Juarez, Benito Pablo
Politico messicano (San Pablo Guelatao, Oaxaca, 1806-Città di Messico 1872). Discendente da indiani, fu per alcuni anni avvocato, poi governatore di Oaxaca (1847); esiliato (1853) da A. López de Santa Ana, tornò presto in patria; caduto Santa Ana, fu, durante le presidenze di Juan Álvarez e di Ignacio Comonfort (1855-57), ministro di Giustizia e degli Affari ecclesiastici, e redasse la legge Juárez che limitava i privilegi della Chiesa e dell’esercito; poi (1857) fu ministro degli Interni e vicepresidente. Quando il conservatore F. Zuloaga depose Comonfort (1858), J. non riconobbe il nuovo regime e stabilì a Veracruz un governo provvisorio, liberale e riformatore soprattutto in campo ecclesiastico. Dopo tre anni di guerra civile («guerra della Riforma») contro i conservatori Zuloaga e M. Miramón, J., sostenuto dagli USA, riuscì a entrare a Città di Messico (1861) e, riconosciuto da Francia e Gran Bretagna, fu eletto presidente della Repubblica. La grave situazione finanziaria e la sospensione dei pagamenti dei debiti assunti dal governo di Miramón verso Francia e Gran Bretagna provocò l’intervento militare francese (1862) e più tardi l’instaurazione dell’impero di Massimiliano (1864). Rifugiatosi dapprima al Nord, J., dopo la ritirata del corpo di spedizione francese (1867), riprese la lotta, che culminò con la fucilazione di Massimiliano a Querétaro (1867). Rieletto presidente dal congresso convocato a Città di Messico (dic. 1867), poi di nuovo nel sett. 1871, J. emanò una larghissima amnistia e introdusse numerose riforme liberali.