BENEDETTO
Era monaco del monastero benedettino di S. Croce in Fonte Avellana, quando nel 1138 - mentre si era ancora nel vivo dello scisma scoppiato nel 1130 - fu eletto vescovo di Foligno. B. (secondo vescovo di questo nome) appare subito fautore di Innocenzo II, cui appena eletto si rivolse per chiedere la conferma dei diritti e delle proprietà del suo vescovato, conferma concessa dal pontefice l'11 giugno dello stesso anno.
Nel documento pontificio si precisano i singoli possedimenti, ivi comprese le chiese, nonché i "redditus de mercato, de portis, de pontibus, de stratis civitatis, et de castro", spettanti alla Chiesa di Foligno per antico diritto e "ex regia liberalitatis munificentia". Quanto alla canonica della cattedrale di S. Feliciano, si stabiliva che anch'essa dovesse essere sotto la potestà del vescovo, tanto che senza il suo consenso nessun priore o canonico poteva essere eletto e che a lui spettava il diritto alla prebenda per tutte le volte che egli non mangiasse alla mensa comune.
Questi benefici erano tanto maggiori di quelli in origine spettanti al vescovo, che Guido, che era priore di S. Feliciano, e tutti i canonici, fecero ricorso presso il papa, chiedendo che non venissero calpestati i loro diritti e le loro proprietà; infatti, oltre a non gradire gli importanti privilegi che venivano riconosciuti al vescovo a proposito della cattedrale, i canonici e il priore rivendicavano altri possedimenti, che nella bolla papale erano attribuiti al vescovo, come il castello di Landolino e il monastero di S. Pietro, e che facevano parte invece di donazioni fatte alla chiesa cattedrale dai precedenti vescovi della città, e specialmente da Enrico circa un secolo prima. Probabilmente del 1139 è una lettera del papa al priore della cattedrale, che confermava le proprietà di S. Feliciano, a patto tuttavia di lasciare inalterate quelle del vescovo, a cui restava affidata la protezione della chiesa. Nonostante questa ibrida formula, non restano tracce di polemiche successive tra vescovi e canonici di Foligno.
B. lasciò la maggiore traccia del suo operato nelle chiese della sua diocesi: restaurò l'altare maggiore della chiesa di S. Maria di Roviglieto, in cui lasciò una pergamena col suo nome e la data (22 ag. 1141). Del 1145 è la consacrazione della nuova chiesa cattedrale, avvenuta in occasione della riunione in Foligno di un concilio, presieduto dal cardinale Giulio del titolo di S. Marcello, legato di Eugenio III, cui presero parte numerosi vescovi e abati dell'Italia centrale: il 10 marzo il cardinale Giulio consacrava gli altari di S. Feliciano, S. Fiorenzo e S. Giovanni Battista; veniva anche istituita un'indulgenza di un anno e quaranta giorni da lucrarsi negli anniversari della consacrazione. B. si adoperò anche a favore dei suoi antichi confratelli, i monaci di S. Croce in Fonte Avellana, incoraggiandoli ad abitare a Foligno e donando loro la chiesa di S. Claudio (1148).
Anche dal pontefice Anastasio IV, successo a Eugenio III nel 1153, B. otteneva il 17 marzo 1154 conferma dei beni e dei privilegi già accordatigli da Innocenzo II.
Morì il 19 Ott. 1155; gli succedeva il vescovo Anselmo.
Fonti e Bibl.: Innocentii II papae Epistolae er privilegia, n. 318, in Migne, Patr. Lat., CLXXIX, coll. 367 s.; Anastasii IV papae Epistolae et privilegia, in Migne, Patr. Lat., CLXXXVIII, n. 55, col. 1045; P. F. Kehr, Papsturkunden in Umbrien, in Nachrichten von der Akademie der Wissenschaften zu Göttingen, Philol.-histor. Klasse, 1898, pp. 381 s.; G. D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, XXI, Venetiis 1776, coll. 695-698; Ph. Jaffé-S. Loewenfeld, Regesta Pontif. roman., Lipsiae 1885, I. n. 7902; II, n. 9849; P. F. Kehr, Italia pontificia, IV, Berlin 1909, pp. 44, 45 s.; L. Jacobilli, Discorso sulla città di Foligno, Foligno 1646, p. 33;F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, coll. 692-696; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, IV, Venezia 1846, pp. 407-412; P. B. Gams, Series episcoporum..., Ratisbonae 1873, p. 696; A. Gibelli, Monografia dell'antico monastero di S. Croce in Fonte Avellana, Faenza 1895, p. 118; M. Faloci-Pulignani, Ipriori della cattedrale di Foligno, Perugia 1914, pp. 21-24, 36-41.