BERLAYMONT, Charles, conte di
Generale e uomo di stato dei Paesi Bassi meridionali, nato nel 1510. Fu tra i migliori generali di Carlo V: nel 1553 prese Longwy ai Francesi; nel 1554 fu nominato governatore della città e della contrada di Namur, carica nella quale venne confermato il 12 marzo 1556 da Filippo II. Nello stesso anno fu fatto cavaliere del Toson d'Oro. Dopo la partenza della regina Maria d' Ungheria fu designato, con Adriano de Croy, governatore provvisorio dei Paesi Bassi; sotto la reggenza di Margherita di Parma divenne capo delle finanze e membro del Consiglio di stato. B. solo, insieme con Arenberg, rifiutò di unirsi alle lagnanze dei cavalieri del Toson d'Oro al re contro il cardinale di Granvelle, e rifiutò pure di entrare nella lega dei nobili, nonostante ripetuti inviti. Con il presidente del Consiglio di stato, il frisone Viglius, fu anzi sempre contrario alle domande dei confederati.
A lui va attribuito il motto: "Ce ne sont que des gueux", dal quale i Gueux avrebbero derivato il loro nome. Però, quantunque egli fosse ostile al partito dell'indipendenza, è ben dubbio che B. abbia pronunziato una frase così umiliante, poiché i nobili che presentarono la supplica a Margherita erano in gran parte di nascita più alta che non la sua. E d'altra parte, le lettere di Margherita, di Viglius e di altri personaggi dell'epoca, ci assicurano che nessuno conosceva bene l'origine della parola Gueux, come denominazione degli indipendenti.
All'arrivo del duca d'Alba, B. fu fatto vice-presidente del "Consiglio della rivolta" (dal popolo deriominato "Consiglio del sangue"); ma si presentò una sola volta, all'inaugurazione, il 20 settembre 1567. Una sua lettera a Filippo II dimostra che il processo contro Egmont e Hoorne gli repugnava. Quando, il 4 settembre 1576, il Consiglio di stato fu soppresso dai ribelli, il conte fu accusato di spagnolismo e fatto prigioniero. Soltanto nel 1577, dopo le vive insistenze del principe d'Orange, Guglielmo il Taciturno, fu lasciato libero e si riunì col governatore spagnolo don Giovanni d'Austria, del cui consiglio fece parte. Sembra che sia stato lui ad indurre don Giovanni a muovere di nuovo in armi contro gli Stati e contro il Taciturno; certamente egli favorì la ritirata delle truppe spagnole di don Giovanni su Namur, della quale città era governatore. Morì a Namur poco dopo, il 4 luglio 1577.
B. venne giudicato assai diversamente. Ludovico Guicciardini (Descrizione dei Paesi Bassi, 1565) lo chiama: "uomo di grande autorità e riputazione"; ma tutti o quasi gli scrittori protestanti lo considerano un uomo pieno di artificio e un traditore. Il duca d'Alba disse che era buono solo a fare il "bonhomme". Piot (Correspondance de Granvelle, IV, p. 97) lo descrive come gran bevitore, famoso per avarizia e per mancanza assoluta d'intelligenza. Certo è che era insaziabile di onori e privilegi per la sua famiglia.
Bibl.: Gachard, Correspondance de Philippe II sur les affaires des Pays-Bas, voll. 5, Bruxelles 1848-1879; F. Strada, De bello belgico, voll. 2, Roma 1632-47; Biographie Nationale de Belgique, II, pp. 250-254; P. J. Blok, Geschiedenis van het Nederlandische Volk, Groninga 1923-26, II; H. Pirenne, Histoire de Belgique, III e IV, Bruxelles 1923 e 1927; Marx, Studien zur Geschichte des niederl. Aufstandes, Lipsia 1902.