CARPACCIO (Scarpazo, Scarpazza), Benedetto
Figlio di Vittore e probabilmente minore del fratello Pietro, pure dedicatosi alla pittura.
Pietro Scarpazzaè menzionato quattro volte negli atti del podestà di Murano per un processo nell'anno 1514(more veneto, febbraio 1513). Il 26 giugno 1526 aveva preso residenza e bottega in Udine dato che prendeva al suo servizio, per quattro anni, un giovinetto bresciano. La notizia è contenuta nel medesimo documento (V. Ioppi, Contributo quarto alla storia dell'arte nel Friuli, Venezia 1894, p. 46)in cui è riconosciuto maestro, e dal quale si ricava anche che il padre era morto. Non si conosce nessun dipinto a lui attribuibile, dal momento che il S. Giorgio nella collezione Walters di Baltimora è un falso ottocentesco (attribuito al pittore dal Berenson nel 1916)e la Madonna col Bambino con i ss. Girolamo e Caterina del Kaiser Friedrich Museum di Berlino (attribuitagli da Ludwig e Molmenti nel 1906, e successivamente riferita dalla critica a Vittore Carpaccio) è andata distrutta nel 1945.
Si suppone che il C. sia nato a Venezia, dato che il padre vi abitava agli inizi del secolo. Le prime notizie di lui sono del 1530, quando in Venezia il 10 e il 23 settembre sottoscrive da testimone due redazioni di un testamento. L'8 luglio 1533 appare in un atto, sempre veneziano, come sostituto del padre, ormai morto. Ma il 22 dic. 1540 il podestà di Capodistria concede al C., "pittore veneto", l'esenzione per un quinquennio dalle tasse, oltre che la cittadinanza.
Egli aveva dunque a quella data la propria abitazione e bottega nella città istriana, e forse da prima del 1537, anno in cui compie per la Rotonda di quella città l'Incoronazione della Vergine (datata e firmata), ora al Museo civico. L'anno seguente dipinge e firma la Madonna in trono tra i ss. Tommaso e Bartolomeo, sempre per una chiesa di Capodistria, e ora nello stesso museo. è vero che nel 1542 è nominato a Venezia esecutore testamentario di sua cugina Caterina, ma poteva farlo anche da lontano; pare comunque ragionevole pensare che almeno dal 1537 al 1560 il C. abbia avuto dimora stabile a Capodistria. Da qui proviene il dipinto firmato e datato 1540con La Vergine col Bambino e i ss. Giusto e Sergio ora nella cattedrale di S. Giusto a Trieste, e, sempre con firma e data, 1541, La Vergine col Bambino tra i ss. Giorgio e Lucia, già presso il consorzio del Sale e ora nel municipio di Pirano. A Capodistria, nella chiesa di S. Anna, si trova l'ultimodipinto datato, Il nome diGesù e quattro santi, del 1541.
I documenti attestano ancora la presenza del C. a Capodistria: il 28 ott. 1545 compare il suo nome in un atto notarile, il 30 ag. 1551 viene eletto nel Consiglio dei conservatori del Monte di pietà, e il 23 ag. 1556 viene rieletto alla medesima carica. Negli atti di un estimo fatto nel 1560 egli compare ancora in vita (Maier).
La vicenda artistica del C. è quella di chi, appreso un mestiere, cerca per così dire di esercitarlo in una zona senza troppi concorrenti. Alla metà del Cinquecento egli non ha rinnovato quasi per nulla i propri modelli; si mantiene nella traccia paterna, con un poco più di giambellinismo. Sono molte le opere del padre in cui la critica si è esercitata a vedere l'intervento del C., soprattutto là dove pare visibile un esteso intervento di aiuti; possiamo ricordare il polittico della chiesa di Pozzale e le due Sante del Museo di Verona. Il C. dovette con probabilità portare a compimento anche alcune opere lasciate a mezzo per la morte del padre. Nei quadri propri egli poi riprese spesso le figure delle rappresentazioni del padre, ed è probabile che si sia valso abbondantemente di disegni di Vittore.
Nella vicenda delle opere attribuite al C. quella di maggior interesse critico riguarda la Madonna in trono col Bambino ed angeli sull'altare della Scuola di S. Giorgio degli Schiavoni a Venezia: l'attribuzione al C. è di Ludwig-Molmenti (1906). Restaurata dopo l'ultimoconflitto, il Di Carpegna si chiese se non fosse del padre "per l'insospettata altezza di qualità, sia di disegno che di colorito", seguito in questo senso dal Muraro (1966). Il Lauts (1962) ripropose invece il nome del C., che potrebbe aver lavorato su disegno del padre.
Fonti e Bibl.: Oltre alla bibl. in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p.35 subvv. Carpaccio Benedetto e Carpaccio Pietro, e a quella data s.v. Carpaccio Vittore in questo Diz. biogr., si veda B. Berenson, Venetian Painting in America. The Fifteenth Century, London 1916, pp. 164 s. e fig. 67; G. Musner, B. C., in Arte cristiana, IX(1921), 12, pp. 354-64; G. Fiocco, Carpaccio, Roma 1930, pp. 99 s.; Istriano, B. C. nell'Istria, in Vernice, marzo 1947, p. 6; N. Di Carpegna, Il restauro del C. di S. Giorgio degli Schiavoni, in Arte veneta, I(1947), pp. 67 s.; B. Maier, B.C., in Pagine istriane, n.s., I (1950), 4, pp. 93-102.