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BĚRAKYĀH ha-NAQDĀN

di Umberto Cassuto - Enciclopedia Italiana (1930)
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BĚRAKYĀH ha-NAQDĀN

Umberto Cassuto

. Favolista ebreo, di età e patria incerta. Visse, non sappiamo se in Francia o in Inghilterra, non oltre la metà del sec. XIII. Scrisse in ebraico una raccolta di favole, col titolo Mishlē Shu‛ālīm (Favole di volpi), probabilmente rifacimento delle favole di Maria di Francia. Compose inoltre, pure in ebraico, due operette morali, un rifacimento delle Quaestiones naturales di Adelardo di Bath, e un Lapidario.

Ediz. princ. delle favole: Mantova 1557-58; con traduzione latina: Praga 1661; altre edizioni ebraiche: Berlino 1756,1921; traduzione giudeo-tedesca: Friburgo circa 1583, e varie volte di poi; altra traduzione parziale giudeo-tedesca: Francoforte s. M. 1687. - Operette morali: Gollancz, The ethical Treatises of B., Londra 1902.

Bibl.: M. Steinschneider, Die hebräischen Ũbersetzungen des Mittelalters, Berlino 1893, pp. 440, 464, 958-962, 963-964.

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Vocabolario
Dio me l’ha data, guài a chi la tócca!
Dio me l'ha data, guai a chi la tocca! Dio me l’ha data, guài a chi la tócca! – Frase che si ritiene pronunciata da Napoleone I nel cingere la Corona ferrea, il 26 maggio 1805.
còsa fatta capo ha
cosa fatta capo ha còsa fatta capo ha. – Frase storica (propr. «una cosa fatta non può essere disfatta», cioè riesce al suo capo, al suo effetto) che, secondo le testimonianze di R. Malispini e di G. Villani, sarebbe stata pronunciata da...
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