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BENEDETTO da Piacenza

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 8 (1966)
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BENEDETTO da Piacenza


Nato verso la fine del sec. XIV, entrò nell'Ordine dei canonici regolari, della congregazione di S.Maria di Fregionaia. Dei primi anni della sua attività non si ha notizia: le fonti lo ricordano per la prima volta nel 1436, quando aveva già raggiunto un alto grado nella gerarchia dell'Ordine. In quest'anno infatti il capitolo generale lo elesse visitatore della congregazione, cioè tra i più stretti collaboratori del rettore generale, col compito precipuo di visitare periodicamente le singole case della congregazione. Nel 1437 gli fu affidato anche il priorato del monastero dei SS. Giacomo e Lazzaro a Ferrara che resse fino al 1439, anno in cui fu eletto primo priore di S. Giovanni in Laterano a Roma.

Eugenio IV, che aveva seguito da tempo con molto interesse l'opera di riforma promossa sin dai primi anni del sec. XV dalla congregazione di S. Maria di Fregionaia, intendeva affidarle già dal 1432 la basilica lateranense, ma ne fu impedito dalla difficile situazione politica romana, non meno, a quanto pare, che dalle resistenze insoite nel seno della congregazione stessa. Si trattò tuttavia solo di un breve rinvio: il 6 febbr. 1439 con solenne bolla sostituì i canonici secolari della basilica con trenta canonici regolari della congregazione di S. Maria di Fregionaia.

B., poco tempo dopo la pubblicazione della bolla, fu mandato dal capitolo generale, insieme con Battista da Lucca, a Firenze, dove risiedeva in quel momento Eugenio IV, per ricevere da lui le ultime istruzioni. Nell'aprile i due messi riferirono al capitolo generale riunito a Ferrara la decisa volontà del papa di attuare al più presto la riforma. In conseguenza lo stesso capitolo generale il 21 apr. 1439 elesse B. priore della basilica lateranense.

Il compito non era facile: il clero secolare della basilica era tutt'altro che incline a cedere il posto e tanto meno i benefici ad esso connessi; né l'autorità di Eugenio IV - assai malferma dopo che nel 1434 aveva dovuto lasciare Roma in seguito a una rivolta - era tale da garantire l'esecuzione della bolla. B. pare si trasferisse a Roma con i suoi confratelli nell'autunno del 1439, ma già nel maggio del 1440, in occasione della festa del Corpus Domini, si ebbero violenti contrasti tra canonici secolari e canonici regolari per il diritto di fare la processione. Stefano Infessura nel suo Diario della città di Roma (a cura di O. Tommasini, in Fonti per la storia d'Italia, V, Roma 1890, p. 41) riferisce che in seguito a tali contrasti i canonici regolari "furo cacciati da Santo Janni a furia di popolo, et foro cacciati colle pietre". Trovarono rifugio nel palazzo vaticano, e poterono tornare a S. Giovanni solo nel giugno sotto la protezione del castellano di Castel S. Angelo e delle autorità cittadine. L'ambiente romano tuttavia rimase così ostile che Eugenio IV, cedendo alle preghiere della congregazione, permise ai trenta canonici regolari di abbandonare Roma. B. resignò il suo priorato il 21 aprile 1441

Tra il 1442 e il 1444 egli ricoprì nuovamente la carica di visitatore della congregazione. Nel 1446, dopo che la congregazione con l'aiuto di Eugenio IV, tornato a Roma nel 1443, era riuscita a riprendere possesso della basilica lateranense, B. venne eletto di nuovo priore dea basilica, ma rimase in carica solo un anno. Sotto il suo priorato si celebrò per la prima volta, al Laterano, dal 6 al 13 maggio 1447, il capitolo generale della congregazione. In questa occasione B. fu eletto priore di S. Giovanni in Verdara a Padova, dove restò fino al 1448, quando divenne rettore generale della congregazione, che nel 1445, per ordine di Eugenio IV, aveva assunto il nome di S. Salvatore del Laterano. Rimase in tale carica fino al 1451, allorché il 20 maggio gli fu nuovamente affidato il priorato del Laterano. Rieletto probabilmente nel 1452, morì nel corso di quest'anno.

Bibl.: G. Pennotto, Generalis totius sacri ordinis clericorum canonicorum historia tripartita, Romae 1624, pp. 632, 638, 642, 644 s..658;C. Rosini, Lycei lateranensis illustrium scriptorum... elogia, II, Cesenae 1649, pp. 402, 404 s., 424; N. Widloecher, La congreg. dei canonici regolari lateranensi, Gubbio 1929, pp. 80 s., 83, 90, 109 s., 112, 151, 311, 418 s.

Vedi anche
priore Il superiore di una comunità religiosa e in particolare di una comunità monastica. ● Titolo di particolare dignità in alcuni ordini cavallereschi (anche gran priore). Nell’Ordine dei Cavalieri di Malta il priore presiede l’organo preposto all’amministrazione dei possedimenti compresi in più commende. ... conclave Luogo dove i cardinali, in clausura, procedono all’elezione del papa e il complesso dei cardinali che vi prendono parte. ● La sua origine si fa risalire alle singolari circostanze che accompagnarono l’elezione di Gregorio X: trascorsi già 18 mesi dalla morte di Clemente IV (29 nov. 1268), poiché i cardinali, ... santo Giovanni Evangelista Figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo. I due fratelli sono detti Βοανηργές, "figli del tuono" (Marco 3, 17); di entrambi, nei Vangeli sinottici, Gesù deve talvolta frenare lo zelo intemperante e l'ambizione (Marco 10, 35, cfr. Matteo 20, 20; Luca 9, 49-50 e 54). Ma il Quarto Vangelo, secondo l'opinione ... divinità divinità Essenza, natura divina. Nel cristianesimo è riconosciuta alle persone della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. In senso più ampio, essere divino, dio, con riferimento alle figure delle mitologie antiche e delle religioni politeiste.
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piacènza
piacenza piacènza (ant. piacènzia, piagènza, plagènza e altre var.) s. f. [der. di piacere2; cfr. lat. tardo placentia «desiderio di piacere»], poet. ant. – 1. Qualità di ciò che piace, che attrae; bellezza, avvenenza, in quanto capace...
benedétto
benedetto benedétto agg. [part. pass. di benedire]. – 1. a. Che ha avuto la benedizione divina: acqua b.; l’ulivo b., nella ricorrenza della Pasqua. b. estens. Che ha avuto la benedizione del cielo, quindi ricco di doni, ben dotato e sim.:...
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