BARBUGLIO (Barbulejo, Barbojo), Bernardino Adriano
Nacque probabilmente a Ferrara intorno al 1480, di famiglia originaria di Adria. A Ferrara compi la sua educazione alla scuola di Battista Guarini senior, dove ebbe per condiscepolo Lelio Gregorio Giraldi, che al B. dedicherà i sintagmata IV e V della sua De deis gentium varia et multiplex Historia, rievocando la fraterna amicizia che sin dall'adolescenza li aveva uniti.
Nella città estense, dove abitava una casa in contrada S. Gregorio, acquistò molta fama come grammatico e come maestro: aveva una sua scuola dalla quale uscirono ottimi allievi. L. G. Giraldi esalta quest'attìvità ponendola allo stesso livello dell'alto magistero allora svolto dal più celebre Celio Calcagnini.
G. A. Scalabrini, nelle Memorie istoriche delle chiese di Ferrara e de' suoi borghi, Ferrara 1773, pp. 360-61, affermò che la scuola del B. fu frequentata anche da Ludovico Ariosto e dai suoi fratelli: l'ipotesi è improbabile giacché i due appartenevano alla stessa generazione, e d'altronde i rapporti fra il B. e la famiglia Ariostosono documentati solo a partire dal 1533, anno in cui il B. fu incaricato dalla famiglia del poeta di curare alcuni negozi.
Lo stesso Giraldi ricorda la biblioteca del B. (donata poi all'episcopato di Ferrara) come "refertissima de omni librorum genere": in omaggio alla sua fama di erudito nel 1540 Camillo Ricchieri dedicò al B. l'undicesimo libro delle Lectiones di Ludovico Ricchieri (Celio Rodigino), che durante il soggiorno a Ferrara aveva avuto modo di conoscere e apprezzare la cultura del Barbuglio. Questi promosse la pubblicazione della storia romana di Dione Cassio volgarizzata da Nicolò Leoniceno, Delle guerre et fatti de' Romani, che vide la luce a Venezia, presso N. Zoppino, nel 1533, e compose forse lui stesso una storia dei principi d'Este.
Quanto alla sua carriera sacerdotale, nel 1523 gli fu concesso il coadiutorato per la chiesa parrocchiale di S. Pietro, di cui nel 1527 o 1528 divenne rettore unico (alcuni documenti attestano che il B. ricoprì, nel terzo e quarto decennio del secolo, la carica di "sindico" delle chiese parrocchiali ferraresi).
Anche in questa attività si segnalò l'iniziativa del B. che favorì importanti lavori di miglioramento della chiesa di S. Pietro: cambiato l'orientamento della facciata che prima si apriva su un vicolo buio, si mutò la collocazione dell'altare maggiore per il quale il B. ordinò un'icona a Benvenuto Tisi detto il Garofalo, cui era legato da rapporti di amicizìa. Una seconda tela commissionata a questo pittore per la chiesa di S. Pietro reca l'effige dello stesso B., ritratto ai piedi del Crocifisso.
Dal 1535 il B. aveva fatto collocare all'intemo della chiesa di S. Pietro un sarcofago destinato alla sua sepoltura, e l'anno seguente aveva dettato il suo testamento, ma sappiamo che viveva ancora nell'anno 1548.
Fonti e Bibl.: L. G. Giraldi, De deis gentium varia et muffiplex Historia, libris sive Syntagmatibus XVII comprehensa, Basileae 1560, pp. 130, 155; L. C. Rhodiginus, Lectionum antiquarum, II, Lugduni 1562, pp. 1-3; A. F. Borsetti, Historia almi Ferrariae gymnasii, II, Ferrariae 1735, p. 332; L. Ughi, Diz. stor. degli uomini illustri ferraresi, Ferrara 1804, 1, p. 50; G. Baruffaldi, La vita di M. Ludovico Ariosto, Ferrara 1807, p. 55; Id., Memorie istoriche di B. B., Ferrara 1813, pp. VIII-XIV; V. Faustini, Osservazioni sopra le memorie istoriche di B. B. pubblicate dal signor abate G. Baruffaldi, I, Ferrara 1813, pp. IV, VIII, XVI, XVIII s.; M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto, I, Genève 1930, pp. 89-90.