STEFONIO, Bernardino
– Nacque in Sabina, nell’attuale Poggio Mirteto, l’8 dicembre 1560 (secondo l’Elogium premesso alla sua raccolta di Posthumae [...] prosae, Roma 1658). Non si conosce l’identità dei genitori, mentre ebbe un fratello di nome Teofilo, anch’egli sacerdote.
Studiò a Roma presso il seminario romano grazie all’intercessione del cardinale Alessando Farnese, ed ebbe tra i propri maestri Muzio Vitelleschi e Francesco Benci. Il 2 febbraio 1580 entrò nella Compagnia di Gesù; fu ordinato a Roma nel 1593 e prese gli ultimi voti il 2 febbraio 1602. Insegnò per cinque anni umanità e, dopo un fallito viaggio in Sicilia, ricoprì la cattedra di retorica presso il Collegio romano dal 1591 al 1602.
Molto ricca fu in questi anni la sua produzione letteraria, di carattere retorico (come dimostrano i testi raccolti nella silloge di Posthumae [...] prosae) e oratorio: l’Oratio de Christi Domini morte, recitata nel giorno di Parasceve del 1599, fu pubblicata in una silloge di Orationes quinquaginta de Christi Domini morte apparsa a Roma nel 1641 (pp. 196-217), mentre tre Orationes Romae habitae (De laudibus beatae Agnetis Politianae virginis, 1601; Laudatio [...] habita in funere Flaminii Delphinii Ferrariensium equitum magistri, 1606; De Sancti Spiritu adventu, recitata il giorno di Pentecoste del 1614) furono spesso riprodotte insieme a partire dall’edizione stampata a Saint-Mihiel nel 1616. Oltre alla scrittura epistolare, testimoniata dalla raccolta di Posthumae [...] epistolae apparsa a Roma nel 1677 insieme con il Tractatu de triplici stylo, si dedicò alla poesia in latino (alcuni componimenti furono raccolti nei Posthuma [...] carmina pubblicati a Roma nel 1655) e in versi maccheronici (sono da datare alla fine del XVI secolo la commedia Macaronis forza e il poema Macaroidos, editi nell’Ottocento).
Presso il Collegio romano, tuttavia, Stefonio si impose soprattutto come autore di tragedie in latino: Sancta Symphorosa, rappresentata in occasione del Carnevale del 1591 e pubblicata postuma a Roma nel 1655 insieme con i cinque atti allegorici intitolati Mimus, il cui primo allestimento fu realizzato nel 1593; Crispus, presentata sempre al Collegio romano nel 1597, e più volte riedita a partire dall’edizione romana del 1601 e da quella napoletana accresciuta del 1604, entrambe controllate dall’autore (del testo venne pubblicato anche l’Argomento, nonché una traduzione in volgare uscita a Napoli nel 1615); e Flavia, composta in occasione del Giubileo del 1600 e stampata anch’essa postuma a Roma nel 1621 (stesso anno in cui apparve anche l’Argomento). Delle tre opere, il Crispus si affermò rapidamente quale testo fondativo di una nuova tragedia cristiana, generando un ampio dibattito teorico testimoniato dalla Difesa pubblicata a Roma nel 1633 da Tarquinio Galluzzi, allievo di Stefonio. Le sue doti di poeta e dotto letterato gli guadagnarono inoltre rapporti di amicizia e corrispondenza con personaggi del calibro di Torquato Tasso, Giovan Battista Guarini, Giambattista Marino, Agostino Mascardi e Angelo Grillo.
Abbandonata la cattedra di retorica per ragioni di salute, Stefonio si trasferì a Napoli dove rimase fino al 1605, quando divenne precettore di Francesco Boncompagni, figlio del duca di Sora Giacomo. In quegli anni alternò soggiorni nella Campagna romana con visite ad amici come Girolamo Teti, che lo ospitò nella propria villa perugina nel 1605. Nel 1608 rientrò a Napoli e riprese a insegnare retorica presso il collegio locale. Nel 1612 tornò a Roma, dove fu prefetto degli studi di lettere presso il Collegio romano dal 1615 al 1619, anno in cui fu chiamato alla corte di Modena come precettore dei figli di Cesare d’Este.
Morì a Modena l’8 dicembre 1620.
Opere. Oltre alle opere a stampa, si conservano numerosi testi manoscritti, alcuni dei quali autografi: Roma, Archivum Romanum Societatis Iesu, Epp., nn. 80 (epistole e componimenti poetici); Biblioteca nazionale, Ges., 125 (Prose e versi latini e volgari del P. Bernardino Stefonio); 7.3.M.20 (Romanae historiae scriptores Graeci minores, Francoforte 1590, con postille autografe); Perugia, Biblioteca Augusta, Fondo Antico, 800 (manoscritto del Crispus vergato dal gesuita Ludovico Aureli, con correzioni autografe). Per altri manoscritti contenenti testi di Stefonio o volgarizzamenti delle sue tragedie cfr. P.O. Kristeller, Iter Italicum, London-Leiden 1967-1992, ad indices. Un’ode latina non riprodotta nella silloge di Posthuma [...] carmina è stampata in P. Farinacci, Decisiones criminales S. Rotae Romanae CCCLXXII, Douai 1616, c. *7rv. Sono state edite Maccaronis forza, a cura di É. du Méril, Paris 1869; G. Zannoni, Il “Macaroidos” di Bernardino Stefonio, in Il Propugnatore, n.s., II (1889), pp. 423-443; Maccheronee, a cura di M. Grandieri, Cassano delle Murge 1997; Crispus, tragoedia, a cura di L. Strappini, Roma 1998 (cfr. la recensione di A. Torino in Aevum, LXXVI (2002), pp. 871-873); Crispus, a cura di A. Torino, in Atti della Accademia nazionale dei Lincei. Rendiconti. Classe di scienze morali, storiche e filologiche, s. 9, XXII (2007), pp. 491-724.
Fonti e Bibl.: M.A. Bonciari, Epistolarum [...] volumen primum, Perugia 1614, p. 691; G. Marino, La lira, I, Venezia 1614, p. 202; A. Grillo, Delle lettere, Venezia 1616, pp. 530 s.; T. Galluzzi, Virgilianae vindicationes et commentarii tres de tragoedia, comoedia, elegia, Roma 1621, pp. 282, 360; B. Gualfreducci, Variorum carminum libri sex, Roma 1622, pp. 57, 202-212; A. Mascardi, Silvarum libri IV, Anversa 1622, pp. 113-118; A. Donati, Carminum volumen primum, Roma 1625, pp. 258-266; G.B. Ferrari, Orationes, Lione 1625, pp. 279-290; V. Guinigi, Allocutiones gymnasticae, Roma [1626], pp. 215-227; N. Villani, Considerationi di messer Fagiano sopra la seconda parte dell’Occhiale del cavaliere Stigliano..., Venezia 1631, p. 16; T. Galluzzi, Rinovazione dell’antica tragedia e Difesa del Crispo, Roma 1633; G.V. Rossi, Pinacotheca imaginum illustrium doctrinae vel ingenii laude virorum, Colonia 1643, pp. 158-161; S. Pallavicino, Del bene libri quattro, Roma 1644, pp. 91 s., 459 s.; Id., Vindicationes Societatis Iesu, Roma 1649, p. 118; P. Ribadeneira - P. Alegambe, Bibliotheca scriptorum Societatis Iesu, Roma 1676, pp. 117 s.; G.A. Patrignani, Menologio di pie memorie d’alcuni religiosi della Compagnia di Gesù, IV, Venezia 1730, pp. 72-74; P.L. Ginguené - F. Salfi, Histoire littéraire d’Italie, XIV, Paris 1835, pp. 228-236; P.V. Alet, Une tragédie latine a Rome l’an 1600, in Etudes de théologie, de philosophie et d’histoire, a cura di C. Daniel - J. Gagarin, II, Paris 1857, pp. 355-410; A. de Backer - C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, Bruxelles-Paris 1890-1932, VII, coll. 1527-1531, IX, col. 862; R.G. Villoslada, Storia del Collegio Romano dal suo inizio (1551) alla soppressione della Compagnia di Gesù (1773), Roma 1954, ad ind.; M. Fumaroli, Théâtre, humanisme et contre-réforme à Rome (1597-1642): l’œuvre du P. B. S. et son influence, in Bulletin de l’Association Guillaume Budé, XXXIII (1974), pp. 397-412; J.-Y. Boriaud, La poésie et le théâtre latins au Collegio Romano d’après les manuscrits du Fondo gesuitico de la Bibliothèque nationale Vittorio Emanuele II, in Mélanges de l’Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée, CII (1990), pp. 77-96; M. Fumaroli, Héros et orateurs. Rhétorique et dramaturgie cornéliennes, Genève 1990, pp. 138-170; M. Corradini, Genova e il Barocco, Milano 1994, pp. 71-81; C. Questa, Il modello senecano nel teatro gesuitico (Lingua, metro, strutture), in Musica e storia, VII (1999), pp. 141-181; E. Sala, «Sine harmonia theatrum non delectat». Il problema del coro nella tragedia gesuitica, ibid., pp. 183-210; B. Filippi, Il teatro degli argomenti. Gli scenari seicenteschi del teatro gesuitico romano, Roma 2001, ad ind.; A. Guerra, Un generale fra le milizie del papa, Milano 2001, ad ind.; Diccionario histórico de la Compañía de Jesús, dir. C.E. O’Neill - J.M. Domínguez, IV, Roma 2001, p. 3632; L. Strappini, La tragedia del buffone. Percorsi del comico e del tragico nel teatro del XVII secolo, Roma 2003, pp. 135-183; A. Torino, B. S. difensore di Costantino nel “Crispus” e sue postille manoscritte all’“Historia Nova” di Zosimo, in Atti della Accademia nazionale dei Lincei. Rendiconti. Classe di scienze morali, storiche e filologiche, s. 9, XIV (2003), pp. 325-347; Id., La tradizione testuale del «Crispus» di B. S. S.J., ibid., pp. 579-608; J.-M. Valentin, L’École, la ville, la cour. Pratiques sociales, enjeux poétologiques et répertoires du théâtre dans l’Empire au XVIIe siècle, Paris 2004, pp. 419-460; A. Torino, Phaedra senza Fedra. Il “Crispus” di B. S. S. J., in Dioniso, 2007, pp. 256-265; M. Saulini, “Il gran piacere che io sento in ragionare con gl’amici”. Lettere di B. S. S.J. (1560-1620) a Valentino Mangioni S.J. (1573-1660), in Archivum historicum Societatis Iesu, LXXVI (2007), pp. 243-360; J.-F. Chevalier, Neo-Latin theatre in Italy, in Neo-Latin drama in early modern Europe, a cura di J. Bloemendal - H.B. Norland, Leiden 2013, pp. 25-102 (in partic. pp. 75-80); F. Lucioli, Jacopo Sadoleto umanista e poeta, Roma 2014, pp. 98-101; M. Saulini, La «rinovazione dell’antica tragedia»: B. S. S.J., in In Verbis, II (2014), pp. 9-18; Ead., B. S. S.J. Un gesuita sabino nella storia del teatro, Roma 2014.