebbe rapporti con Cino, Guido Cavalcanti e Onesto, poeta bolognese contemporaneo di D. e da questo ricordato in VE I XV 6. Alcune rime superstiti ci mettono sulla traccia di una vivace tenzone poetica fra B. e Onesto da una parte e Guido Cavalcanti e Cino dall'altra, quelli essendo ancora legati alla tradizione retorica dei veteres e a un mondo dagli orizzonti spirituali assai circoscritti, questi invece aperti a nuove forme espressive e fervidi testimoni dell'impegno dottrinale della poesia stilnovista.
Estremamente vaghi sono i lineamenti biografici di B., troppo pochi i versi a lui sicuramente attribuiti perché se ne possa ricavare un profilo spirituale sia pure approssimato. Uno dei primi tentativi di abbozzarne una biografia è stato fatto sul finire del secolo XVIII dal bolognese Giovanni Fantuzzi, ma con modesti risultati. Né molto di più ha potuto acquisire alla biografia di B. in tempi assai più vicini a noi Guido Zaccagnini: questi ha confermato l'ormai tradizionale attribuzione cronologica di B. al mondo poetico bolognese del tardo Duecento, non senza tentare - ma si tratta di proposte tutt'altro che convincenti - di identificarlo con un B. " Martini Bernardi ", notaio bolognese ricordato nei Memoriali del 1269, o più probabilmente con un B. " de Vallibus ", anch'esso ascritto al ceto notarile e menzionato nei Memoriali del 1272.
Di B. ci è rimasto solo un sonetto indirizzato a Guido Cavalcanti, A quella amorosetta foresella (Chigiano L VIII 305 c. 56), di cui prima il Casini e più di recente lo Zaccagnini ci hanno dato l'edizione critica. Di altre rime di B. si raccolgono soltanto sparsi echi e vaghe allusioni in alcuni componimenti poetici del secolo XIII, fra i quali è da ricordare il sonetto di Onesto a B.: Bernardo, quel de l'arco del Diamasco, che provocò una replica di Cino allo stesso B.: Bernardo, quel gentil che porta l'arco.
Bibl. - G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, Il, Bologna 1782, 93-94; Id., Le rime dei poeti bolognesi del secolo XIII raccolte ed adunate da T. Casini, ibid. 1881, 100-101, 141, 383-384; M. Barbi, Fra testi e chiose, in " Rass. bibl. letter. ital. " V (1915) 223-224; G. Zaccagnini, I rimatori bolognesi del secolo XIII, Milano 1933, 39, 121-122, 149; degli studi più recenti si veda: D. De Robertis, Cino e i poeti bolognesi, in " Giorn. stor. " CXXVIII (1951) 273-312; F. Forti, Cultura e poesia intorno allo Studio in Bologna dugentesca, in " Studi e Mem. per la storia dell'Università di Bologna " n.s. I (1956) 267-298; M. Marti, Con D. fra i poeti del suo tempo, Lecce 1966; C. Segre, B. da B., in Dizion. biogr. degli Ital. IX (1967) 265.