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BERILLIO

di Giorgio Errera - Enciclopedia Italiana (1930)
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BERILLIO (fr. glucinium berillyum; sp. berilio; ted. Beryllium; ingl. beryllium)

Giorgio Errera

Metallo, con simbolo Be, numero atomico 4, peso atomico 9,02 (O = 16).

Vauquelin nel 1797 si accorse che nel berillo (v.) era contenuta una terra diversa dalla calce e dall'allumina benché ad esse molto simile. Wöhler e Bussy nel 1828 isolarono il metallo. Il nome ora più usato è quello di berillio ma s'usa talvolta anche quello di glucinio dal sapore dolce dei suoi sali.

I minerali di berillio sono numerosi benché si trovino in piccola quantità, e nella maggior parte di essi il berillio è associato all'alluminio e al silicio; i più importanti sono il berillo, silicato di alluminio e berillio della formula 3BeO • Al2O3 • 6SiO2, le cui varietà smeraldo e acquamarina vengono usate come gemme; e il crisoberillo Al2O3 • BeO o metaalluminato di berillio.

Fra i metodi id estrazione dal berillio accenneremo a quello che consiste nel disintegrare il minerale per fusione con carbonato potassico. Dopo una serie di operazioni, il cui scopo è l'allontanamento del silicio e dell'alluminio, si finisce per ottenere l'idrato di berillio dal quale per trattamento con gli acidi si preparano i sali. Benché il metallo si possa isolare riducendo il cloruro con sodio o l'ossido con magnesio, i metodi migliori di estrazione sono elettrolitici. Si può sottoporre a elettrolisi con elettrodi di grafite alla temperatura di 1350° un miscuglio fuso dei fluoruri di berillio e di bario, ottenendo così un regolo a struttura cristallina. Ovvero si decompone a temperatura più bassa un miscuglio fuso di BeF2 • NaF o BeF2 • NH4F con BaF2; il metallo si separa già molto puro e può essere ulteriormente purificato per fusione o sublimazione in un forno d'induzione ad alta frequenza.

Il berillio puro è di difficile preparazione e perciò i dati intolno alle sue proprietà fisiche sono discordanti ed incerti. Ha durezza considerevole, colore grigio acciaio, densità 1,842 a 18°, fonde a 1280° circa e cristallizza nel sistema esagonale. Benché il calore di formazione dell'ossido sia molto considerevole (137,4 Cal.), superiore a quello degli ossidi del sodio e del bario, la combinazione con l'ossigeno avviene difficilmente poiché lo strato continuo, aderente e poco volatile dell'ossido protegge il metallo. Compatto, il berillio non si altera all'aria nelle condizioni ordinarie, si ossida superficialmente a temperatura elevata, non decompone l'acqua nemmeno a caldo. Si discioglie facilmente nelle soluzioni acquose degl'idrati alcalini e negli acidi diluiti, difficilmente nel nitrico e nel solforico concentrati; tende a formare composti complessi.

Sulla valenza e quindi sul peso atomico del berillio regnarono da principio molti dubbî poiché la sua analogia sia col magnesio sia con l'alluminio non permetteva di decidere a quale delle due famiglie esso appartenesse: la questione fu risolta dalla determinazione della densità di vapore del cloruro che conduce alla formula BeCl2; il berillio è quindi bivalente e appartiene al gruppo dei metalli alcalino-terrosi, dello zinco e del cadmio. L'ione Be è incoloro.

Lo spettro a linee del berillio è povero di linee e poco studiato; si conosce anche uno spettro a bande, ma s'ignora se appartenga al metallo o all'ossido. Recentemente però vennero eseguite ricerche importanti sulle linee esistenti nell'estremo ultravioletto, dovute sia all'atomo neutro che all'ione monovalente e al bivalente. Secondo Bohr, deì quattro elettroni planetarî del berillio 2 si muoverebbero in un'orbita circolare 1, di raggio 0,14 Ångström, 2 in un'orbita ellittica 2. Qualora nei cristalli si rappresentino gli atomi o gli ioni come sfere che si tocchino, il raggio d'azione dell'ione berillio sarebbe di 0,34 Ångström. Il berillio sottoposto come ossido al bombardamento di particelle α provenienti dal radio C si disintegra con espulsione di ioni idrogeno.

Il cloruro BeCl2 si può ottenere anidro riscaldando il metallo in una corrente di cloro, o meglio di acido cloridrico, o riscaldando con cloro un miscuglio di ossido e di carbone. È incoloro, facilmente fusibile e volatile, fuma all'aria umida, è capace di formare idrati cristallini, le sue soluzioni acquose sono idrolizzate.

Il carburo Be2C si prepara riscaldando nel forno elettrico l'ossido con carbone, è cristallino, molto duro e come quello di alluminio, trattato con gli acidi o con le basi, dà metano.

L'idrato Be (OH)2 essendo insolubile nell'acqua, precipita dai sali per aggiunta di ammoniaca, è incoloro, ha pure deboli proprietà acide poiché si discioglie nelle basi forti con formazione dei berillati corrispondenti. Riscaldato dà l'ossido BeO il quale si trova, anche in natura, esagonale, è fusibile e volatilizzabile ad alta temperatura.

Il solfato BeSO4 e il nitrato Be(NO3)2 sono solubili in acqua e ad essi corrispondono idrati e sali basici.

Il silicato Be2SiO4 e parecchi silicati di berillio e di alluminio, di berillio e di metalli alcalini esistono come minerali.

Nel processo sistematico dell'analisi qualitativa il berillio viene precipitato come idrato dall'ammoniaca, insieme con l'alluminio; lo si riconosce per la forma cristallina del fosfato di berillio e ammonio BeNH4PO4. Un reattivo assai sensibile dell'ione berillio, anche in presenza d' alluminio, è una soluzione alcalina di chinalizarina la quale produce una colorazione azzurra. Poiché in natura il berillio è quasi sempre associato all'alluminio, il problema che più frequentemente si presenta è la loro separazione quantitativa. Un metodo che pare sorpassi in esattezza tutti gli alni è di aggiungere alla soluzione dei solfati una soluzione calda di acetato di ammonio e tannino; precipita soltanto la combinazione del tannino con l'allumina, si filtra e dalla soluzione liberata dal tannino mediante acido nitrico fumante si precipita con ammoniaca l'idrato il quale viene calcinato e pesato come ossido (Monatshefte fùr Chemie, 1927, p. 120).

Il berillio ha pochissimi usi industriali; aggiunto in piccola quantità ad altre leghe ne aumenta durezza e tenacia; alcuni sali vengono adoperatì nella tecnica delle reticelle Auer.

Bibl.: Abegg, Handbuch der anorganischen Chemie, II, ii, Lipsia 1905; Gmelin e Kraut, Handbuch der anorganischen Chemie, II, ii, 7ª ed., Heidelberg 1909; Molinari, Trattato di chimica generale ed applicata alla industria, I, ii, Milano 1925. Ullmann, Enzyklopädie der technischen Chemie, Berlino-Vienna 1928.

Vedi anche
crisoberillo Minerale, ossido di berillio e alluminio, BeAl2O4, rombico. Si presenta in genere di colore verde in varie tonalità, con lucentezza vitreo-adamantina talora tendente a grassa, più o meno trasparente sino a opaco; a seconda del colore si distinguono le varietà: alessandrite e cimofane. I più bei cristalli ... berillo Minerale, silicato di berillio e alluminio, Be3Al2 (SiO3)6, esagonale, comune in cristalli prismatici di dimensioni anche considerevoli. Vitreo e incolore, se puro, ma più spesso colorato in diverse tinte in base alle quali si distinguono le varietà: smeraldo (verde erba), acqua marina (verde azzurrino), ... gallio Elemento chimico, simbolo Ga, numero atomico 31, peso atomico 69,714, di cui sono noti due isotopi stabili, 6931Ga (60,4%) e 7131Ga (39,6%), e numerosi isotopi instabili. Scoperto da P.-É. Lecoq de Boisbaudran per via spettroscopica nel 1875, il suo nome deriva dal cognome latinizzato dello scopritore. ... eleménto chìmico Sostanza semplice costituita da atomi con lo stesso numero atomico. La definizione operativa di elemento Nel 18° sec., grazie alle ricerche di molti scienziati, soprattutto di A.-L. Lavoisier, si passò dall'idea, risalente alla filosofia presocratica, che la composizione dei corpi fosse di soli quattro ...
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  • METALLI ALCALINO-TERROSI
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Altri risultati per BERILLIO
  • berillio
    Enciclopedia on line
    Elemento chimico bivalente, scoperto da L.-N. Vauquelin (1797), detto un tempo glucinio per il sapore dolciastro dei suoi sali; ha il simbolo Be, numero atomico 4, peso atomico 9,02; è un metallo leggero (densità 1,85 g/cm3), grigiastro, con alto punto di fusione (1284 °C). La metallurgia del b. comprende ...
  • berìllio
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    berillio berìllio [Lat. Beryllium, da beryllus "berillo", minerale in cui fu scoperto] [CHF] Elemento chimico bivalente, di simb. Be, numero atomico 4, peso atomico 9.012 e raggio atomico 0.89 Å, scoperto come ossido da L.-N. Vauquelin nel 1797 e isolato come metallo nel 1828 da F. Wöhler; se ne conoscono ...
  • BERILLIO
    Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)
    Alle proprietà già indicate si aggiungano le seguenti: peso specifico a 18°: 1,816; punto di fusione 1285° C; punto di ebollizione 2970° C; raggio atomico 1,05 A°; calore di fusione 2,5 Kcal/gr.-at. Preparazione. - Il metodo di preparazione industriale messo a punto per primo (1923) è quello della Società ...
Vocabolario
berìllio
berillio berìllio s. m. [lat. scient. Beryllium, der. del lat. beryllus perché scoperto nel berillo dal chimico fr. L.-N. Vauquelin nel 1797]. – Elemento chimico, bivalente, del secondo gruppo del sistema periodico, di simbolo Be, numero...
berilliòṡi
berilliosi berilliòṡi s. f. [der. di berillio, col suff. medico -osi]. – In medicina, forma di pneumoconiosi da inalazione di polveri di composti del berillio.
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