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BERAT

di R. A., Mi. L. - Enciclopedia Italiana (1930)
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BERAT (A. T., 75-76)

R. A.
Mi. L.

Città dell'Albania centrale, situata sulle rive dell'Osum, ramo principale del Semeni, in un punto dove il fiume, prima di sboccare in pianura, è rinserrato fra due serie di rilievi calcarei, in una stretta angusta, sormontata da un bel ponte. Sulle alture a destra, circondate e difese dal fiume a S. e ad O., sorge un borgo cinto di mura e dominato da una grande fortezza, ora in parte diroccata; al piede meridionale dell'altura, lungo il fiume, è il principale quartiere musulmano, caratteristico per l'animato bazar e per le sue case basse, bianche, con facciata volta a mezzogiorno, perforata da grandi finestre; vasti sobborghi si allungano poi ad est sulle colline mioceniche, mentre un quartiere più recente si è formato a NO. in piano, all'uscita del fiume dalla gola; sulla sinistra dell'Osum è il quartiere ortodosso (Gorizza). La città, giudicata la più pittoresca dell'Albania, conta circa 9.500 ab. (poco meno dei tre quinti musulmani, il resto greco-ortodossi), oltre a una popolazione fluttuante di Aromuni e a pochi Zingari. È residenza di un arcivescovo greco-ortodosso.

Berat è capoluogo di una provincia (3932 kmq. e circa 120.000 abitanti, ossia 30 per kmq.), che comprende, oltre al grande massiccio calcareo del Tomor che domina maestoso l'orizzonte a oriente della città, e alla regione collinosa dei Malakastra, una grande parte della Musacchia, coi suoi vasti latifondi; è perciò una delle città più ricche dell'Albania. Gli uliveti dei suoi dintorni sono, con quelli di Elbasan, i più rigogliosi dell'Albania.

La città è unita per una strada carrozzabile tanto a Tirana (per Lushnjë e Cavaia) quanto a Valona (per Fieri) e anche direttamente alla valle della Voiussa (Prëmet); è perciò anche un notevole centro di comunicazioni.

Bibl.: Ekrem bey Flora, Aus Berat und vom Tomor, in Zur Kunde der Balkanhalbinsel, fasc. 13°, Saraievo 1911; A. Baldacci, Berat e il Tomor, in Bollettino Soc. Geogr. Ital., s. 5ª, III (1914), pp. 884-910, 974-994.

Storia. - La città fu fondata probabilmente al tempo dell'imperatore Teodosio II (408-450), sul luogo della città macedone Antipatreia (ricordata da Livio, XXXI, 27, nella narrazione della prima guerra macedonica) e nominata Pulcheriopoli; il nome attuale della città è slavo (Bělgrad) e appare nel sec. XIII. Nel 1281 fu assediata da Hugues de Sully, generale di Carlo I d'Angiò; nel 1346 la occupò il re di Serbia Stefano Dušan e nel 1440 i Turchi, dai quali è stata dominata fino al 1912. La metropoli di Berat (Βελεγράδων) dipendeva nel Medioevo e nell'epoca moderna dall'arcivescovato autocefalo di Ochrida fino alla soppressione di esso nel 1767; fu poi sottoposta al patriarcato di Costantinopoli.

Bibl.: A. D. Alexoudes, Σὒντομος ἱστροικὴ περιγραϕὴ τῆς ἱερᾶς μητροπόλεως Βελεηγράδων καὶ τῆς υπὸ τὴν Πνευμαντικὴν αὐτῆς δικαιοδοσίαν ὑπαγομένης χώρας, Corfù 1868; per l'età antica e per notizie archeologiche v. C. Patsch, Der Sandschak Berat in Albanien, Vienna 1904.

Tag
  • PATRIARCATO DI COSTANTINOPOLI
  • CARLO I D'ANGIÒ
  • STEFANO DUŠAN
  • TEODOSIO II
  • SARAIEVO
Vocabolario
beràt
berat beràt s. m. [voce turca, che è dall’arabo bara’āt «diploma, patente»]. – Decreto con cui, nell’Impero ottomano, venivano investiti della loro carica i principi vassalli di Serbia, Valacchia, Moldavia.
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