BENINCASA
Nacque probabilmente intorno all'anno 1375. Nulla si conosce della sua famiglia; è più probabile che il nome di Benincasa non sia un cognome, ma il suo nome proprio. Incerto è anche il luogo della nascita: l'Attavanti, cui si devono le prime notizie su B., non lo indica; il Poccianti, autore della prima, sia pur breve biografia del beato, lo dice nativo di Firenze, e tale lo considera tutta la tradizione successiva. Recentemente il Serra ha invece sostenuto la tesi della sua nascita a Montepulciano, sulla base dell'indicazione di un codice del 1495 scritto da fra' Francesco di Bartolomeo da Firenze.
Il Poccianti, che dice di servirsi di un testo di Francesco da Montepulciano (sull'eventuale identificazione di questo con l'autore del codice del 1495, cfr. Serra, col. 1239), pone in giovane età la "conversione" di B., narrata secondo i consueti moduli agiografici, ma con termini così generici da far quasi dubitare che si tratti di una vera professione monastica. Non viene comunque indicato il monastero in cui questa sarebbe avvenuta.
Sulla base delle affermazioni fatte dall'Attavanti per cui, alla morte di B., Montepulciano aveva conteso a Monticchiello il suo corpo, il Giani ha inteso che B. sarebbe entrato nel convento servita di Montepulciano; ma l'espressione si potrebbe intendere anche solo come indicativa della professione di B. nell'Ordine, e le pretese di Montepulciano sarebbero giustificate dall'essere quel convento il più vicino all'eremitaggio di Benincasa. Altri pensano invece che il beato sia entrato dapprima nel convento della SS. Annunziata di Firenze.
Narra ancora il Poccianti che per realizzare un più completo distacco dal mondo e vivere una vita più austera, B. decise intorno ai 25 anni di darsi alla vita eremitica, ritirandosi sul monte Amiata, in una celletta da lui costruita su una rupe impervia, in un luogo non lontano da quello in cui si era ritirato a fare penitenza S. Filippo Benizi, detto poi Bagni San Filippo. Dopo 25 anni di vita solitaria, descritta dal biografo con i particolari consueti della tradizione, tra i quali il rigoroso allontanamento delle donne, il lavoro manuale, con cui egli ricambiava il cibo necessario, l'esorcizzazione di molti invasati e la guarigione di malati con l'acqua da lui benedetta, B. "iussu generalis" si sarebbe ritirato nel monastero di Monticchiello: la notizia non può essere accettabile perché solo nel 1494 sorse un convento servita in quella città, e spiegabile forse con il desiderio del più tardo biografa di presentare il beato completamente legato all'Ordine. L'Attavanti invece ricorda solo l'eremitaggio di B. a cinque miglia da Bagni San Filippo, nel territorio senese, nel contado di Monticchiello (probabilmente dall'unione di queste due tradizioni èrisultato, già con il Giani, la notizia dello spostamento di B. dal rifugio sul monte Amiata in un luogo ancora più ritirato presso Monticchiello); e come eremita egli sarebbe morto (1426, probabilmente 9 maggio) secondo il racconto del primo biografo, che ricorda l'improvviso scampanio che avvertì i paesi vicini della morte di B., sulla cui grotta si vide splendere un inusitato chiarore.
Il corpo, conteso tra Montepulciano e Monticchiello, rimase in quest'ultimo paese nella chiesa di S. Martino fino alla fine del sec. XVI o primi anni del XVII, quando venne trasportato nella chiesa dei SS. Leonardo e Cristoforo, dove ancora oggi si trova (sulle varie vicende relative al corpo di B., cfr. Serra, coll. 1239 s.).
Il culto di B., iniziato subito dopo la sua morte e confermato da numerosi miracoli, fu approvato dalla Sacra Congregazione dei riti il 19 dic. 1829 e confermato da papa Pio VIII il 23 dicembre dello stesso anno.
Fonti e Bibl.: P. Attavanti, Paulina Praedicabilis, Siena 1494, pp. 45 s.; Cosmas Favilla, De origine ordinis servorum Beatae Mariae Virginis (1511), in Mon. Ordinis Servorum Sanctae Mariae, XI, Roulers 1910, p. 163; A. Maffei, De viris illustribus ordinis servorum Beatae Mariae Virginis (1557), ibid., p. 177; M. Poccianti, Chronicon rerum totius sacri Ordinis Servorum Beatae Mariae Virginis, Firenze 1567, pp. 203 s.; G. Tavanti, Beati e Beate dell'Ordine dei Servi di Maria (1581), in Monum. Ordinis Servorum Sanctae Mariae, XI, Roulers 1910, pp. 184, 193 s.; Tommaso da Verona, Flos Florum (post 1592), ibid., XII, Bruxelles-Roulers 1911, pp. 16 s.; Catalogi... Beatorum et Beatarum Ordinis Servorum Sanctae Mariae, ibid., pp. 112, 115, 117, 119, 121, 127, 131, 134, 141, 144" 167, 171; D. Papebroch, De beato Benincasa..., in Acta Sanctorum martii, VII, Antverpiae 1688, pp. 662 s.; A. Giani-A. M. Garbi, Ann. Sacri Ordinis Fratrum Servorum B. Mariae Virginis…,I, Lucae 1719, pp. 415 s.; B. M. Spörr, Lebensbilder aus dem Serviten-Orden, I, Innsbruck 1892, pp. 524-539; Album generale beatorum et beatarum Ordinis Servorum Sanctae Mariae, in Monumento Ordinis Servorum Sanctae Mariae, XII cit., p. 186; L. Raffaelli, Vita breve del B. Giovanni Benincasa da Firenze dell'Ordine dei Servi di Maria, Roma 1927; A. F. Piermei, Memorabilium sacri Ordinis Servorum B.M.V. Breviarium, II, Roma 1929; A. M. Serra, Benincasa da Montepulciano, in Bibl. Sanctorum, II, coll. 1238-1241; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., VII, col. 1330.