BENEDETTO
Cardinale prete sotto il pontificato di Gregorio VII, restaurò e consacrò la chiesa di S. Pudenziana, di cui era titolare, come ricorda un'iscrizione nella chiesa stessa. Il 4 maggio, 1082 partecipava ad una riunione di diversi membri del clero romano, che prendeva posizione contro l'impiego di beni ecclesiastici nella lotta condotta contro l'antipapa Clemente III.
Il Ciacconio avanzò senza alcuna prova l'ipotesi (accettata poi da altri come dato di fatto) che B..lavesse in seguito optato per il titolo di S. Pietro in Vincoli (detto anche di S. Eudossia), e lo identificò quindi con il cardinale di tale titolo che appare frequentemente nel periodo fra il 1112 e 1126. Poiché, inoltre, abbiamo notizie della legazione in Francia, nel 1100, di un cardinale Benedetto, di cui nessuna fonte menziona il titolo, e che si potrebbe identificare col nostro (non si conoscono altri cardìnali di tale nome, per l'anno in questione), al legato viene comunemente attribuito, nella letteratura storica, il titolo di S. Pietro in Vincoli. Ora, tale titolo, proprio in quell'anno 1100, appare occupato da un Alberico (che sottoscrive due bolle del 14 aprile e del 20 novembre), ed inoltre nel 1101, in una bolla del 30 novembre di Pasquale II al clero di Aversa, si fa ancora menzione di B. cardinale di S. Pudenziana. Non vi è dubbio, dunque, che si tratti di due persone diverse, e il legato inviato in Francia da Pasquale II insieme con un cardinale Giovanni potrebbe essere quindi il cardinale di S. Pudenziana (a meno di non voler pensare a quel Benedetto di S. Susanna menzionato da Urbano II nel 1098 [Jaffè-Loewenfeld n. 5705], di cui ben poco sappiamo).
In Francia i due cardinali legati, B. e Giovanni, convocarono, il 30 sett. 1100, un concilio a Valence, in cui deposero il vescovo di Autun, Norgaud, accusato di simonia, e riabilitarono Ugo, abbate di Flavigny, che era stato cacciato dai suoi monaci. Nella sua cronaca Ugo ci ha lasciato un ampio resoconto del concilio. A questo periodo risale la lettera in cui B. pronuncia l'interdetto contro Chemillé (nella diocesi di Angers), per difendere i diritti dell'abbazia di Marmoutier. Nel corso della legazione, i cardinali munirono di una lettera commendatizia i monaci inviati da Alberico abbate di Cîteaux a Roma, a chiedere la protezione apostolica per il nuovo monastero. Si fermarono inoltre nell'abbazia della Trinità di Vendôme, dove risolsero in favore dell'abbate Goffredo una contesa con il conte Goffredo di Preuilly; e furono anche a Chartres, come ci attesta la loro sottoscrizione all'atto di fondazione del monastero di St.-Jean-en-Vallée., redatto dal vescovo Ivo: questi, d'altronde, fin dall'inizio della legazione, fu in corrispondenza con loro, consigliandoli circa la condotta da seguire, e il luogo e la data più opportuni per la convocazione del concilio. Secondo una notizia di Ugo di Flavigny, ebbero anche un abboccamento con il re Filippo rimasto però del tutto infruttuoso: infatti, riunito un secondo concilio a Poitiers, il 18 novembre, pronunciarono la scomunica contro di lui, per la sua irregolare situazione matrimoniale, attirandosi in tal modo violente rimostranze da parte di Guglielmo di Aquitania. In tale concilio ebbero ancora ad occuparsi della questione di Norgaud, contro il quale ribadirono la condanna già pronunciata: ma Ugo di Lione, risentito per l'intervento dei legati contro un suo suffraganeo, riuscì ben presto ad ottenere da Pasquale II l'assoluzione per il vescovo di Autun. Ugo di Flavigny nota che per questo, dopo il ritorno a Roma, i due cardinali, disapprovando tale provvedimento, si sarebbero sottratti "a familiaritate et consilio papae" e ritirati dalla Curia.
Non conosciamo la data della morte di B.: nel 1106 il titolo di S. Pudenziana, secondo il Ciacconio, comparirebbe attribuito a un Ottone, nella sottoscrizione ad un diploma di Pasquale II datato dal Laterano.
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