CALÒ, Benedetto
Nacque a Bagno a Ripoli (Firenze) il 22 novembre 1869 da Raffaele e Emilia Raquis. Compì gli studi a Pisa, dando prova di ingegno assai versatile: conseguita nel 1888 la licenza liceale, otteneva per concorso un posto di allievo interno alla Scuola normale, per la classe di lettere; poco dopo, sentendo più vivo in sé il desiderio degli studi scientifici, decideva di passare alla matematica, concorrendo nuovamente alla Scuola normale per la classe di scienze. Fatto più unico che raro, egli vinse anche il nuovo concorso. A Pisa il C. ottenne la laurea in matematica nel 1893 e il diploma di perfezionamento l'anno successivo.
Poco dopo, egli pubblicò un primo lavoro di geometria differenziale, compiuto sotto la guida di L. Bianchi, di cui era stato allievo.
Nel biennio 1895-96 fu a Torino come assistente alla cattedra di meccanica razionale tenuta da Vito Volterra. A questo breve periodo torinese si devono gli unici lavori del C. non pertinenti alla geometria. Il primo, una memoria inserita negli Annali di matematica (s. 2, XXIII [1895], pp. 159-79), presenta una nuova dimostrazione, puramente algebrica, di un teorema di Weierstrass sulle forme bilineari, teorema che interessava i geometri dell'epoca, particolarmente Corrado Segre. Nel secondo, una nota lincea dal titolo Sulle operazioni funzionali distributive (in Rend. dell'Acc. naz. dei Lincei, s.5, IV [1895], classe di sc. fis., pp. 52-59), il C. estende recentissimi risultati del Pincherle, seguendo le idee che andava esponendo allora il Volterra.
Dopo questa breve esperienza universitaria, il C. passò ad insegnare nelle scuole secondarie superiori: nel 1896-98 fu a Como, alla scuola normale femminile (istituto magistrale); passò poi all'istituto tecnico, a Teramo e dal 1900 a Napoli, dove rimase fino alla morte.
Il C. continuò assiduamente per anni la produzione scientifica, coltivando la geometria differenziale, sempre nell'indirizzo del Manchi, risolvendo una serie di delicati e non facili problemi, riguardanti specialmente l'applicabilità. Dei risultati di una sua memoria del 1900(in Ann. di mat., s. 3, IV [1900], pp. 123-30) si servì estesamente il Bianchi nelle Ricerche sul rotolamento di superficie applicabili (in Rend. d. Circ. matematico di Palermo, XXXVIII[1914], pp. 1-42). A Napoli il C. conseguì nel 1905ed esercitò poi la libera docenza in geometria analitica.
Morì a Napoli il 23 ag. 1917.
Il lavoro più famoso del C., che gli procurò lodi e fama, è certamente l'articolo Suiproblemi trascendenti e sulla quadratura del circolo inserito nel volume Questioni relative alla geometria elementare raccolte e pubblicate da Federigo Enriques (Bologna 1900).questa importante raccolta fu voluta dall'Enriques come opera di divulgazione scientifica ad alto livello, nell'ambito di un programma di aggiornamento degli insegnanti di matematica italiani. Del libro si ebbe nel 1907 una traduzione tedesca e nel 1928 una ristampa. Il compito del C. in questo lavoro di insieme era tra i più difficili: si trattava di riassumere, in modo da renderle accessibili, ma senza che ne scapitasse il rigore matematico, le più recenti ricerche sui numeri trascendenti, fino alla celebre dimostrazione della trascendenza del numero π data dal Lindemann nel 1887. In pari tempo, bisognava inserire tali risultati, conclusivi, nella lunga linea di ricerca geometrica sulla rettificazione della circonferenza e la quadratura del cerchio. In non molte pagine, il C. riuscì nel doppio intento, dando anche un breve cenno della questione dal punto di vista storico. Per questa sua capacità il C. fu chiamato a partecipare al più vasto progetto di una Enciclopedia delle matematiche elementari:la morte prematura gli impedì di prendervi parte effettiva.
Bibl.: Necrologio, in Boll. della Mathesis, IX(1917), pp. 81 s.; F. Enriques, in Questioni riguardanti la geometria elementare, Bologna 1928, per altre notizie biografiche (con la correzione del luogo e data di nascita nonché dell'affermazione che il C. scrisse solo lavori di geometria differenziale: Enriques non ha evidentemente tenuto conto del periodo universitario torinese del C.); F. Tricomi, Matematici italiani del primo secolo dello Stato unitario, in Memorie dell'Acc. delle scienze di Torino, classe di scienze fisiche, inat. e nat., s. 4, L (1962), 1, p. 30 (con la correzione sul settore di ricerca); J. C. Poggendorff, Biographisch-literarisches HandwörterbuchfürMath. …, I, p. 197 per l'elenco completo delle pubblicazioni; Die Fortschritte der Mathematik (negli anni corrispondenti) per brevi recensioni dei lavori del Calò.