BERENGARIO di Sant'Africano
Figlio di un Donadeo (più improbabile la sua appartenenza a una famiglia Donadei), B. nacque a Saint-Afrique nella diocesi di Rodez e Vabres, nel dipartimento dell'Aveyron nella seconda metà del secolo XIII. Venuto in Italia non sappiamo in quale anno, nel 1308 era vicario del vescovo di Spoleto, Pietro Trinci da Foligno, e tale carica ricoperse anche l'anno successivo. Quando nella diocesi morì (17 ag. 1308) Chiara da Montefalco in fama di santità e il vescovo ordinò già il 18 giugno 1309 di iniziare il processo informativo in vista della sua canonizzazione, B. si curò di raccogliere notizie. sopra la sua vita e i suoi miracoli che dovevano poi confluire nella biografia della santa, composta secondo alcuni - Piergili, Wadding - già nel 1310, secondo altri, come il Faloci Pulignani, con più probabilità nel 1315-16. Lasciata Spoleto, dove nel 1310 gli succedeva nella carica di vicario Francesco di Leonardo, canonico di S. Gregorio di Spoleto, nel 1314 B. si trova a Siena come vicario del vescovo Ruggero da Casole, allora vicario pontificio a Roma.
Nel periodo del suo vicariato a Siena egli continuò la lotta contro i fraticelli, intrapresa dal suo superiore, lanciando anche la scomunica (28 maggio 1314) contro un gruppo di questi che aveva il suo centro nella cattedrale della città. Non sappiamo quando abbandonasse Siena, ma risulta che, compiutosi nel 1315 il primo processo di canonizzazione di s. Chiara, l'anno dopo si recò ad Avignone presso Giovanni XXII pregandolo di voler iniziare di nuovo il processo.
Il papa incaricò il cardinale Niccolò Orsini di iniziare, raccogliendo notizie e testimonianze sul luogo, un secondo processo di canonizzazione. Al terzo processo - che tuttavia non doveva concludersi con la canonizzazione di Chiara - iniziatosi a Montefalco nella chiesa dei minori il 6 sett. 1318 B. si trovava presente con lettere di procura dei vescovi di Spoleto, di Foligno, di Gubbio, dei podestà e capitani del popolo di molte città umbre e di quasi tutte quelle della valle di Spoleto.
Per il decennio successivo ci mancano notizie. Si potrebbe supporre, tuttavia, che si fosse recato a Roma, se come canonico di S. Maria in Trastevere appare designato nella lettera del 16 nov. 1328, nella quale Giovanni XXII comunica la sua elezione al vescovato di Sutri, come successore di Tommaso; elezione confermata dal pontefice il 23 novembre "non obstante quod in litteris inde confectis de defectu in ordinibus quem patiebatur, cum non in sacris sed in minoribus dumtaxat ordinibus constitutus esset nulla mentio habita fuit". Il 2 giugno 1332 B. figura ancora come vescovo eletto di Sutri in una lettera di Giovanni XXII, nella quale il pontefice incarica lui, il vescovo di Perugia e l'abate del monastero di S. Pietro in Perugia di conferire il "prioratum ecclesiae Ierosolimitanae et sepulcri Domini O.S.A." a Bernardo de Portis. Il 3 marzo 1333 B. rinunziava al vescovato di Sutri che veniva conferito a Uguccio da Perugia; così risulta da una lettera pontificia nella quale figura come "clericus Vabrensis diocesis ", il che farebbe pensare che fosse tornato in Francia nella zona di cui era originario. Dopo questa rinunzia non abbiamo più notizie di B.; s'ignora il luogo e la data di morte.
La Vita di s. Chiara da Montefalco è fonte di grande interesse per la storia civile e religiosa dell'Umbria del sec. XIII; in particolare essa costituisce la fonte principale per ricostruire la storia di una setta, denominata dello "Spirito della libertà ", fondata da frate Bentivenga da Gubbio, che fu in rapporti con la santa, dalla quale doveva partire la prima accusa di eresia (cfr. Oliger). Nel secolo XV un francescano, Antonio da Montefalco, la tradusse dalla lingua latina in volgare, elaborandola in forma dialogica (Legenda de sancta Clara de Montefalcho…, Milano 1504; Vita di Santa Chiara da Montefalco scritta nel sec. XV, Perugia 1882). L'opera di B. fu edita per la prima volta da M. Faloci Pulignani nell'Arch. stor. per le Marche e l'Umbria, I (1884), pp. 557-625; II (1885), pp. 193-266, e quindi da A. Semenza, prima in Analecta Augustiniana, XVII (1939-1940), pp. 87-102, 169-176, 287-299, 337-349, 393-409, 445-457, 512-517, e a parte nel 1944 (Vita Sanctae Clarae de Cruce Ordinis eremitarum…, Città del Vaticano 1944). Nel 1908 apparve a Siena una versione italiana della Vita di P. T. de Töth (Storia di S. Chiara da Montefalco secondo un antico documento dell'anno 1308).
Fonti e Bibl.: Jean XXII, Lettres communes…, a cura di G. Mollat e G. de Lesquen, VIII, Paris 1924, n. 43316, p. 65, n. 43360, p. 71, n. 43766, p. 113; XI, ibid. 1929, n. 57363, p. 204; XII, ibid. 1932, n. 59855, p. 119; B. Piergili da Bevagna, Vita della beata Chiara della Croce da Montefalco dell'Ordine di S. Agostino, Foligno 1640, pp. 1, 261-267; F. Ughelli-N. Coleti, Italia Sacra, I, Venetiis 1717, col. 1726; G. A. Pecci, Storia del vescovato della città di Siena, Lucca 1748, pp. 254-264; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, VI, Venezia 1847, p. 233; XVII, ibid. 1862, pp. 483 -486; C. Eubel, Hierarchia catholica…, I, Monasterii 1913, p. 470; L. Wadding, Annales Minorum, VI, ad Claras Aquas (Quaracchi) 1931, pp. 158, 161; L. Oliger, De secta spiritus libertatis in Umbria saec. XIV. Disquisitio et documenta, Roma 1943, ad Indicem; R.Guarnieri, Il movim. del Libero Spirito, in Arch. it. per la storia della pietà, IV (1965), pp. 405 s.; Bibl. Sanctorum, III, coll. 1220 s., sub voce Chiara da Montefalco.