Nome di varî santi e beati:
1. B. degli Albizzeschi: v. oltre, B. da Siena (n. 5).
2. B. da Aquila (o da Fossa), beato: v. Amici, Giovanni, beato.
3. B. da Feltre (al secolo Martino Tomitano), beato. Predicatore francescano (Feltre 1439 - Pavia 1494), figlio di Corona Rambaldoni cugina di Vittorino da Feltre; studente a Padova, entrò fra i minori nel 1456; sacerdote nel 1463, lettore conventuale, cominciò a predicare nel 1469 a Mantova e dal 1471 divenne noto e ricercato, mentre aveva cariche (fino a vicario provinciale, 1483-84) nell'ordine. Anche con rischio della vita e attirandosi l'inimicizia dei governanti, combatté la licenziosità e l'usura, adoperandosi negli ultimi 10 anni per l'istituzione di monti di pietà. Delle non molte prediche conservate, le più (Sermoni del b. B. da F., editi nel 1940) sono giunte in redazione alquanto alterata. Culto confermato nel 1654; festa, 28 settembre.
4. B. Realino, santo. Direttore di coscienze (Carpi 1530 - Lecce 1616); dapprima giurista, podestà, amministratore del marchese d'Ávalos, nel 1564 entrò a Lecce (1574) per aprirvi un collegio dell'ordine, vi rimase fino alla morte, universalmente venerato; beatificato nel 1896, fu canonizzato nel 1946; festa, 2 luglio; si hanno a stampa sue Lettere spirituali (1854).
5. B. da Siena, santo. Predicatore (Massa Marittima 1380 - Aquila 1444), della nobile famiglia senese degli Albizzeschi; francescano nel 1403, autorizzato a predicare nel 1405, dal 1417 estese la sua attività fuori della Toscana alle principali città dell'Italia settentr. e centrale, ricercatissimo ovunque. Fu propagatore della riforma dell'Osservanza (vicario generale, 1438) e particolarmente della devozione al s. Nome di Gesù, a causa della quale fu anche accusato di eresia (1426 e 1431), ma sempre riconosciuto innocente, anzi lodato da Eugenio IV (1432). Di mirabile eloquenza, quasi incredibili erano gli effetti delle sue prediche: si componevano liti e inimicizie, si bruciavano vanità, si pentivano i più induriti nel peccato, le folle singhiozzavano e imploravano misericordia. Le sue opere latine autentiche (ediz. critica dei francescani di Quaracchi, 9 voll., 1950-65) consistono per lo più in raccolte di sermones (Quadragesimale de christiana religione, Quadragesimale de evangelio aeterno, De vita christiana, De Spiritu Sancto et de inspirationibus, ecc.) che possono considerarsi come veri e proprî trattati teologici, particolarmente di teologia morale (notevole l'influsso su di lui di Ubertino da Casale e di Pier di G. Olivi, dai cui scritti attinse con oculatezza). In volgare si hanno alcuni importanti trattatelli, lettere e poco altro (Opere volgari, 1938). Tra le reportationes di prediche in volgare, spicca il quaresimale tenuto a Siena nel 1427 (3 voll., 1880-88). Di varie altre opere attribuitegli dalla tradizione, alcune sono sicuramente spurie, altre tuttora d'incerta autenticità. Canonizzato nel 1450; festa, 20 maggio.