SOZI, Bernardino (Bino). – Figlio di Vincenzo di Bernardino dei Sozi (a tutt’oggi risulta sconosciuto il nome della madre)
, antica e nobile famiglia residente nel rione di Porta Sole a Perugia.
Primo di otto figli, era fratello di Giovanni Paolo, canonico della cattedrale di S. Lorenzo (1572-1629), e cugino di secondo grado di Raffaello di Ursino Sozi (architetto e matematico, 1529-1589), fondatore con il pittore Orazio Alfani dell’Accademia di belle arti di Perugia (1573), la quale forse annoverava il medesimo Bino tra i suoi primi animatori. Lione Pascoli (1732, p. 133) colloca l’esistenza del nostro tra il 1520 e il 1590, ma erroneamente: il padre Vincenzo, infatti, sarebbe nato nel 1511 (Perugia, Archivio storico di S. Pietro, ms. C.M. 217: E. Agostini, Unione di notizie spettanti alle famiglie nobili e civili di Perugia che qui si nominano alfabeticamente, XVII, s.d., c. 84v), desumendosi per il primogenito una data di nascita non anteriore al 1530-35, mentre ancora nel dicembre 1604 Bernardino, «languens corpore et in lectu iacens subinfirmus», aggiungeva un codicillo al suo ultimo testamento del 1599 (Archivio di Stato di Perugia, Notarile, Notaio Pietro Matteo Celletti, 2531, cc. 27r-28v).
La prima testimonianza che abbiamo di lui risale al 1573, data apposta su un disegno autografo conservato nel Cooper Hewitt Museum di New York («Bino Sotij nel primo offitio 1573»): si tratta di un progetto inattuato relativo all’addizione di tre cappelle a un preesistente edificio ottagonale, presumibilmente la chiesa perugina del santo patrono Ercolano, caduta in stato di abbandono dopo il riassetto edilizio conseguente alla costruzione della Rocca Paolina (1542).
Nel dicembre del 1576, preferito a Ludovico Scalza, a Valentino Martelli e a Giuseppe Alessi entro una rosa di quattro candidature individuate dall’Accademia, Sozi fu nominato architetto del Comune di Perugia per il successivo quinquennio, benché venisse sostituito da Martelli già alla fine dell’anno successivo, avendo rimesso il mandato nelle mani dei Priori: il parere di Annibale Mariotti (1788, pp. 259 s.), secondo cui la rinuncia sarebbe stata motivata da uno stipendio non commisurato alla gravosità dell’impegno, è smentito dallo stesso Bino, che nel dicembre 1582 si candidava nuovamente, ma senza successo, per l’incarico municipale, pur rimanendone invariate le condizioni, tranne che per la durata, divenuta annuale. È più probabile, quindi, che la vicenda del 1577 sia da ricondurre alla rivalità tra Sozi e Martelli e a una possibile spartizione dei rispettivi ambiti di competenza: da quel momento, difatti, Bernardino avrebbe operato unicamente per la committenza ecclesiastica, ricevendo una sola commissione civile nel 1580, quando realizzava un arco di trionfo, quasi certamente un apparato effimero, «alla fine della strada nuova» (odierna via Mazzini), una delle spese straordinarie sostenute dal Comune per l’ingresso solenne del nuovo legato pontificio, il cardinale Alessandro Riario (Perugia, Biblioteca Augusta, ms. 1833: Serie de’ legati, vicelegati e governatori di Perugia, X, 1794, pp. 314-323).
Per un quarto di secolo, dal 1578 al 1603, l’architetto fu al servizio del duomo cittadino, dove la presenza del fratello Giovanni Paolo e un rapporto privilegiato con la famiglia Della Corgna, vescovi di Perugia (1550-74) e marchesi di Castiglione del Lago, gli garantirono un numero considerevole di commissioni, anche fuori dal perimetro della cattedrale: qui si devono a Sozi la «scala a lumaca» in muratura che ancora oggi collega il chiostro della canonica con la loggia superiore (1578-82), il disegno del nuovo campanile (post 1596, costruito da Valentino Martelli a partire dal 1606), oltre al monumentale tabernacolo ligneo dell’altare maggiore (intagliato nel 1579-81, per essere dorato e dipinto solo nel 1587), lodatissimo dalle fonti ma inconsultamente distrutto con il rifacimento dell’altare nel 1762 (quanto ne sopravvive è oggi conservato nei depositi del duomo, mentre un disegno d’insieme, realizzato da Baldassarre Orsini a partire da un perduto modellino dell’opera, si trova nel suo Trattato manoscritto del 1778 presso l’Accademia di belle arti di Perugia). Purtroppo perduto è anche il pulpito, provvisto di scale e cattedra e tutto in legno di noce, voluto dal cardinale Fulvio della Corgna sin dalla sua visita pastorale del 1568, ma realizzato solo tra il 1577 e il 1581.
Altri interventi di Bernardino nel tessuto religioso dell’acropoli perugina sono sempre riconducibili al suo ruolo di architetto del S. Lorenzo: il contiguo oratorio della Maestà delle Volte, di cui Sozi (definito «scultore et architetto») progettò l’elegante facciata in mattoni e travertino (1584), fungeva infatti da cappella del seminario (cui venne annesso nel 1566 da Fulvio della Corgna), mentre la chiesa della compagnia della Morte – iniziata da Vincenzo di Giulio Danti nel 1575, l’anno prima di morire, e continuata da Bino fino al 1603 – venne edificata in piazza Piccinino (già dei Gigli) solo dopo che il cardinale Della Corgna ebbe assegnato ai primi sedici devoti la suddetta cappella della Maestà come sede provvisoria (1571); infine la chiesa di S. Andrea del Sopramuro (ora non più esistente), della cui ristrutturazione Sozi si occupò nel 1603, era stata riannessa al capitolo cattedrale da papa Pio II Piccolomini nel 1458. Difficoltà e lungaggini nella costruzione della chiesa della Morte, i cui costi dovevano fungere da parametro per l’erezione della facciata della Maestà, s’intrecciarono con le vicende personali dell’architetto che, vistosi respingere una prima domanda nel 1579, ottenne di far parte della compagnia solo vent’anni dopo, nel 1599.
A Bernardino possono essere ascritte due sole imprese extracittadine, la seconda delle quali riferibile, ancora una volta, al mecenatismo della famiglia Della Corgna: la chiesa di S. Maria della Reggia a Umbertide, cui lavorò nel decennio 1578-88, e una porta in pietra serena (1588, non identificabile) per l’abbazia dei Sette Fratelli a Pietrafitta, nel marchesato di Castiglione del Lago, della quale era commendatario un Fabio della Corgna, chierico della Camera apostolica.
Subentrato per la morte di Galeazzo Alessi (1572) e Giulio Danti (1575), responsabili del primo progetto per la chiesa della Reggia (avviata sin dal 1559-60 e costruita su un terreno concesso dai Graziani di Perugia), Sozi venne pagato nel 1578 «per certi disegni» non meglio specificati, nel 1583 «per sua mercede d’aver fatto uno modello» quasi sicuramente della cupola, e nel 1588 «per sue fatighe per detta chiesa», al cui completamento sovrintese anche durante un successivo soggiorno romano (1588-89). A quanto pare, però, la cupola dell’architetto perugino avrebbe presto minacciato rovina, rendendosi necessaria la sua ricostruzione a opera di Bernardino Sermigni di Umbertide (dal 1623).
Tra le rimanenti opere cittadine, ricordiamo infine l’altare maggiore della chiesa di S. Fortunato (1584, perduto), l’ornamento dell’organo di S. Maria Nuova (1584, realizzato da Marco Pace), l’altare dell’oratorio di S. Agostino (1586, affidato a vari intagliatori, tra cui Giampietro Zuccari e ancora Marco Pace) e due prospetti architettonici che, in assenza di documenti, possono solo essergli attribuiti su base stilistica: il secondo ordine della facciata della chiesa di S. Agostino (1579), sovrapposto in laterizio alla bicromia del prospetto gotico, e la facciata della rinnovata chiesa di S. Luca Evangelista dei Cavalieri di Malta (1586, data leggibile nella lapide sopra il portale).
Fra tutte le opere enumerate, la Maestà delle Volte a Perugia è quella che consente meglio di delineare il gusto e lo stile di Bernardino, improntati a un classicismo di maniera, sobrio ma elegante, d’ispirazione essenzialmente toscana (Michelangelo, Vasari, Buontalenti), ma con l’attenuazione dell’evidenza strutturale a vantaggio di un ‘cromatismo’ quasi tutto di superficie. Robusto e deciso, diversamente, appare il portale della chiesa della Morte (ante 1604), affatto armonizzato con i timidi aggetti della facciata e pertanto da riferire, nelle sue reminiscenze vignolesche, a Vincenzo Danti, quasi certamente l’autore del disegno progettuale conservato in una collezione privata perugina.
Attraverso la rassegna delle fonti documentarie è possibile tratteggiare, in parallelo con quello di Sozi architetto, il profilo di un uomo molto agiato, in possesso di un cospicuo patrimonio (in parte ereditato) e fornito di fiuto e scaltrezza negli affari, quasi sempre di natura speculativa: in un simile contesto, l’attività artistica sembra esser stata portata avanti più per passione personale che per reale necessità, e questo ha contribuito ad alimentare, ingiustamente, un sospetto di ‘dilettantismo’, non certo attenuato dal fatto che alcuni dei lavori di Bernardino si fermassero alla fase ideativa, per essere poi affidati, nella concreta realizzazione, a maestranze specializzate anche forestiere, come il «bel spirito franzese che a sorte […] capitò a Perugia» e che intagliò le statue per il tabernacolo del duomo (Perugia, Biblioteca Augusta, ms. B.4: O. Lancellotti, Scorta Sagra, I, ante 1671, c. 77v).
Fonti e Bibl.: Perugia, Biblioteca Augusta, ms. 1833: Serie de’ legati, vicelegati e governatori di Perugia, X, 1794, pp. 314-323; Archivio di Stato di Perugia, Notarile, Notaio Pietro Matteo Celletti, 2531, cc. 27r-28v.
C. Crispolti jr, Perugia Augusta, Perugia 1648, p. 62; G.F. Morelli, Brevi notizie delle pitture e sculture che adornano l’augusta città di Perugia, Perugia 1683, p. 34; L. Pascoli, Vite de’ pittori, scultori ed architetti perugini, Roma 1732, pp. 132 s.; A. Mariotti, Lettere pittoriche perugine…, Perugia 1788, pp. 251 s., 259 s.; B. Orsini, Risposta alle lettere pittoriche del signore Annibale Mariotti, Perugia 1791, pp. 127 s.; S. Siepi, Descrizione topologico-istorica della città di Perugia…, Perugia 1822, I, pp. 90 s., 371 s., II, p. 816; M. Guardabassi, Indice-guida dei monumenti pagani e cristiani riguardanti l’istoria e l’arte esistenti nella provincia dell’Umbria, Perugia 1872, pp. 178, 182, 357; A. Rossi, Maestri e lavori di legname in Perugia nei secoli XV e XVI, in Giornale di erudizione artistica, I (1872), pp. 320-322, 347-351; L. Bonazzi, Storia di Perugia dalle origini al 1860 (1875-1879), a cura di G. Innamorati, II, Città di Castello 1960, p. 216; R. Gigliarelli, Perugia antica e Perugia moderna, Perugia 1907, p. 346; A. Briganti - M. Magnini, Perugia…, Perugia 1910, pp. 54, 80, 101; Sozi (Sotij), Bernardino (Bino) di Vincenzo, in U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXXI, Lipsia 1937, pp. 315 s.; G. Cecchini, L’Accademia di belle arti di Perugia, Firenze 1954, pp. 95 s.; M.G. Bistoni - G. Casagrande - P. Monacchia, B. S.: architetto della Maestà delle Volte a Perugia, in Esercizi: arte, musica e spettacolo, I (1978), pp. 187-196; V. Tiberia, L’oratorio di S. Agostino a Perugia: appunti per una storia dal XVI al XIX secolo, in Storia dell’arte, 1980, nn. 38-40, pp. 291-310 passim; A. Pallottelli, B. S., tesi di laurea, relatore A. Marabottini, Università di Perugia, a.a. 1981-82 (cui si rimanda per la rassegna delle fonti archivistiche); J. Harris, Architectural drawings in the collection of the Cooper-Hewitt Museum, New York 1982, pp. 11 s.; F.R. Cassano, Perugia e il suo territorio: incisioni dal XV al XIX secolo, II, Monumenti, Perugia 1990, pp. 28 s.; Una città e la sua cattedrale: il duomo di Perugia. Atti del Convegno di studio… 1988, a cura di M.L. Cianini Pierotti, Perugia 1992, ad ind.; Perugia, a cura di M. Montella, Perugia 1993, ad ind.; E. Lunghi, Perugia. La cattedrale di S. Lorenzo, Perugia 1994, pp. 57 s., 99; G.B. Fidanza, Vincenzo Danti architetto, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, XLI (1997 [1998]), pp. 399-403; Dell’architettura civile di Baldassarre Orsini, a cura di A. Soletti - P. Belardi, Roma 1997, pp. 41, 245; F. Capotorto, La chiesa di S. Maria della Reggia a Umbertide, in Palladio, n.s., XIII (2000 [2001]), n. 26, pp. 125-146 (in partic. pp. 132, 138, 142); C. Galassi, La dispersione del patrimonio ligneo in Umbria tra la fine dell’Ottocento e la seconda guerra mondiale, in L’arte del legno tra Umbria e Marche. Dal Manierismo al Rococò. Atti del Convegno, Foligno… 2000, a cura di C. Galassi, Perugia 2001, pp. 43-68 (in partic. pp. 47, 62 s.); Archeologia e arte in Umbria e nei suoi musei, a cura di F. Coarelli - C. Fratini, Perugia 2001, p. 192; A. Grohmann, Omaggio a Perugia, Firenze 2002, pp. 56 s.; Società, Chiesa e ricerca storica, a cura di M. Naro, Caltanissetta 2002, p. 321; G.B. Fidanza, “Mastro Gionpietro Zuccari da Sant’Angelo in Vado intagliatore”: mansioni in bottega e un’aggiunta al catalogo, in Bollettino d’arte, s. 6, LXXXIX (2004), 127, pp. 59-70 (in partic. pp. 61-63); Il diario del viaggio in Spagna del cardinale Francesco Barberini scritto da Cassiano dal Pozzo, a cura di A. Anselmi, Aranjuez 2004, p. 377; P.Y. Le Pogam, De la “cité de Dieu” au “palais du pape”, Rome 2005, p. 231; F.F. Mancini, “De legname stagionato e schiecto”: carpentarii e magistri lignaminis a Perugia tra XV e XVI secolo, in L’arte del legno in Italia: esperienze e indagini a confronto. Atti del Convegno, Pergola… 2002, a cura di G.B. Fidanza, Perugia 2005, pp. 91-112 (in partic. p. 109); M. Nerbano, Il teatro della devozione: confraternite e spettacolo nell’Umbria medievale, Perugia 2006, p. 178; Guida d’Italia del T.C.I., V, Umbria, Milano 2007, ad ind.; R. Caracciolo, Iacopo Vagnucci, vescovo e committente d’arte nel secondo Quattrocento, Perugia 2008, p. 307; A. Grohmann, Il museo della Rocca Paolina a Perugia, in Città e storia, III (2008 [2009]), 1-2, pp. 135-152 (in partic. p. 148); L’archivio dell’Accademia di belle arti Pietro Vannucci di Perugia. Inventario, a cura di V. Angeletti, Perugia 2009, pp. 12 s.; F. Quinterio - F. Canali, Percorsi d’architettura in Umbria, a cura di R. Avellino, Foligno 2010, pp. 394 s.