BUSTI (de' Busti, de Bustis, de' Bustis, da Busto), Bernardino
Figlio del giurista Lorenzo, di nobile famiglia milanese, nacque intorno al 1450 a Milano, pur se il cognome fece a lungo credere che fosse nato a Busto Arsizio. Dopo aver compiuto i primi studi nella città natale, si recò all'università di Pavia per seguirvi i corsi di giurisprudenza; ma tra il 1475 e il 1476, spinto dalla vocazione religiosa manifestatasi in lui sin dalla prima giovinezza, prese l'abito dei francescani osservanti che ricevette dalle mani del provinciale Michele Carcano, nel convento di S. Angelo a Legnano.
Alla memoria del Carcano, che considerò suo maestro, il B. rimase fedele per tutta la vita, imitandone l'opera nella predicazione, nella diffusione del culto per l'Immacolata Concezione e nella lotta per l'istituzione dei Monti di Pietà. In tempi in cui era vivissima la controversia sull'Immacolata Concezione - il B. narra nel Mariale che persino suo padre aveva seguito a lungo i "maculisti" - nei suoi scritti e dal pulpito la difese appassionatamente; contro l'usura, promosse con fervore l'istituzione dei Monti di Pietà, e a Milano trasformò in Monte di Pietà la Società del soccorso.
Dopo l'ordinazione il B. rimase, almeno in un primo tempo, a Legnano, dove arricchì e restaurò la biblioteca del convento di S. Angelo; ben presto si acquistò fama per la calda eloquenza e lo zelo apostolico, tanto da esser richiesto come predicatore in molte città dell'alta Italia. Così, per esempio, nel 1498, mentre predicava a Modena, la sua presenza a Reggio Emilia veniva richiesta dagli Anziani con lettera del 4 aprile.
Poco altro si conosce della vita del B.: l'ultima notizia che su di lui ci sia stata tramandata è del 1513, quando predicava nella cattedrale di Ravenna, esortando i cittadini a contribuire alla costruzione del convento delle clarisse di S. Apollinare. Ricordato dal martirologio francescano all'8 maggio (non è però certo che si tratti della data della morte), morì tra il 1513 e il 1515 e fu sepolto nel convento di S. Maria della Misericordia a Melegnano.
La santità e l'impegno religioso e morale della sua vita, le miracolose visioni di santi che nei suoi scritti il B. ricorda di aver avuto, la fama diffusa ch'egli fosse in possesso di virtù profetiche gli fecero dopo la morte attribuire il titolo di beato che, seppur non riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa, già nel 1521 è attestato dalla Chronica del Glassberger; la credenza poi di una sua origine bustocca fece sì che a Busto Arsizio gli fosse tributato un culto locale testimoniato sino al 1668, quando fu rappresentato in un dipinto esistente nella chiesetta della Cascina dei poveri, nei pressi della città.
Scrittore copioso, il B. compilò in latino, a gloria della madre di Dio, il Mariale, composto da sessantatré trattati in forma di sermone che affrontano i vari aspetti della teologia mariana; il numero dei sermoni fu volutamente scelto dall'autore in memoria degli anni della vita terrena di Maria. Dopo la pubblicazione della prima parte (Mediolani, U. Scinzenzeler, 1492), il Mariale vide per intero la luce l'anno appresso a Milano nella tipografia di L. Pachel; due edizioni vi furono poi nel sec. XV a Strasburgo (M. Flach, 1496 e 1498) e molte altre nel sec. XVI, fino all'ultima di Colonia del 1607. Pur senza alcuna pretesa di originalità teologica, in quanto il B. volle tenersi strettamente aderente alla tradizione cattolica, l'opera sviluppa esaurientemente e organicamente tutti i temi della teologia mariana, particolarmente quelli dell'Immacolata Concezione e della mediazione mariale; così ebbe lunga fortuna di lettori e ampia influenza sui teologi e predicatori che in seguito trattarono l'argomento, tra cui s. Lorenzo da Brindisi e s. Alfonso Maria de' Liguori.
Altra opera impegnativa del B. è il Rosarium Sermonum, raccolta di ottanta sermoni quaresimali, ripartiti per ogni domenica dalla settuagesima alla Pentecoste e per tutti i giorni dal mercoledì delle ceneri all'intera settimana in albis. Scritto nell'intento di fornire ai predicatori ampia e sicura materia teologica da sviluppare poi sul pulpito, la raccolta fu stampata nel 1498 a Venezia da G. Arrivabene, ed ebbe poi molte altre edizioni. Per diffondere il culto mariano il B. raccolse inoltre sessantatré componimenti poetici, suoi ed altrui, in onore della Madonna, e tale raccolta pubblicò col titolo di Corona, insieme a numerosi brani di letteratura devota, nel Thesauro spirituale della b. Vergine Maria, di cui G. A. do Honate fece a Milano due edizioni tra il 1488 e il 1489 e che successivamente venne più volte ripubblicato, spesso arricchito di nuovi componimenti (Mediolani, L. Pachel, 1490;ibid. A. Zarotus, 1492;ibid., U. Scinzenzeler, 1492 e 1494;poi più volte, sino all'edizione romana del 1925 curata da R. Pascucci e alla pubblicazione di una scelta dei componimenti nelle Litanie Lauretane...con commenti poetici del beato B. de' B., a cura di P. Bondioli, Busto Arsizio 1929).
Nella lotta per l'istituzione dei Monti di Pietà che oppose l'Ordine francescano non solo agli usurai, che vedevano in pericolo i loro guadagni, ma anche ai domenicani e agli agostiniani, che intransigentemente consideravano usura anche i modesti interessi richiesti dai Monti e necessari per permettere la loro sopravvivenza, il B. non intervenne solo, come si disse, con l'azione, ma anche con gli scritti. Pubblicò infatti un noto Defensorium Montis pietatis contra figmenta omnia aemulae falsitatis (Mediolani, U. Scinzenzeler, 1497, in seguito più volte ripubblicato) in cui difendeva, seguendo la teoria del Carcano, la legittimità dei prestiti ad interesse minimo; ad esso, secondò i vecchi bibliografi, avrebbe fatto seguire un Consilium de retrovendendo et de pacto retrovendendi, che non ci è pervenuto, a meno che non sia da identificarsi col Defensorium stesso.
A testimoniare infine la devozione del B. ci restano anche vari uffici (Officiumet Missa gloriosissimi Nominis Iesu,Officium et Missa Immaculatae Conceptionis Beatae Mariae Virginis,Officium et Missa de gaudiis Beatae Mariae Virginis,Officium et Missa Sanctae Crucis et Passionis Domini,Officium de planctu Beatae Maria Virginis), pubbl. nel Thesauro spirituale prima della Corona. Di essi, l'ufficio del nome di Gesù ricevette l'approvazione di Sisto IV, come risulta dalla bolla Salvatoris Domini nostri Iesu Christi di Clemente VII (25 febbr. 1530), ed è ancora recitato nel giorno dedicato al nome di Gesù per disposizione di Innocenzo XIII; Sisto IV approvò anche, col breve Libenter ad ea del 4 ott. 1480, l'ufficio dell'Immacolata Concezione: quest'ultimo può leggersi anche in tutte le edizioni del Mariale, eccettuata quella di Colonia del 1607.
Per quel che riguarda altri trattatelli attribuitigli nel passato, e cioè un Opusculumde Immaculata Conceptione, un Elucidarium sul medesimo argomento, un Tractatus de imitatione Christi per assumptionem status Tertii Ordinis de poenitentia e un'Expositiosuper orationem dominicam, appare probabile che i primi due siano da identificare con la prima parte del Mariale, composta da nove sermoni sull'Immacolata Concezione: il terzo non è altro che il sermone XXVII del Rosarium, rist. da A. Silli (in Studia,originem,provectumatque complementum Tertii Ordinis... concernentia, II, Neapoli 1621, pp. 68-85); dell'ultima non si ha notizia, a meno che non sia identificabile anch'essa con uno dei sermoni del Rosarium.
Fonti e Bibl.: E. Sedulio, Historia seraphica, Antverpiae 1613, p. 115; N. Glassberger, Chronica fratrum minorum observ., in Analecta francisc., II (1887), pp. 396 s.; L. Wadding, Scriptores Ordinis minorum, Romae 1806, pp. 38 s.; Id., Annales minorum, XIII, ad Claras Aquas 1932, p. 508; XIV, ibid. 1933, pp. 107, 293; XV, ibid. 1933, pp. 261 s.; J. H. Sbaralea, Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci, I, Romae 1933, pp. 133 s.; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae catholicae, II, Oeniponti 1906, coll. 1001-1003; Martyrologium fratrum minorum provinciae mediolanensis, a cura di P. M. Sevesi, Seroni 1929, p. 49; A. Balletti, Il Santo Monte della Pietà di Reggio nell'Emilia, Reggio Emilia 1930, p. 78; J. Schnitzer, Savonarola, II, Milano 1931, pp. 238, 245, 265, 286; H. Livvens, Bullarium fratrum minorum de observantia, in Archivum franc. historicwn, XXIV(1931), pp. 259, 534; P. M. Sevesi, S. Maria della Misericordia in Melegnano, Melegnano 1932, pp. 57-66; Id., L'Ordine dei frati minori, I, Milano 1942, pp. 165 s.; F. Cucchi, La mediazione univers. della Santissima Vergine negli scritti di B. de' B., Milano 1942; G. Galli, Due ignote edizioni quattrocentine della "Corona della beatissima Vergine Maria" di fra' B. de' B., in Misc. bibliografica in mem. di don T. Accurti, a cura di L. Donati, Roma 1947, pp. 103-24; A. Emmen, Einführung in die Martologie der Oxforder Franziskanerschule, in Franziskan. Studien, XXXIX(1957), pp. 116 s., 120, 146, 196 s., 202 s.; K. Balié, Die Corredemptrixfrage innerhalb der franzisk. Theologie,ibid., pp. 219, 238-44, 255, 2623 265; M. Mückschoff, Die mariologische Prädestination im Denken derfranzisk. Theologie,ibid., pp. 449 s.; M. Petrocchi, La devozione alla Vergine negli scritti di pietà del Cinquecento italiano, in Problemi di vita relig. in Italia nel Cinquecento, Padova 1960, pp. 281 s.; G. Zaccaria, Catalogo degli incunaboli della Bibl. comunale di Assisi, Firenze 1961, pp. 35 s.; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, V, nn. 5802-5813; Dict. d'Hist. et de Géogr. Eccl., VIII, col. 786; Enc. Cattolica, II, coll. 1405 s.; Lexicon für Theologie und Kirche, II, col. 251; Biblioth. Sanctorum, III, coll. 616-18.