• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

Mandeville, Bernard de

Dizionario di filosofia (2009)
  • Condividi

Mandeville, Bernard de


Medico e scrittore olandese, naturalizzato britannico (Rotterdam 1670- Hackney, Londra, 1733). Figlio di un medico che esercitava a Dordrecht, fu per qualche tempo a Rotterdam alla scuola di Erasmo, uscendo dalla quale scrisse una Oratio scholastica de medicina (1685). Passato all’univ. di Leida vi sostenne nel 1689 una tesi De brutorum operationibus in cui si mostra seguace della teoria cartesiana dell’automatismo degli animali, e nel 1691 si laureò in medicina, pronunciando la prolusione De chylosi vitiata. Poco dopo si trasferì in Inghilterra, dove iniziò la sua attività letteraria, componendo poesie burlesche (Typhon, or the wars between the gods and the giants, 1704) e dialoghi satirici (The virgin unmask’d, or female dialogues, 1709). In Inghilterra continuò anche a occuparsi di medicina, in partic. di isteria, pubblicando A treatise on the hypochondriack and hysterick passions. In three dialogues (1711), un trattato in cui confutava la terapia puramente speculativa delle malattie nervose e sosteneva la tesi della loro origine organica (nel cattivo funzionamento dello stomaco), dimostrando al contempo grande attenzione per le convinzioni del malato. La sua fama è legata a The grumbling hive, or knaves turned honest, poema satirico di circa cinquecento versi, pubblicato anonimo nel 1705, poi ristampato nel 1714 con il titolo The fable of the bees, or private vices, publick benefits (trad. it. La favola delle api: ovvero, vizi privati, pubblici benefici), assieme a An inquiry into the origin of moral virtue (trad. it. Ricerca sull’origine della virtù morale) e a una serie di note esplicative. Il testo, che conobbe in seguito diverse edizioni (particolarmente importante quella del 1723, integrata da un Saggio sulla carità e sulle scuole della carità e da una Ricerca sulla natura della società), ebbe notevole successo e suscitò grande scandalo. In esso M. attacca le posizioni filosofiche di Shaftesbury e la sua dottrina dell’innato senso morale servendosi di un apologo: in un vasto alveare, abitato da una moltitudine di api, commercio e industria prosperavano, alimentati dal lusso, dalla volubilità e dal vizio, che davano lavoro a milioni di poveri, finché un giorno Giove, adirato, impose la virtù, e in breve tempo il lusso scomparve, giudici e poliziotti si trovarono disoccupati, le prigioni si svuotarono e la comunità di api finì per ridursi a un piccolo alveare. Come si evince soprattutto dai commentari, l’autore intendeva anzitutto offrire una rappresentazione schiettamente realistica della nascente società borghese, dei suoi meccanismi di funzionamento; forte delle sue conoscenze economiche, egli intendeva anche sottolineare l’inapplicabilità di una concezione morale rigoristica, fondata cioè sul principio della carità, in una grande società basata sul commercio e sul denaro, in cui l’accumulazione di ricchezza presuppone l’esistenza di milioni di «poveri che lavorano», mantenuti nell’ignoranza. Sulla base di tale cruda diagnosi, M. conclude l’apologo sollecitando una scelta tra due tipi di società: «la semplice virtù non può fare vivere le nazioni/nello splendore: chi vuole fare tornare/ l’età dell’oro, deve tenersi pronto/ per le ghiande come per l’onestà». Questa visione della società, in virtù della quale M. sostiene anche i principi del liberalismo economico, si inserisce in un’argomentazione di carattere più generalmente filosofico, che spiega in termini utilitaristici la morale, mostrando come essa derivi dalle modificazioni di una passione naturale (l’orgoglio o preferenza di sé), a loro volta finalizzate alla cooperazione sociale. Contro il libro, censurato dal Grand Jury del Middlesex, non mancarono repliche, tra le quali, oltre a quella di Berkeley, sono da ricordare quelle di W. Law, di J. Dennis e di J. Brown. Sulla sua concezione M. tornò a insistere nei Free thoughts on religion, Church, government (1720; trad. it. Liberi pensieri sulla religione, la Chiesa e il felice stato della nazione) e in A letter to Dion occasioned by his book called Alciphron (1732), in cui ribatteva alle critiche rivoltegli da Berkeley nel secondo dialogo del suo Alciphron (1732).

Vedi anche
Francis Hutcheson Hutcheson ‹hḁ´čisn›, Francis. - Filosofo (Drumalig, Irlanda, 1694 - Glasgow 1746), prof. di filosofia morale all'univ. di Glasgow (dal 1729). La filosofia di Hutcheson, Francis, che è considerato il fondatore della cosiddetta scuola scozzese, poi rappresentata principalmente da Th. Reid, ha importanza ... risparmio economia Rinuncia a consumare una parte del reddito netto, in natura o in moneta, e anche i beni non consumati o il loro equivalente monetario, indipendentemente dall’uso che ne intenda fare il risparmiatore. Nel linguaggio scientifico il termine è usato, a volte, con riferimento a tutta l’eccedenza ... capitalismo Nell’accezione comune, sistema economico in cui il capitale è di proprietà privata (sinonimo di ‘economia d’iniziativa privata’ o ‘economia di libero mercato’). Nell’accezione originaria, formulata con intento fortemente critico da pensatori socialisti e poi sviluppata nelle teorie marxiste, sistema ... etica In senso ampio, quel ramo della filosofia che si occupa di qualsiasi forma di comportamento (gr. ἦθος) umano, politico, giuridico o morale; in senso stretto, invece, l’etica va distinta sia dalla politica sia dal diritto, in quanto ramo della filosofia che si occupa più specificamente della sfera delle ...
Tag
  • INGHILTERRA
  • LIBERALISMO
  • ROTTERDAM
  • DORDRECHT
  • ISTERIA
Altri risultati per Mandeville, Bernard de
  • Mandeville, Bernard de
    Dizionario di Economia e Finanza (2012)
    Filosofo e medico olandese (Dordrecht 1670 - Hackney 1733). Dopo aver conseguito la laurea in medicina all’Università di Leida nel 1869, si trasferì  a Londra dove nel 1705 pubblicò la sua opera più famosa, The grumbling hive, or knaves turn’d honest (1705, ristampata poi nel 1714, sempre a Londra, ...
  • Mandeville, Bernard de
    Dizionario di Storia (2010)
    Scrittore, pensatore, medico olandese (Dordrecht 1670-Hackney 1733). Studiò all’univ. di Leida, dove si laureò nel 1691 in medicina. Nato in Olanda, oriundo francese, appartiene tuttavia, per spirito e mentalità, all’Inghilterra, dove visse la seconda parte della sua vita e pubblicò numerose opere, ...
  • Mandeville, Bernard de
    Enciclopedia on line
    Scrittore, pensatore, medico (Dordrecht 1670 - Hackney 1733). Nella sua opera più famosa, The fable of bees, or private vices, publick benefits (1714) M. sostenne che gli impulsi derivanti dal naturale egoismo dell'uomo (la ricerca della ricchezza, del piacere, degli onori) non vanno repressi, perché ...
  • MANDEVILLE, Bernard de
    Enciclopedia Italiana (1934)
    Goffredo COPPOLA Guido CALOGERO Salvatore ROSATI Scrittore, pensatore e medico, oriundo francese, nato a Dordrecht circa il 1670, morto a Hackney il 19 o 21 gennaio 1733. Figlio d'un medico che esercitava a Dordrecht, fu per qualche tempo a Rotterdam alla scuola di Erasmo, uscendo dalla quale scrisse ...
Vocabolario
bernardo l’eremita
bernardo l'eremita bernardo l’eremita locuz. usata come s. m. [dal fr. bernard-l’hermite, di creazione burlesca provenz.]. – Crostaceo marino della famiglia paguridi, che si appropria di conchiglie di molluschi entro cui insinua l’addome....
bernarda
bernarda s. f. [dal nome di persona Bernarda]. – 1. Antica unità di misura di capacità per aridi usata in Romagna dal sec. 14° al 16°, equivalente a poco più di 14 litri. Una misura più ridotta era chiamata bernardèlla. 2. Denominazione...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali