BERENSON, Bernardo
Storico e critico d'arte. Nacque in Lituania nel 1865, e poco dopo la sua famiglia emigrò in America, a Boston. Studiò all'università di Harvard. Nel 1887 venne in Europa, con la vaga aspirazione di diventare scrittore, e, visitata l'Italia, decise di darsi allo studio della pittura italiana, seguendo l'indirizzo segnato da Giovanni Morelli. Cinque anni dopo pubblicava i suoi Venetian Painters of the Renaissance (1894), breve saggio generale sulla pittura veneziana, con catalogo delle opere dei più importanti pittori. Subito dopo apparve il volume Lorenzo Lotto (1895), in cui il metodo morelliano è applicato per studiare lo sviluppo d'un pittore dal solo puuto di vista stilistico. Questi lavori, e altri articoli sulla pittura veneziana e sul Correggio, avevano già designatti il B. a successore del Morelli, quando, nel 1896, egli pubblicò i suoi Florentine Painters of the Renaissance, in cui affermava una sua teoria estetica per giudicare l'arte fiorentina. Il libro Central Italian Painters of the Renaissance (1897), analogo ai precedenti nella forma e nell'intento critico; poi, nel 1907, quello sui pittori dell'Italia settentrionale (The North Italian Painters) completarono la serie dei volumetti dedicati alla pittura italiana. Intanto (1903) il B. aveva pubblicata la sua maggiore opera di studioso ricercatore e di critico The Drawings of the Florentine Painters (ora rielaborata per una nuova edizione) e due saggi che meritano speciale menzione, quello su Amico di Sandro (in Gaz. d. Beaux-Arts, 1899), nel quale cercò di ricostruire una personalità artistica traendola da opere attribuite a varî maestri fiorentini; e quello sul Sassetta (in The Burlington Magazine, maggio 1903), ch'è forse il suo saggio critico più attraente. Le più importanti fra le sue ultime opere sono i Venetian Paintings in America (1916) e Three Essays in Method (1927).
L'opera del B. può essere considerata sotto due aspetti: della pura critica formale e della teoria estetica. Il metodo e le conclusioni del B., "conoscitore" d'arte italiana, si sono molto cambiati col tempo. Giovane e studioso del Morelli, egli si era servito della sua grande conoscenza dei pittori minori per togliere nomi illustri a dipinti che non gliene sembravano degni. Ma presto, accortosi del pericolo dei procedimenti morelliani adoperati troppo esclusivamente, prese a rendere più complesso il suo metodo, dando importanza al costume, all'iconografia, ecc., come indizî cronologici, meno valore ai particolari morfologici, e più al carattere generale.
Nella teoria estetica, il B. fece un'importante innovazione: considerò il problema dal punto di vista della psicologia del riguardante e concluse che il godimento di fronte a un'opera d'arte è dovuto alle sue qualità di esaltare le nostre energie vitali. La potente rappresentazione della forma pura nell'arte fiorentina stimola la nostra sensibilità per i "valori tattili", accrescendo il nostro senso di forza. La vivacità dei movimenti ci fa sentire il fremito dell'azione violenta, ma senza fatiche; e quando contempliamo gli sfondi armoniosi dei dipinti umbri, ci sembra di respirare più liberamente. Il B. non nega all'opera d'arte il potere di creare immagini visive che arricchiscono la nostra fantasia, ma ritiene che questa qualità (che egli chiama illustrativa) sia meno fondamentale di quelle che direttamente ci dànno sensazioni di vita, con la rappresentazione del movimento, dello spazio, dei "valori tattili".
Accanto a questa teoria estetica generale gli scritti del B. sono ricchi d'idee critiche, presentate col fascino di una cultura e d'una esperienza eccezionalmente vaste. Sebbene abbia formato il proprio gusto sulla pittura classica, il B. fu difensore dell'impressionismo, scopritore della primitiva arte cinese, e fra i primi critici che esaltassero il Cézanne e il Matisse.
Oltre le opere citate nel testo, del B. vanno r: c7rdate: The Study and Critcism of Italian Art, voll. 3, Londra 1901-2-16; Catalogue of Italian Pictures in the Collection of J. G. Johnson, Philadelphia 1913; Catalogue of Italian Pictures in the Widener Collection, 1916; Essays in the Study of Sienese Paintings, New York 1918; Catalogue of the Italian Pictures in the Michael Friedsam Collection, 1926; Introductory Essay on the Speculum Humanae Salvationis, Roxburghe Club 1927; Studies in Medieval Painting, Yale University Press 1930.