FRIZZI, Benedetto (Ben Zion Refael Ha-Cohen)
Nacque il 7 apr. 1757 da Michele e da Debora Vitali a Ostiano, sulle rive dell'Oglio, allora in provincia di Mantova. Indirizzato dai genitori allo studio della Torah e della lingua ebraica presso la Talmud Tora', la scuola primaria di studi rabbinici, di Fiorenzuola, completò la propria formazione a Mantova, ove si era trasferito nel 1769, presso l'Accademia rabbinica istituita dal rabbino Jacob Saraval e presso la scuola dei gesuiti, ove studiò filosofia, latino e matematica. Conseguito il titolo di perito agrimensore all'età di 16 anni e poi quello di ingegnere, assecondando l'inclinazione per le scienze mediche si iscrisse alla facoltà di medicina dell'università di Pavia, ove fu allievo, tra gli altri, di S.A. Tissot, J.P. Frank, P. Moscati. Laureatosi in medicina il 5 giugno 1787, il F. frequentò gli istituti ospedalieri di Parma, Bologna e Firenze, quindi nel 1789 fece ritorno a Pavia: qui avrebbe desiderato pubblicare una raccolta di versi in onore e difesa di A. Scarpa, maestro di chirurgia dell'università pavese allontanato dall'insegnamento l'anno precedente con l'accusa di negligenza nell'attività didattica, ma si vide opporre il veto da parte del conte Wilzeck, governatore della Lombardia, che temeva ne potessero originare disordini e polemiche.
Nello stesso 1789, accogliendo l'invito del governo imperiale, il F. si trasferì a Trieste, ove esercitò la professione medica acquisendo in breve tempo una buona e meritata fama. In questa città nel 1816 fondò, in collaborazione con il collega L. Kollmann, un ospedale israelitico ove assisteva gratuitamente i malati indigenti. L'ospedale, attivo per lungo tempo, fu poi riorganizzato da S. Formiggini.
Formatosi nell'ottima scuola pavese, il F. fu attento osservatore e aperto alle esperienze scientifiche e culturali del suo tempo. Molto importante fu il suo Giornale medico e letterario di Trieste, una delle prime pubblicazioni periodiche mediche d'Italia uscito tra il 1790 e il 1791 in 4 volumi.
Il primo volume, del febbraio 1790, contiene una lettera di dedica al Frank e l'esposizione del programma del periodico: osservazioni mediche, lettere e articoli su vari e discussi argomenti medici allora di attualità come la febbre petecchiale, la dissenteria, nuove malattie osservate nel mondo. Il secondo volume, del luglio, è dedicato al direttore di polizia di Trieste, e ospita dibattiti filosofici, matematici e medici, riflessioni storico-mediche, lettere dall'Egitto e da Costantinopoli. Il terzo volume, dell'ottobre, dedicato a Gregorio Fontana professore di matematica dell'università di Pavia, contiene numerose recensioni di libri di medicina, corrispondenze da Parma, una teoria sull'elettricità e uno strano monito di carattere medico che si conclude con l'auspicio della creazione di marciapiedi per la sicurezza dei passanti. L'ultimo volume, del febbraio 1791, è dedicato al protomedico e al Collegio medico di Trieste e contiene interessanti saggi di storia della medicina biblica con lettere, recensioni e sonetti. Prima di dare alle stampe il suo Giornale, il F., accogliendo il suggerimento del Frank, aveva pubblicato sei dissertazioni: Dissertazione di polizia medica sopr'alcuni alimenti proibiti nel Pentateuco, Pavia 1787; Dissertazione di polizia medica sulPentateuco in riguardo alle leggi e stato di matrimonio, ibid. 1788; Dissertazione di polizia medica sul Pentateuco in riguardo alle leggi spettanti alla gravidanza, al parto, puerperio, all'educazione della fanciullezza e ai patemid'animo, ibid. 1788; Dissertazione seconda di polizia medica sul Pentateuco in riguardo ai cibi proibiti e altre cose a essi relativi, Cremona 1788; Dissertazione di polizia medica sul Pentateuco sopra le leggi e formalitàebraiche in istato di malattia e cerimonie funebri e sepolcrali, Pavia 1789; Dissertazione di polizia medica sul Pentateuco in riguardo alle pulizie delle strade e delle case, formalità sacerdotali e leggi di agricoltura, Cremona 1790. Le Dissertazioni sono uno studio accurato medico e filosofico dei precetti dati da Mosè, definiti "vero codice di sanità" e interpretati come norme valide per elevazione spirituale e morale dell'uomo volte a conservare e migliorare la specie; e contengono, assieme a note critiche e fisiche e a riflessioni filosofiche, il tentativo di correggere alcuni difetti introdotti dai rabbini in materia di sanità pubblica. Tra il 1790 e il 1792 il F. pubblicò a Trieste gli Opuscoli filosofici e medici, in quattro volumi, il primo dei quali contenente 11 saggi su alcune delle più note malattie delle quali avevano sofferto vari personaggi biblici (cecità di Isacco e di Giacobbe, sterilità di Rebecca, Sara e Rachele, ecc.), gli altri dedicati ad argomenti musicali. Delle sue opere di argomento medico si ricordano ancora: Dissertazione sulla lebbra degli ebrei, Trieste 1795; Osservazioni e riflessioni sulla scarlattina, ibid. 1811 (una seconda edizione di tale lavoro, in 7 volumi, fu pubblicata a Livorno tra il 1878 e il 1880 a cura del nipote Davide Frizzi).
Oltre agli scritti di interesse medico, il F. fu autore di opere concernenti il popolo ebraico, i suoi usi e costumi, le sue credenze: opere sostanzialmente apologetiche della tradizione ebraica, anche se critiche di alcuni errori e consigli per opportune riforme in esse contenute erano state male accolte dal pubblico israelita (in una lettera del 18 maggio 1787 egli si diceva amareggiato perché la comunità di Mantova non lo aveva aiutato nel periodo dei suoi studi e lo aveva ingiustamente attaccato e perseguitato per un libro che stava per pubblicare). Credente, praticante, fece parte, con E. Morpurgo e I.S. Reggio, di quella corrente filosofica che tentò di introdurre nella comunità ebraica italiana le opere riformatrici ispirate all'illuminismo ebraico. I suoi scritti più importanti in tale settore furono: Difesa contro gli attacchi fatti alla nazione ebrea nel libro intitolato della influenza del ghetto nello Stato, Pavia 1784, risposta al libro Della influenza del ghetto nello Stato pubblicato a Venezia nel 1782 dal conte mantovano G.B. D'Arco; e Petah 'Enayim [Porta degli occhi] - Dilucidazioni filosofiche, fisiche e matematiche su tali materie contenute nel Talmud raccolte in libro apposito chiamato "Oculus Israeliticipopuli", edito a Livorno tra il 1815 e il 1825, interamente in ebraico con solo qualche citazione e l'indice in italiano, espressione di tutta la sua concezione filosofica, morale e scientifica circa le pagine del Talmud. Meno note le altre opere pubblicate dal F.: Dissertazione in cui si esaminano gli usi ed abusi degli Ebrei nei luoghi ed effetti sacri e si propone la maniera di renderli utili in società, Milano 1789; L'elogio funebre di S. M. l'augusto Giuseppe II imperatore, Trieste 1790; L'éloge de monsieur Richard maître de langue françoise, ibid. 1791; L'elogio del rabbino Israele Beniamino Bassano capo dell'università degli Ebrei di Reggio, ibid. 1791; L'elogio del rabbino Abram Abenezra letto in un'accademia letteraria in casa del signor Abram Camondo, ibid. 1791; L'elogio dei rabbini Simone Calimani e Giacobbe Saravale letto in un'accademia letteraria in casa del signor Abram Camondo, ibid. 1791; L'accademia letteraria sul metodo degli studi ebraici nella logica ed altri filosofici rami, ibid. 1791; L'elogio funebre di Leopoldo II, ibid. 1792; Il discorsoaccademico sacro, ibid. 1792; Dissertazione divisa in lettere sulla portata dei musicali strumenti, con matematiche analoghe riflessioni, ibid. 1802; Dissertazione di biografia musicale, ibid. 1803; Lettera di supplemento alla biografia musicale in lode della signora Lorenza Correa celebre cantante seria, ibid. 1808; Dissertazione sulle leggi mosaiche relative al pubblico diritto composta da 95 pagine, Venezia 1811.
Durante la sua permanenza a Trieste, il F. fu tra i soci fondatori dell'Accademia di Minerva, nata come gabinetto di lettura nel 1810 e inizialmente denominata Gabinetto di Minerva; egli partecipò poi attivamente alla vita e alle iniziative culturali dell'Accademia, e vi tenne numerose dissertazioni.
Nel 1831, perduta l'unica figlia e ormai avanti con gli anni, il F. decise di fare ritorno a Ostiano, ove continuò a esercitare la professione medica.
Morì a Ostiano il 30 maggio 1844.
Fonti e Bibl.: F. Robolotti, Commemorazione del dottor B. F. di Ostiano, Cremona 1878; A. Castiglioni, Medici e medicine a Trieste al principio dell'Ottocento, Trieste 1922, ad Indicem; Id., Gli albori del giornalismo medicoitaliano, in Archeografo triestino, III (1923), 10, pp. 1-40; Id., Il volto di Ippocrate. Istorie di medici e medicine d'altri tempi, Milano 1925, ad Indicem; M. Maylender, Storia delle accademie d'Italia, IV, Bologna 1929, pp. 40-44; B. Dinaburg, Ben Zion Refael Ha Cohen Frizzi, in Riv. mensile di Israel: scritti in onore di Riccardo Bachi, XVI (1950), pp. 121-129; D. Nissim, Modernità di vedute in un nostro illuminista: B. F. e le sue opere, ibid., XXXIV (1968), pp. 279-291; Encyclopaedia Judaica, VII, Jerusalem 1971, pp. 204 s.; G. Cervani - L. Buda, La comunità israelitica di Trieste nel secolo XVIII, Udine 1973, pp. 131-134; A. Pazzini, Storia dell'arte sanitaria dalle origini a oggi, II, Torino 1974, p. 1667; S. Arieti - S. Galvani, Il giornale medico e letterario di B. F., in Atti del XXXII Congresso nazionale della Soc. italiana di storia della medicina, Padova… 1985, Trieste 1985, pp. 325-328; S.G. Cusin, Medici ebrei a Trieste nell'Ottocento, in II Convegno regionale su l'assistenza ospedaliera nell'Ottocento a Trieste e Gorizia (Trieste…, Archivio diStato), Trieste 1985, pp. 133-141; Storia d'Italia (Einaudi). Annali 11, Gli ebrei in Italia, II, Torino 1997, pp. 1114, 1116, 1120, 1220, 1223 s.