BERNABEI, Domenico, detto Domenico da Cortona, il Boccadoro (le Boccador)
Non conosciamo la data di nascita del B., ma generalmente essa èfissata intorno al 1470, poiché risulta che nel 1510, quando si naturalizzò francese, egli aveva circa quarant'anni.
Secondo G. G. Sernini (cfr. Mancini, 1897) e F. Gori, il B. era originario di Cortona, e infatti negli archivi di Cortona vengono nominati numerosi Bernabei, tra cui uno, orefice, della fine del sec. XV, soprannominato "Beccaloro ". Nei documenti francesi del sec. XVI riguardanti il B. egli è sempre indicato come "Becalor" o "Becalisz" (nel 1510), mentre la forma "Boccador" compare solo nel sec. XVIII.
Sempre secondo Semini e Gori, il B. sarebbe stato allievo di Giuliano da San Gallo, ma manca qualsiasi prova di questo alunnato, come mancano pure notizie sull'attività in Italia del B., tranne quella di un suo probabile soggiorno a Napoli.
Il B. sarebbe giunto in Francia nel 1495, tra i ventidue "ouvriers et gens de métiers" che Carlo VIII portò ad Amboise da Napoli: le ricevute del 1495 non elencano però alcun nome, mentre i contratti del 1498, che riguardano incontestabilmente gli stessi artisti, citano Domenico da Cortona come "faiseur de chasteaulx et menuisier…"; a lui viene data la somma di 180 libbre.
Nessun documento getta luce sull'attività dei B. ad Amboise. Nel 1507 un contratto di affitto per una casa a Tours lo indica come "menuisier et valet de chambre de la Reine" (Anna di Bretagna): non sappiamo quando egli avesse ricevuto questo titolo, ma ne possiamo arguire che i suoi servigi erano apprezzati. Nel 1510 sono documentate le sue prime opere conosciute: opere di falegnameria per il castello di Blois (sei "châlits ") e, nell'ottobre, lavori per la cerimonia di battesimo di Renata di Francia. Nello stesso anno si naturalizzò francese. Nel 1512 prese in affitto una casa a Blois e due anni dopo ricevette 400 libbre per l'arco di trionfo eretto per l'ingresso della regina Maria d'Inghilterra a Parigi: m questa occasione viene definito "maître des oeuvres de maçonnerie du Roi ", titolo che è stato variamente interpretato; il Lesueur ha anche pensato che si tratti di un errore dei copista. Certo è che, nel 1515, per i funerali di Luigi XII, il B. eseguì numerosi lavori di falegnameria sempre con il titolo di "menuisier de la feu Reine ".
Anche durante il regno di Francesco I il B. prese attiva parte nelle decorazioni per varie feste e cerimonie: battesimo del delfino Francesco, nozze del duca d'Urbino ad Amboise nel 1518, incoronazione e ingresso a Parigi della regina Eleonora nel 1531, incontro tra il re di Francia e il re d'Inghilterra a Boulogne nel 1532.
Nello stesso tempo, però, il B. era impegnato anche in attività più importanti di architettura e ingegneria sempre attinenti con l'arte del legno. Nel 1532 un mandato di Francesco I gli assegnava 900 libbre per lavori diversi eseguiti nel giro di quindici anni: si trattava di modelli in legno di ville e castelli di Tournai, di Ardres e di Chambord; inoltre modelli di ponti e mulini di vario tipo.
Il B. dunque eseguiva modelli di macchine e di edifici come i suoi grandi contemporanei del Rinascimento. Non possiamo identificare i lavori eseguiti a Tournai e ad Ardres, mentre forse è possibile individuare quelli di Chambord. Sappiamo infatti dal disegno di Félibien che lo vide e dai disegni coevi ritrovati nel 1911 (cfr. Leueur, p. 45) che nel sec. XVIII esisteva ancora un modello in legno del castello di Chambord, di cui però non è sicura l'attribuzione al B.: il carattere molto italiano del modello e alcune rassomiglianze di particolari con l'Hôtel de Ville di Parigi fanno però presumere che egli ne fosse l'autore. In ogni modo dal modello riportato dal Félibien alla realizzazione definitiva il castello subì profonde modificazioni, cosicché sembra ora difficile riferire al B. la paternità dell'attuale costruzione. Difficile è anche precisare l'attività svolta dall'artista al castello di Blois, dato che non si può attribuirgli la così detta "ala di Francesco I" solamente per il fatto che presenta uno stile più o meno italianizzante. Né è accettabile la tesi del Geymüller che vuole il R. direttore delle fabbriche reali: la carica a quei tempi non esisteva e, in mancanza di documenti, le pretese analogie tra i castelli di Chambord, Blois, Bury e Chenonceaux non bastano a confermarla.
Nel documento del 1532 il B. è citato anche come ingegnere, ma in realtà sappiamo che già da prima egli fu impegnato in questa qualità: nel 1524 per esempio, quando era "maître des ouvrages de menuiserie" del re, fu chiamato a Orléans per costruire una macchina che servisse a scavare i fossati delle fortificazioni, e, a questo scopo, fece venire un modello da Blois. Nel 1536, a Parigi, ispezionò spesso fortificazioni della città, certamente in qualità di consigliere tecnico.
è probabile che il B., verso il 1531, anno in cui cedette la sua casa di Blois, si trasferisse a Parigi, dove proprio m questi anni ricevette il suo incarico più importante: la costruzione dell'Hôtel de Ville. Il 22 dic. 1532 presentò al re il "pourtraict" del futuro edificio, e l'anno dopo ne ricevette la commissione. Nel luglio 1533 fu posta la prima pietra della costruzione e nel settembre fu incisa la lapide (distrutta) a ricordo, con un'iscrizione che terminava con le parole: "Dominico Cortonensi architectante".
La partecipazione del B. alla costruzione dell'Hôtel de Ville, nonostante sia frequentemente testimoniata nei documenti, è stata accanitamente contestata, particolarmente intorno al 1900, quando si accese una vivace polemica per l'attribuzione tra i sostenitori di Pierre de Chambiges e dei Bernabei. Attualmente nessuno nega a quest'ultimo un ruolo di primo piano nella costruzione, pur essendo difficile, data la sparizione dell'antico edificio, stabilire che cosa fosse costruito ancora vivente il B., che cosa seguendo i suoi piani e che cosa totalmente rifatto. Il Lesueur gli attribuisce il rez-de-chaussée della facciata sulla piazza de Grève e le facciate del cortile, comunque già nel 1549 vi fu una rielaborazione del progetto; l'edificio non fu terminato che sotto Luigi XIII per essere poi completamente ricostruito dopo l'incendio del 1871. Un'idea dell'opera del B. si può avere da un quadro della fine del sec. XVI, conservato nel Museo Carnavalet a Parigi, dalla pianta di Parigi detta "pianta di Basilea" (1552 circa, ripr. in Lesueur, p. 106) e dai disegni di J. Cellier (1587 circa; Parigi, Bibl. Nationale).
Il B. è documentato nel 1539 sempre a proposito dell'Hôtel de Ville; nel 1543 riceve un pagamento per lavori nella cappella dell'ospedale di S. Anastasia a Parigi e viene indicato come "Maître des Ouvrages du Roi ". è documentato per l'ultima.volta nel 1545 quando lascia ai suoi eredi, con riserva dell'usufrutto, i suoi beni e la sua casa presso il chiostro degli Innocenti. Secondo Sernini e Gori, sarebbe morto a Parigi nel 1549.
Il B. ebbe senz'altro un ruolo assai importante per l'arte rinascimentale in Francia, ma poiché le sue opere più numerose furono decorazioni effimere e la sua opera più importante, l'Hôtel de Ville, peraltro non da lui completata, è stata distrutta, è per noi molto difficile e praticamente ozioso discutere sulla forza e la portata dell'influsso italiano del B. in Francia.
Fonti e Bibl.: La maggior parte dei docum. è pubbl. o citata in P. Lesueur, Dominique de Cortone, dit le Boccador, Paris 1928, opera fondamentale con ampia bibl.; in particolare si veda: G. Corrozet, Les antiquitez, histoires… et singularitez… de Paris, Paris 1550, f. 157; D. J. Du Breuyl, Théâtre des Antiquités de Paris… Paris 1612, p. 1016; A. Félibien, Mémoire pour servir à l'histoire des maisons royales et bastiments de France [1681], Paris 1874, pp. 28 s.; J. Bernier, Histoire de Blois…, Paris 1682, p. 83; D. M. Félibien, Histoire de la ville de Paris, Paris 1725, I, p. 619; J. A. Piganiol de la Force, Description de Paris…, Paris 1742, III, p. 457; F. Gori, Symbolae litterariae, VIII, Firenze 1751, p. 172; Leroux de Lincy, Histoire de l'Hôtel de Ville de Paris, Paris 1846, pp. 19 s.; A. de Montaiglon, Etat des gages des ouvriers italiens employés par Charles VIIL…, in Archives de l'art français, I(1851-1852), pp. 107, 110, 120, 132; L. de Laborde, Les comptes des bâtiments du roi…, II, Paris 1880, p. 204 (commissione del 1532); L. Palustre, La Renaissance en France, II, Paris 1881, pp. 124-128 (" chambigista "); L. Beltrami, L'Hôtel de Ville di Parigi e l'architetto Domenico da Cortona, Roma 1882; M. Vachon, L'ancien Hôtel de Ville de Paris, Paris 1882, pp. 10, 18-32 ("chambigista "); E. Müntz, La Renaissance en Italie et en France à l'époque de Charles VIII, Paris 1885, p. 525; Registres des délibérations du Bureau de la Ville de Paris, a cura di A. Tuétey, II, Paris 1886, passim; B. Prost, Le véritable architecte de l'ancien Hôtel de Ville de Paris, in Gazette des Beaux-Arts, s. 3, VI (1891). pp. 501-503; J. de Croy, Nouveaux documents pour l'histoire de la création des résidences royales des bords de la Loire, Paris 1894, p. 116; M. Mancini, Cortona nel Medioevo, Firenze 1897, pp. 338-343 (per il Sernini, sec. XVIII); H. von Geymüller, Baukunst der Renaissance in Frankreich, I, Stuttgart 1898, pp. 74-76, 83, 120-122; II,ibid. 1901, pp. 532-535; M. Vachon, Mémoire au conseil municipal de Paris sur le projet de placer… une inscription en l'honneur du Boccador… [nov. 1903], Saint-Etienne 1905; Id., Mémoire complémentaire… [febbr. 1904], Saint-Etienne 1904; Id., Deuxième mémoire complémentaire…,Saint-Etienne 1905; H. Stein, Boccador et l'Hôtel de ville de Paris, in Bull. de la Soc. de l'hist. De Paris…,XXXI (1904), pp. 123-136; Id., La vérité sur Boccador, ibid., pp. 171-177; L. Dorez, Dominique de Cortone et Pierre Chambiges…, ibid., pp. 158-170; A.Tuétey, Rapport au comité des inscr. paris. sur l'architecte de l'Hôtel de Ville, ibid., pp. 177-181; F. Gébelin, Les cháteaux de la Renaiss., Paris 1927, pp. 7, 10, 38, 56, 60 n. 24, 61 n. 53, 69, 73; P. Lesueur, Les Italiens à Amboise au début de la Renaiss., in Bulletin de la Soc. de l'histoire de l'art français, 1929, p. 9; Id., Nouveau document sur Dominique de Cortone (1510). ibid.,1936, pp. 30-35; L. Hautecoeur, Histoire de l'architecture classique en France, I, 1, Paris 1943, pp. 125 s.; U.Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, pp. 425 s.; Encicl. Ital., VI, p. 745.