DELISI, Benedetto
Nacque a Palermo il 17 apr. 1898 da Domenico e Rosalia Ballariano. Ultimo discendente di una famiglia di scultori (il nonno Benedetto, il padre Domenico, gli zii Stefano e Antonino Ugo), abbandonò presto gli studi classici per frequentare l'istituto di belle arti di Palermo. Dal 1938 fu assistente e poi titolare della cattedra di scultura dell'accademia di belle arti, fino al 1960, quando ne fu nominato direttore.
Subito dopo la prima guerra mondiale compì un lungo viaggio di studio in Italia e in diversi paesi europei. Intorno al 1920 si trovava a Roma, dove frequentò lo studio di A. Selva, scultore di successo in quei decenni, il cui stile caratterizzato dalla compattezza dei volumi e da un modellato robusto e solenne ebbe una influenza decisiva sugli sviluppi del suo percorso stilistico.
Sin dagli esordi, alla Biennale veneziana del 1924 (p. 22 del catal.), con la statua Chiome al sole (oggi nel giardino del Politeama di Palermo) il D., pur se vicino per certi versi ai modi del Trentacoste, manifestò già i caratteri della sua ricerca artistica che, lontana dalle morbide eleganze liberty così come da ogni realismo calligrafico, appare tesa a recuperare la definizione rigorosa delle masse e il valore essenziale delle forme. Il passaggio alle formule novecentiste e alle monumentali realizzazioni "di regime" è testimoniato, oltre che da numerose commissioni pubbliche, da una serie di opere - figure femminili e un gruppo di statue ispirate al lavoro e allo sport - presentate a vari concorsi e alle Biennali e Quadriennali degli anni Venti e Trenta.
Come è stato già notato dai biografi (Mirabelli, 1967; Grasso, 1969), lo stile del D., scabro e severo, sembra risentire, pur con le dovute differenze qualitative, della lezione di A. Martini.
Mancando ancora un elenco completo delle innumerevoli opere del D., vanno ricordate almeno le sculture e i bozzetti presentati alle mostre del Sindacato fascista degli artisti e a varie edizioni della Quadriennale di Roma e della Biennale di Venezia. Nel 1929, alla seconda mostra del Sindacato siciliano fascista degli artisti a Palermo (pp. 49 s., 55, 59 del catal.), presentò Sensazioni, Kostya Wassilensky, Tempesta e Figura;alla seconda mostra del Sindacato nazionale fascista di belle arti di Napoli (1937, p. 118 del catal.) una scultura raffigurante Diana. Due terrecotte (Ritratto di Nella, Ritratto di Maria) e due gessi (Il pescatore e Il lavoro)vennero presentati dal D. alla XI mostra d'arte del Sindacato interprovinciale fascista di belle arti, tenutasi a Palermo nel 1942 (pp. 16, 25 del catal.); alla Mostra degli artisti siciliani (Catania-Palermo, 1949: p. 51 del catal.) lo troviamo presente con un bronzo dal titolo Figura.
Il ritratto del maestro Gino Marinuzzi (1931), oggi alla Galleria d'arte moderna di Palermo, un bronzo raffigurante Le amiche (1935), attualmente nel giardino di villa Castelnuovo, Donne al sole e Ritratto (1939), e un bronzo intitolato Sogno antico (1943), furono esposti alle prime edizioni della Quadriennale d'arte nazionale a Roma. Alla Biennale veneziana del 1932 presentò una scultura in pietra raffigurante Il pomo;alla edizione del 1934 una scultura in anticorodal, Una nuotatrice, e un bronzo, Il pastore; a quella del 1936 un Nudo.
Fra le tante commissioni pubbliche realizzate a Palermo, meritano un cenno la S. Rosalia all'esterno del santuario di Monte Pellegrino, due statue La Scienza e L'Ingegneria nella facciata del palazzo del Provveditorato alle opere pubbliche per la Sicilia, il S. Cristoforo (1934) a fianco del palazzo delle Poste, la Tessitrice (1936) all'ingresso monumentale di via Roma e la S. Silvia (1967) al foro Italico. Si deve inoltre al D. la statua Il Lavoro al palazzo della Civiltà del lavoro di Roma. I ritratti di Alfonso Sansone (Palermo, Museo del Risorgimento), di Giuseppe Mule (Palermo, Galleria d'arte moderna) come quello, citato, di Marinuzzi, sono di timbro espressionistico e sembrano molto vicini allo stile di A. Wildt.
Il D. dedicò anche molta parte della sua attività all'artigianato siciliano, incoraggiandone lo sviluppo e la diffusione. Morì a Palermo il 28 apr. 1967.
Fonti e Bibl.: Catal. della prima Quadriennale d'arte nazionale, Roma 1931, p. 92; XVIII Esposizione biennale internaz. d'arte (catal.), Venezia 1932, p. 165; Primavera fiorentina. Catal. della I mostra del Sindacato nazionale fascista di belle arti, Firenze 1933, p. 232; XIX Esposizione biennale internaz. d'arte (catal.), Venezia 1934, p. 182; Catal. generale della II Quadriennale d'arte nazionale, Roma 1935, p. 96; XX Esposizione biennale internazionale d'arte (catal.), Venezia 1936, p. 80; Catal. generale della III Quadriennale d'arte nazionale, Roma 1939, p. 183; F. Meli, La Regia Accad. di belle arti di Palermo, Firenze 1941, pp. 130, 135; Catal. generale della IV Quadriennale d'arte nazionale, Roma 1943, p. 96; V. Mirabelli, Ricordo di B. D., in Boll. del Rotary Club di Palermo, 11 maggio 1967; Artisti di Sicilia, a cura di F. Grasso, Palermo 1969, p. 41; Opere ined. o poco note di artisti siciliani dal 1800 al 1950 (catal. della mostra), a cura di R. Collura, Palermo 1971, p. 12; N. Bullaro, Pitture, sculture, dagherrotipi, in F. Brancato, Il Museo del Risorgimento, Palermo 1975, pp. 90, 110; F. Grasso, Ottocento e Novecento in Sicilia, in Storia della Sicilia, X, Palermo 1981, pp. 205 s.