CARBONI, Bernardino
Figlio di Rizzardo e di Paola Panteghini, nacque in Brescia il 2 luglio 1726, fratello di Giovanni Battista e di Domenico.
Il padre Rizzardo (nato verso il 1684 e morto l'8 apr. 1754) era stuccatore e intagliatore in legno; sono documentate le cornici in stucco dei tre grandi ovali che si trovano all'interno della chiesa della Carità: di pura e semplice decorazione con gole ed altri elementi lineari, furono pagate a saldo a lui e al fratello Antonio, il 26 febbr. 1729; il 15 ag. 1743 gli veniva pagato un piedistallo per la statua della Madonna del Rosario nella chiesa di S. Clemente.
Dalle Notizie intorno a pittori,scultori e architetti bresciani (Brescia, Civica Bibl. Queriniana, ms. K.V. 4, m. 1, c. 5v) risulta che il C. dovette collaborare con i fratelli sia nell'attività incisoria, sia in quella scultorea, sia anche in quella architettonica. Pur essendo egli specialista in "ornato di legno", allargò la sua attività ad opere in marmo tanto in città come nel contado e fuori, a quanto scrivono di lui i biografi più antichi. Ancora vivente nel 1779, ne è ignoto l'anno di morte.
L'indeterminatezza delle fonti, fra cui eccellono per importanza le Notizie istoriche del fratello Giovanni Battista, il tipo dei lavori (altari, cibori, ecc.) di difficile individuazione e documentazione non ci permettono di farci un'idea esatta delle sua arte e dello svolgersi del suo linguaggio; l'unica opera sicura di lui, il tabernacolo dell'altare del SS.mo Sacramento nella chiesa abbaziale di Montichiari, databile al 1766 (cfr. la lettera alla Zamboni del 9 marzo 1766 [in Boselli, 1968] e le notizie rese note da A.C., Pel secondo centenario dell'erezione del duomo..., Montichiari 1929, p. 19), anche se terminato molto dopo (l'inaugurazione della custodia avvenne nel 1788), appare cosa validissima per l'eleganza delle forme, per la sapienza con cui i vari materiali (bronzo, carrara, lapislazzuli) vengono trattati e uniti; ma in essa la fastosità e la vivacità barocche risentono di una maggiore compostezza che prelude al rigore neoclassico. Sue anche, a dir di A.C., le sedie del coro; già nel 1758 aveva disegnato le cantorie, e nel 1760 il portale della parrocchiale di Coccaglio.
Nessuna fonte cita tra le attività del C. quella per apparati di feste e funerali. Eppure lo Zamboni, fonte quanto mai sicura anche per l'amicizia che lo legava ai Carboni, attribuisce a Bernardino l'apparato della decorazione della facciata del palazzo della Loggia per la festa in onore del card. Ludovico Calini (5 genn. 1767).
Fonti e Bibl.: G. B. Carboni, Notizie istor. delli pittori,scultori,architetti bresciani (1775), a cura di C. Boselli, Brescia 1962, p. 7; B. Zamboni, Mem. intorno alle pubbliche fabbriche più insigni della città di Brescia, Brescia 1778, p. 99; P. Orlandi, Abbecedario pittorico, Firenze 1788, col. 1348; S. Fenaroli, Diz. degli artisti bresciani, Brescia 1877, p. 93; F. Fè d'Ostiani, Storia,tradiz. ed arte per le vie di Brescia, Brescia 1927, p. 58 (gli attribuisce erroneamente il palazzo Soncini); G. Vezzoli, La scultura dei secoli XVII e XVIII, in Storia di Brescia, Brescia 1964, III, pp. 460 s. (gli attribuisce erroneamente il tabernacolo dell'altar maggiore di S. Alessandro e le statuette del tabernacolo di Montichiari); C. Boselli, La validità della cronol. nelle "Glorie di Brescia" di Francesco Maccarinelli e nelle "Notizie istoriche..." di G. B. Carboni, in Arte lombarda, IX (1964), 2 p. 124; Id., Un breve epistol. Carboni-Zamboni(1766-1777), in Saggi e memorie di storia dell'arte, VI (1968), pp. 127 s.; Encicl. di Brescia, Brescia 1975, II, p. 92; U. Thieme-Becker, Künstlerlexikon, V, p. 578.