FERRARI, Benedetto
Compositore e poeta, nato a Reggio Emilia nel 1597 e morto a Modena il 22 ottobre 1681. Studiò a Roma. Recatosi a Venezia, partecipava all'apertura del S. Cassiano (1637) con il libretto dell'Andromeda, musicato da Manelli, patrocinando egli stesso l'impresa e assoldando cantanti romani. Fu detto "della Tiorba", essendo valente concertista di tale strumento. Nel 1638 scriveva il libretto della Maga fulminata. Nel'39 si presentava come poeta e musicista nell'Armida, derivata dal Tasso nella quale la favola era lietamente risolta: Rinaldo e Armida, sposi, venivano assunti nella gloria di Venezia e inviati ai loro imperi. Intanto aveva già cominciato a pubblicare nel'33 e nel'37 i primi due libri delle Musiche varie a voce sola, ai quali aggiunse il terzo ed ultimo nel '41. Tali cantate (parzialmente ristampate dal Riemann m Kantatenfrühling, con rielaborazione del basso deplorevolmente artificiosa) tanto più importanti, per lo storico, in quanto le opere del F. sono andate perdute, provano la bella fusione, cui il F. era riuscito, dello stile recitativo con quello melodico, la vigoria della linea del basso, la spigliatezza e talvolta l'affettuosità della melodia. La fama del compositore s'accrebbe nel 1645 per l'invito della corte ducale di Modena, che lo volle suo maestro di cappella. In Modena egli scrisse tre opere. Recatosi poi a Vienna, vi rimase dal '51 al '53, quando ritornò a Modena per rioccupare il posto che tenne fino al 1662. Congedato, ne rimase lontano dodici anni. Nel '74 riprese quell'ufficio, serbandolo fino alla morte. Compose anche l'oratorio Sansone, e l'introduzione strumentale al balletto Dafne.