POLENTA, Bernardino da
POLENTA, Bernardino da. – Figlio di Guido Minore e di una donna appartenente alla casa Fontana, nacque verso la metà del Duecento in una famiglia costituita dai fratelli Ostasio, Lamberto, Bannino, Guiduccio, Nasillo e Manuele e dalle sorelle Francesca e Samaritana.
Sposò Maddalena Malatesti, sorella di Malatesta il Vecchio da Verucchio; dal matrimonio nacquero cinque figli: Franceschina, Guglielmo, Ostasio, poi signore di Ravenna, Polentesia e Zaffone.
Questo legame contribuì a consolidare l’alleanza politica fra Polentani e Malatesti, nel quadro di un rafforzamento dei poteri signorili sulle rispettive città di Ravenna e Rimini. Per conseguire questi obiettivi, Bernardino – figura di notevole rilievo nel casato – collaborò attivamente con il padre esercitando a lungo il controllo e il dominio su Cervia, assai importante per la produzione e il commercio del sale. Sempre in unione con il padre riuscì anche a potenziare la patrimonialità familiare che proprio fra Duecento e Trecento raggiunse la punta più elevata. Inoltre, nella sua grande operosità trascese i limiti di un’azione politica locale, dimostrando di avere capacità di iniziativa e intervento nella vita regionale e nei rapporti interregionali, come dimostra una lunga carriera di podestà in numerose città dell’Italia centro-settentrionale.
La prima testimonianza della carriera politica di Bernardino risale al 26 luglio 1283, quando ricoprì la carica di podestà di Cervia, appena sottratta a Guido di Montefeltro: si tratta di un documento in cui si chiede ai rappresentanti papali di poter estrarre il sale cerviese, versando una determinata cifra alla Camera Apostolica. Il Comune di Ravenna e per esso i Polentani, presentandosi come tutori dei diritti arcivescovili, si radicarono così nella città del sale. Fino almeno al 1311 Bernardino da Polenta e i suoi familiari ne assunsero la podesteria e vi costituirono poi un dominio signorile.
Dopo il 1285 e fra gli anni Ottanta e Novanta Bernardino, con il padre Guido, seguì con maggiore moderazione di Ostasio e Lamberto la politica oscillante e spesso ostile del suo casato verso il Papato. Si impegnò anche in diverse imprese militari con le sue truppe cerviesi: nel 1292 soccorse la città di Faenza dalle interferenze dei bolognesi, dietro i quali forse agivano i rettori papali. Bernardino da Polenta vi divenne podestà, ma chi meglio sfruttò le circostanze fu Maghinardo Pagani da Susinana, aspirante signore di Faenza. Impegnato nel 1299 in preparativi di guerra, fu nel 1302-03 in conflitto con Uberto Malatesti, podestà di Cesena, per questioni relative al controllo di Cesena e del suo territorio (ricopriva, infatti, la carica di visconte nelle terre arcivescovili del comitato di Cesena); Bernardino ne sarebbe venuto a capo con successo soltanto nel 1309. Nello stesso periodo partecipò, con i Bianchi di Firenze e alcune città romagnole e toscane, a scontri armati nel Mugello.
Nel 1306, podestà e capitano del Popolo di Bologna, riuscì a salvare il legato Napoleone Orsini coinvolto nella ribellione dei Bolognesi all’autorità papale. Ma l’impresa militare più prestigiosa condotta da Bernardino con il fratello Lamberto fu quella che sottrasse Ferrara ai veneziani per restituirla al papa e a Francesco d’Este, nella guerra scoppiata nel 1308: memorabile fu la conquista del castello veneziano di Marcamò sul Po di Primaro.
Drammatico per i Polentani fu il giugno 1311, quando Ravennati e Cerviesi misero in atto una ribellione imprigionando parte della famiglia di Bernardino poi liberata il mese seguente dalle autorità pontificie e dalla ripresa di potere dei Polentani. Ancora nel 1312 Bernardino aderì ai guelfi di Toscana e alla causa di re Roberto d’Angiò per combattere Enrico VII.
Il cursus podestarile di Bernardino fu assai intenso: podestà di Cervia (1283, 1285, 1292, 1299, 1301, 1302, 1304, 1305, 1307, 1309, 1311), di Lugo (1283), di Modena (1286-87), di Pistoia (1289), di Milano (1290, 1301), di Faenza (1290, 1292-93), di Forlì (1292), di Rimini (1294), di Bologna (capitano del popolo, 1297 e 1306; podestà, 1306), di Parma (1297), di Cesena (1309-10, 1311-12) e infine di Firenze dove morì, durante il primo semestre, il 22 aprile 1314.
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