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BEMBO, Benedetto

di Franco Mazzini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 8 (1966)
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BEMBO, Benedetto

Franco Mazzini

Figlio di Giovanni, capostipite di una famiglia cremonese di pittori, nacque intorno al 1420-25, forse a Brescia, fratello minore di Bonifacio. Non abbiamo notizie biografiche su di lui. La prima data che lo riguarda è del 1462, segnata sul polittico già nella cappella di S. Nicomede del castello dei Rossi a Torchiara (Parma) e ora nel Museo d'arte antica al Castello sforzesco, a Milano: firmato "i Benedictus Bembus ediit MCCCCLXII mensis maii", raffigura la Madonna col Bambino tra i SS. Antonio abate, Nicomede, Caterina d'Alessandria e Pietro martire, con gli Apostoli a mezzo busto nella predella.

In quanto unica opera documentata, è fondamentale per la conoscenza dell'arte del B. che, anziché seguace della tradizione tardo-gotica come il fratello Bonifacio e l'altro pittore cremonese contemporaneo C. Moretti, appare orientato verso la cultura padovana, squarcionesca, sulla falsariga dei veneti provinciali, o addirittura "ferrarese" come ha precisato il Longhi (1958).

Altra opera fondamentale, attribuita su base stilistica da C. Ricci (1894) e poi concordemente riconosciuta dalla critica, è la decorazione della cosiddetta sala d'oro dello stesso castello a Torchiara.

Gli affreschi celebrano la vicenda amorosa di Pier Maria Rossi e Bianca Pellegrini e sono anteriori al 1463, anno in cui sono cantati dal poeta Gerardo Rustici. Ancor più delle aspre 'desinenze plastiche del polittico' peraltro mescolate a modi tardogotici, l'invenzione e la partitura delle figurazioni della sala d'oro, inserite in schematiche architetture "tra pompeiane e filaretiane" (Baroni e Samek), al centro delle quattro lunette. sullo sfondo di un paesaggio continuo, a giro d'orizzonte, costellato dai favolosi castelli della famiglia Rossi, documentano una singolare inclinazione "rinascimentale ", affine, nelle soluzioni prospettico-spaziali, ai Lendinara (A. C. Quintavalle, 1963). Ma ciò non toglie che il largo impiego dell'oro - la decorazione a pastiglia dorata riempie l'alto zoccolo e riveste i profili architettonici a rilievo, come nella cappella ducale milanese e come nel ciclo degli Zavattari, a Monza - indichi altresì il persistere di un gusto araldico, tipico del tardo gotico lombardo.

Terza opera fondamentale, stilisticamente legata al polittico del 1462 e forse di poco posteriore, è il gruppo di tre tavole, parte di un polittico smembrato, con la Madonna e il Bambino e un offerente, S. Giorgio e S. Tommaso d'Aquino (Cremona, Museo civ.). Discussa è l'attribuzione del frammento di affresco con la Fuga in Egitto (S. Michele, Cremona), pubblicato dal Salmi (1926) e riconosciuto come opera del B., fra gli altri, anche dal Puerari; mentre il Ragghianti (1949) lo considera nell'orbita di Bonifacio. Altre opere, peraltro ineguali, aggiunte di recente al catalogo dell'artista, sono la Natività Frascione (Zeri, in The Connoisseur, 1956, dicembre), la Predica del Battista della collez. Kress di New York (Suida, 1959) e gli affreschi in terra verde (Annunciazione e Storie di eremiti), di recente scoperti nel castello di Monticelli d'Ongina (Piacenza), dove il B. avrebbe anche collaborato col fratello Bonifacio nella decorazione della cappella (A. C. Quintavalle, 1963; gli affreschi in terra verde, staccati, si trovano nella Gall. naz. di Parma).

Oltre al padre Giovanni, cremonese, documentato a Brescia tra il terzo e il quarto decennio del '400, furono pittori anche i fratelli del B., Bonifacio e Andrea. Quest'ultimo è ricordato nei documenti bresciani fino al 1496. (Per un tentativo di ricostruire gruppi di opere intorno a Giovanni e Andrea, v. G. Panazza, La pittura nella prima metà del Quattrocento, in Storia di Brescia, II, Brescia 1963, pp. 896-907).

Bibl.: G. Grasselli, Abecedario di pittori, Cremona 1827, p. 43; F. Sacchi, Notizie pittor. cremonesi, Cremona 1872, p. 34; C. Ricci, Il castello di Torrechiara e la Sala d'oro, in Arte ital. decorat. e industr., III, 1 (1894), pp. 8 s.; Id., La cappella di S. Nicomede, ibid., 3, pp. 23 s.; F. Malaguzzi Valeri, Pittori lombardi del '400, Milano 1902, pp. 95, 102, 120; N. Pelicelli, P. M. Rossi e i suoi castelli, Parma 1911, p. 18; A. Venturi, Storia dell'arte ital., VII, 1, Milano 1911, pp. 288-291; VII, 4, ibid. 1915, pp. 822 s.; P. Toesca, La pittura e la miniat. in Lombardia, Milano 1912, pp. 573 s.; M. Salmi, Un nuovo B. B., in Dedalo, VII (1926), pp. 43-50; R. Longhi, Me pinxit, in Pinacotheca, I (1928), pp. 79-87; I. Camelli, La Pinac. del Museo civico, in Cremona, II (1930), pp. 81, 296; C. Bonetti, I B. Pittori cremonesi, in Boll. stor. cremonese, I (1931), pp. 23, 25; W. Suida, Zum Werk des B. B., in Belvedere, XI (1932), pp. 33-35; N. Gabrielli, Le Pitture della cappella di S. Margherita nel Santuario di Crea, in Bollett. stor. bibl. Subalpino, XXXVI (1934), pp. 437-443, 451; F. Wittgens, Note ed aggiunte a Bonifacio B., in Riv. d'arte, XVIII (1936), pp. 345 s.; U. Gualazzini, Una ignorata pagina di storia dell'arte..., in Cremona, XI (1939), p. 558; A. Puerari, Gli affreschi... nella chiesa della SS. Trinità, in Bollett. stor. cremonese, X (1940), pp. 75-80; A. M. Brizio, La pittura in Piemonte, Torino 1942, p. 165; A. Puerari, Mostra di antiche Pitture dal XIV al XIX sec. in Cremona, Cremona 1948, pp. 15-17; C. L. Ragghianti, Studi sulla pittura lombarda del '400, in La critica d'arte, VIII (1949), fasc. 27, pp. 44 s.; fasc. 30, pp. 288-300, A. Puerari, La Pinac. di Cremona, Cremona 1951, pp. 44-46; C. Baroni - S. Samek Ludovici, La pittura lombarda del '400, Messina-Firenze 1952, pp. 117-122; A. Ghidiglia Quintavalle, I Castelli del Parmense, Parma 1955, pp. 173-176; M. Salmi, La pittura e la miniatura gotiche, in Storia di Milano, VI, Milano 1955, pp. 844-849; R. Longhi, pref. a Arte lombarda dai Visconti agli Sforza (catal.), Milano 1958, p. XXXII; F. Mazzini, ibid., pp. 86 s.; W. Suida, Epilogo alla Mostra d'arte lombarda, in Arte lombarda, IV (1959), pp. 82 s.; A. C. Quintavalle, in Arte in Emilia, II (catal.), Parma 1962, p. 38; Id., Problemi bembeschi a Monticelli d'Ongina, in Arte antica e moderna, 1963, 21, pp. 36 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 283; Encicl. Ital., VI, p. 589.

Vedi anche
Galìzia, Fede Galìzia, Fede. - Pittrice (Milano 1578 - ivi 1630 circa). Autrice di ritratti e quadri di storie sacre (P. Morigia, 1569, Milano, Pinacoteca Ambrosiana; Giuditta ed Oloferne, 1601, Roma, galleria Borghese), è nota soprattutto per le sobrie nature morte con fiori e frutta (Milano, Ambrosiana; Amsterdam, ... Fòppa, Vincenzo Fòppa, Vincenzo. - Pittore (n. Brescia tra il 1427 e il 1430 - m. ivi 1515 o 1516). Nelle prime opere (Tre crocifissi, S. Gerolamo, Bergamo, Accademia Carrara) il Foppa, Vincenzo mostra influssi mantegneschi e di I. Bellini; ma intende la forma plasticamente, costruita dalla luce spesso in deciso contrasto ... Canalétto, Giovanni Antonio Canal detto il Canalétto, Giovanni Antonio Canal detto il. - Pittore e incisore (Venezia 1697 - ivi 1768), caposcuola dei vedutisti veneti del Settecento. Si formò al seguito del padre Bernardo, pittore di teatro, e, verso il 1719, a Roma cominciò a dedicarsi alla pittura di paesaggio. Ispirato dal Vanvitelli e, dopo ... Cremona Comune della Lombardia (70,4 km2 con 71.998 ab. nel 2008) e capoluogo di provincia. Di forma ellittica, circondata dai bastioni, antiche mura ora in gran parte demolite, si estende presso la riva sinistra del Po in mezzo a una piatta e bassa pianura, ed è l’ultimo centro notevole che s’incontra discendendo ...
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    Pittore lombardo (m. dopo il 1489) di origine bresciana, fratello di Bonifacio. Firmato e datato 1462 è il polittico proveniente dal castello di Torchiara presso Parma (ora Milano, Musei Civici), ove restano suoi affreschi nella Sala d'oro. In queste pitture e nel polittico, frammentario, del Mus. civico ...
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    Enciclopedia Italiana (1930)
    Pittore, di origine bresciana, che nel 1465 operava a Bergamo. Ne sono conservate alcune opere: un polittico, firmato e datato 1462, con la Vergine ed il Bambino fra quattro Santi, e gli apostoli nella predella, composto alla gotica già nel castello di Torchiara (Parma), ora nel palazzo Davanzati a ...
Vocabolario
benedétto
benedetto benedétto agg. [part. pass. di benedire]. – 1. a. Che ha avuto la benedizione divina: acqua b.; l’ulivo b., nella ricorrenza della Pasqua. b. estens. Che ha avuto la benedizione del cielo, quindi ricco di doni, ben dotato e sim.:...
benedétta
benedetta benedétta s. f. [femm. sostantivato dell’agg. benedetto]. – Nome pop. dell’erba cariofillata.
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