ATTOLICO, Bernardo
Diplomatico, nato a Canneto di Bari il 17 gennaio 1880, morto a Roma il 9 febbraio 1942. Laureato in giurisprudenza all'università di Roma, si avviò dapprima all'insegnamento dell'economia e finanza negli istituti medî (1903-1907) per passare poi nell'ispettorato dell'emigrazione (1907-12), ciò che gli aperse la via alla carriera diplomatica vera e propria (novembre 1919) con la nomina a ministro plenipotenziario. Esplicò dapprima la sua attività in commissioni internazionali anziché in isolate rappresentanze diplomatiche all'estero; soprattutto si specializzò in quegli anni negli uffici ginevrini della Società delle Nazioni, per incarico della quale fu anche, per breve tempo (1920-1921), alto commissario a Danzica, direttore della sezione per la riduzione degli armamenti (1921), vicesegretario generale della società stessa (1922-27). Tenne la prima rappresentanza diplomatica come ambasciatore nel Brasile (febbraio 1927), donde nel maggio 1930, passò con lo stesso grado a Mosca. Di lì, volgendo al tramonto la cosiddetta "politica di Stresa", fu mandato da Mussolini ambasciatore a Berlino (26 luglio 1935), e qui fu uno dei più validi strumenti dell'avvicinamento italo-tedesco sboccato nell'Asse Roma-Berlino del quale, tuttavia, vide acutamente i pericoli, a mano a mano che i rapporti italo-tedeschi si evolvevano verso una reale subordinazione della politica italiana a quella tedesca: e di ciò rese avvertito il governo di Roma con una, sia pur cauta, libertà di linguaggio che fu per quei tempi, notevole e rara e che varie documentazioni recenti hanno messo in luce. Perciò, quando nella primavera del 1940, Mussolini si preparò ad entrare in guerra a fianco dei Tedeschi, la posizione dell'A. a Berlino parve insostenibile: fu richiamato il 29 aprile e nominato ambasciatore presso la S. Sede il 16 maggio successivo; praticamente, col richiamo da Berlino, la sua carriera diplomatica era finita.