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BERNABEI, Tommaso, detto il Papacello

di Maria Teresa Calvano - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967)
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BERNABEI, Tommaso, detto il Papacello

Maria Teresa Calvano

Nacque a Cortona tra il 1490 e il 1500, e in questa città si svolse la sua attività giovanile che lo vide attivo insieme con Turpino Zaccagna e con Francesco Signorelli, che sempre con lui vengono citati come i più noti tra gli scolari di Luca Signorelli.

Negli anni subito dopo il 1520, probabilmente la sua opera era limitata ad interventi parziali su opere commesse a Luca e da lui in parte svolte, o anche alla realizzazione di tele da cartoni di Luca che comunque portano sempre la firma del maestro; è questo il caso di una Presentazione di Gesù al Tempio, ora all'ospedale di Cortona, che era stata commessa a Luca nel 1521, o della pala della collegiata di Foiano consegnata pochi mesi prima della morte di Luca (1523), e probabilmente eseguita totalmente dal Bernabei. Del 1524 è la sua prima opera certa (completa di distico dedicatorio) in S. Maria delle Grazie al Calcinaio presso Cortona, l'Immacolata Concezione. I modi sono quelli dell'ultimo Signorelli, ma la sicurezza plastica e compositiva del maestro appare qui alquanto indebolita: il modellato si fa fiacco, i colori crudi, la tensione chiaroscurale del Signorelli si allenta in una serie di ombre plumbee e sfumature gessose. Nella stessa chiesa, assai vicina stilisticamente e quindi cronologicamente alla Concezione,il B. lasciò una tela raffigurante L'Adorazione dei Magi.

Negli anni intorno al 1525 G. B. Caporali giunse a Cortona e assunse l'incarico di decorare a fresco il soffitto del salone del palazzo del card. Silvio Passerini (il cosidetto Palazzone); e, mentre realizzava le decorazioni architettoniche e le inquadrature, lasciò al B. il compito di tradurre a fresco i suoi cartoni con sedici episodi tratti dalla Storia romana. Gli affreschi, terminati prima del maggio 1527, testimoniano dell'evoluzione stilistica del B., che a contatto con G. B. Caporali adotta una composizione più ampia e sonora, adeguandosi sia pur modestamente ai nuovi modi romani, tra Raffaello e Giulio Romano. In questo stesso anno (1527) una sua Annunciazione per la chiesa del Calcinaio conferma questa modesta fusione di modi signorelliani e raffaelleschi; e, sempre al Calcinaio, una più tarda Assunzione della Vergine accusa nell'agitato gruppo degli apostoli di fronte al sepolcro di Maria inquietudini già manieristiche.

Al seguito di G. B. Caporali il B. operò in varie località dell'Umbria: nel 1532 si impegnava, insieme con T. Porro, con i canonici di S. Lorenzo a Spello a condurre a termine una vetrata per quella chiesa, ora distrutta (Salmi, 1923-24). In un documento del 1540, conservato nell'archivio perugino (Salmi, 1923-24), G. B. Caporali si fa garante dell'impegno assunto dal B. di portare alcune correzioni a una Madonna con Bambino, che era stata da lui eseguita per la chiesa di S. Maria di Cesi (Spoleto); si tratta di un affresco realizzato secondo i consueti moduli di questa sua seconda maniera più aperta ad influenze romane. Nello stesso anno è impegnato insieme coi Caporali nella decorazione di archi di trionfo eretti in Perugia in occasione della visita di Paolo III. Ed è Proprio qui a Perugia che si conclude la sua attività di frescante con commissioni di una certa importanza per opere di livello più alto di quante fin qui portate a termine dal suo modesto talento.

Il 21 ag. 1542 il B. ricevette un acconto (insieme con Lattanzio Pagani e con Raffaellino dal Colle) per gli affreschi (perduti) nel nuovo appartamento del governatore nella Rocca Paolina (cfr. Salmi, 1923-24; ma lo Gnoli contesta che esso si riferisca al B. e a lavori per la Rocca Paolina). Restano, a testimonianza della sua attività perugina e della fase più matura della sua arte, gli affreschi del soffitto e delle pareti della "sala rossa" nel palazzo dei Priori di quella città (ora sala XX della Galleria nazionale), eseguiti nel 1546 (Guardabassi), con Storie della vita di Braccio Fortebraccio, articolate in quattro episodi. Ma più che negli affreschi delle pareti in cui il B. operò insieme con aiuti (tra gli altri quel Vittore Cirelli con cui aveva già collaborato in una mediocre tavola raffigurante l'Annunziata tra i ss. Fedele e Lazzaro per la chiesa di S. Fedele a Montone), gli accenti migliori sono da lui raggiunti nel fregio del soffitto raffigurante dodici famosi Guerrieri perugini; qui la composizione più sciolta si accosta in certo senso a suggestioni manieristiche vicine ai modi degli Zuccari (Salmi). è il momento di maggiore impegno e di più intensa attività di questo mediocre provinciale; sappiamo che si trattenne ancora a Perugia: una tavola per la cappella degli Oddi nella chiesa di S. Francesco, che il B. avrebbe dovuto dipingere nel 1553 insieme con Vincenzo Pagani, è perduta.

In quell'anno, il 27 luglio, il B. assisté in qualità di testimone alla stesura dei testamento di G. B. Caporali; poi non si ha sua notizia fino alla data della morte avvenuta a Cortona il 18 maggio 1559.

Accanto alle opere certe sopra menzionate si pone la lunga serie di attribuzioni che riguardano soprattutto l'attività giovanile del B., quando abbastanza difficile è distinguere la sua mano da quella dell'ultimo Signorelli in numerose tele e affreschi tradizionalmente attribuiti a Luca.

Bibl.: G. Vasari, Le Vite…, a cura di G. Milanesi, III, Firenze 1878, p. 694; IV, ibid. 1879, p. 533; C. Crispolti, Perugia augusta, Perugia 1648, p. 26; G. F. Morelli, Guida di Perugia, Perugia 1683, p. 142; F. Baldinucci, Not. dei Professori del disegno…, III, Firenze 1728, p. 187; B. Orsini, Guida di Perugia, Perugia 1784. pp. 267, 327; G. Pinucci, Mem. stor. di S. Maria delle Grazie al Calcinaio, Firenze 1792, pp. 129, 135; A. Ricci, Mem. storiche della Marca d'Ancona, Bologna 1834, II, p. 124; M. Guardabassi, Indice guida dei monum. dell'Umbria, Perugia 1872, pp. 47, 129, 196, 274; C. Pini-G. Milanesi. La scrittura d'arte italiana, Firenze 1876, disp. n. 8; J. A.Crowe-G. B. Cavalcaselle, Storia della pittura in Italia…, Firenze 1898, VIII, p. 521; A.Della Cella. Cortona antica, Cortona 1900. p. 99; G. Mancini, Cortona. Montecchio Fesponi e Castolfiorentino, Bergamo 1909, p. 107; A. Venturi, Storia dell'arte ital., VII, 2, Milano 1913. pp. 406, 409; M. Salmi, T. B.detto il Papacello, in Boll. arte, s. 2, III (1923-1924), pp. 167-182; U. Gnoli, Pittori e miniatori nell'Umbria, Spoleto 1923, pp. 331-333; M. Salmi, L. Signorelli a Morra, in Riv. d'arte. XXV(1950), p. 131; Id., Chiosa signorelliana, in Commentari, IV(1953), p. 116; Id., L. Signorelli, Novara 1953, p. 36; M. Moriondo, Mostra di L. Signorelli (catal. della mostra di Cortona), Firenze 1953, p. 127; F. Santi, La Gall. naz. umbra, Roma 1956, p. 35; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, XXVI, p. 216 (sub voce Papacello, con ulter. bibliogr.).

Vedi anche
Signorèlli, Luca Signorèlli, Luca. - Pittore (Cortona tra il 1445 e il 1450 - ivi 1523). Secondo G. Vasari fu allievo di Piero della Francesca, come confermano gli scarsi frammenti dell'affresco giovanile per la torre del Vescovo a Città di Castello (Madonna con Bambino e i ss. Girolamo e Paolo, 1474), conservato nella ... Bandinèlli, Baccio Bandinèlli, Baccio. - Scultore e pittore (Firenze 1488 - ivi 1560). Allievo del padre, l'orafo Michelagnolo di Viviano de' Brandini, e poi di G. Rustici, protetto dai Medici, ebbe molte commissioni a Firenze: S. Pietro (1515, duomo), Orfeo (pal. Medici), Ercole e Caco (1534, Piazza della Signoria), monumento ... Lorenzétti, Pietro Lorenzétti, Pietro. - Pittore (m. forse a Siena nella pestilenza del 1348). Attivo soprattutto a Siena e ad Assisi, risentì dell'arte di Duccio da Boninsegna e assimilò le suggestioni volumetrico-spaziali di Giotto, aggiungendovi un personale senso di drammaticità e di partecipazione agli eventi rappresentati ... Cortona Comune della prov. di Arezzo (342,4 km2 con 22.901 ab. nel 2008). ● Fu centro etrusco, in posizione egemone rispetto all’organizzazione viaria e produttiva della Val di Chiana. Del suo ruolo preminente sono segno i resti della cinta muraria, la tipologia delle tombe (i ‘meloni’ del Sodo e di Camucìa, ...
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Altri risultati per BERNABEI, Tommaso, detto il Papacello
  • Papacèllo, Tommaso Bernabei detto il
    Enciclopedia on line
    Pittore (Cortona 1500 circa - ivi 1559), affrescò (1525 circa) a Cortona, con G. Caporali, il gran salone di villa Passerini, e (1527) dipinse un'Annunciazione per la chiesa del Calcinaio. La sua opera migliore è il fregio nel palazzo dei Priori a Perugia. Scolaro di L. Signorelli, subì poi, attraverso ...
  • PAPACELLO
    Enciclopedia Italiana (1935)
    Tommaso Bernabei, detto il Papacello, pittore, nacque verso la fine del sec. XV a Cortona, dove morì il 10 maggio 1559. Verso il 1525 affrescò, insieme con G.B. Caporali, il gran salone di villa Passerini, detto il Palazzone, con storie di Roma e figure di eroi. Nel 1527 dipinge per la chiesa del Calcinaio, ...
Vocabolario
détto
detto détto agg. e s. m. [lat. dĭctus, dĭctum]. – 1. In funzione di participio, oltre agli usi di dire, sono da notare le frasi: è presto d., si fa presto a dire, non è cosa tanto facile come sembra; propriamente d.; così d. (v. cosiddetto);...
détta
detta détta s. f. [der. di dire, part. pass. detto]. – 1. Atto del dire, cosa detta, nella locuz. a detta di ..., a detta sua e sim., cioè «secondo ciò che dice ...»: a detta di tutti; a detta di chi se ne intende; a detta degli esperti....
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