• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

AVERANI, Benedetto

di Nicola Carranza - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 4 (1962)
  • Condividi

AVERANI, Benedetto

Nicola Carranza

Nacque a Firenze il 19 luglio 1645, fratello maggiore di Giuseppe, celebre giureconsulto, autore di una sua biografia (in B. A., Opera Latina, I, Florentiae 1717, pp. ** 1 ss.) e di Niccolò, avvocato ed astronomo, che curò l'edizione fiorentina dell'Opera Omnia di P. Gassendi (1727). Con l'aiuto di suo padre Giovanni Francesco, valente matematico, scrisse un poema in lode di s. Tommaso d'Aquino, che pose in luce le non comuni cognizioni teologiche del giovane autore. Appassionato di matematica, di geometria e di meccanica, studiò presso i gesuiti di Firenze e si addottorò in giurisprudenza nell'ateneo pisano. Latinista di valore, compose elegie ispirate al modello tibulliano e, cosa rara in quegli anni di imperante umanesimo latino, si applicò da solo con estremo impegno allo studio della lingua e della letteratura greca. Frequentò l'Accademia degli Apatisti, di cui fu creato "principe", ed il cardinale Leopoldo de' Medici, protettore dello Studio pisano, che ammirava il suo ingegno e la sua cultura, gli promise una cattedra di lettere umane nell'università di Pisa. Morto il principe mecenate (1675), le speranze dell'A. parvero naufragare, ma nel 1676 Cosimo III, mantenendo la promessa dello zio, lo mandò a Pisa a coprire la cattedra di lettere greche.

A Pisa egli prese a spiegare i poeti dell'Antologia, Euripide e Tucidide, e passato nel 1685 alla cattedra di lettere umane, tenne lezioni su Livio, Virgilio e Cicerone, comparando tra loro gli autori greci e latini ed esaminandoli criticamente. Platonico in filosofia, mentre la contemporanea cultura filosofica toscana era legata all'aristotelismo, ammiratore di Ippocrate e di Galeno, curioso di anatomia, resta ricordo di lui soprattutto quale letterato. Predilesse lo studio della poesia del Petrarca e nell'Accademia della Crusca, cui fu ascritto, recitò una serie di discorsi su di un suo sonetto (Dieci lezioni di B. A. sopra il IV sonetto della 1 parte del Canzoniere del Petrarca, Ravenna 1707).

Le sue Opera Latina (Florentiae 1717), curate dal fratello Giuseppe, contengono (voll. I e II) le dissertazioni sull'Antologia, sull'eloquenza greca e romana, su Euripide, Tucidide, Livio, Virgilio e Cicerone e (vol. III) le sue lettere a L. Adriani, V. Aulla, E. Noris, A. M. Salvini, E. Newton, i Carmina,gli Epigrammi, le Orationes che per trent'anni di seguito pronunciò il giorno di Ognissanti per la solenne apertura degli studi all'università di Pisa (delle Orationes si ha anche un'edizione a parte, Florentiae 1688). Di lui abbiamo inoltre: Lezioni XI dette nell'Accademia degli Apatisti (discorsi sulla teologia dei gentili e sulla dottrina platonica pronunciati in gioventù), in Raccolta di prose fiorentine,IIIe IV, Firenze 1728-29, e La difesa di Galileo (1695) pubblicata per la prima volta da A. Favaro in Memorie d. R. Acc. di Scienze, Lettere ed Arti di Modena, sez. scienze, s. 2, II (1884), pp. 209-239.

Morì a Pisa il 28 dic. 1707 e fu sepolto nel Camposanto Vecchio.

Bibl.: A. M. Salvini, In morte di B. A., in Prose Toscane, I,Firenze 1715, pp. 372 ss.; Id., Discorsi Accademici, Venezia 1735, I, p. 313; III, p. 17; G. M. Crescimbeni, Notizie istoriche degli Arcadi morti,I, Roma 1720, pp. 341-347 (elogio scritto da G. Bianchini); J. P. Niceron, Mémoires pour servir à l'hist. des hommes illustres, II,Paris 1729, pp. 196-205; G. Lami, Memorabilia Italorum eruditione praestantium, I, Florentiae 1742, pp. 81-94; G. M. Mazzuchelli, Gli Scritton d'Italia, I, 2, Brescia 1753, p. 1325; A. Fabroni, Vitae Italorum, VIII, Pisis1781, pp. 8 ss.; Id., Historia Academiae Pisanae, III, Pisis 1790, pp. 191-204; F. Inghirami, Storia della Toscana, XII,Firenze 1843, p. 149; E. W. Cochrane, Tradition and Enlightmment in the Tuscan Academies, 1690-1800, Roma 1961, pp. 2, 7, 12 ss.,20, 70, 81, 121 e ss.

Vedi anche
letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano ... Umanesimo Periodo storico le cui origini sono rintracciate dopo la metà del 14° sec., e culminato nel 15°: tale periodo si caratterizza per un più ricco e più consapevole fiorire degli studi sulle lingue e letterature classiche, considerate come strumento di elevazione spirituale per l’uomo, e perciò chiamati, ... Francesco Petrarca Petrarca (lat. Petrarca), Francesco. - Poeta e umanista (Arezzo 20 luglio 1304 - Arquà, od. Arquà Petrarca, Francesco, tra il 18 e il 19 luglio 1374). Nato ad Arezzo da Eletta Canigiani e da ser Pietro di ser Parenzo dell'Incisa in Valdarno, che era stato bandito da Firenze nel 1302 per dissidî personali ... Eurìpide Eurìpide (gr. Εὐριπίδης, lat. Euripĭdes). - Poeta tragico ateniese (Salamina 480 a. C. - Pella 406), nato secondo la tradizione il giorno stesso della battaglia di Salamina (5 sett.), figlio di Mnesarco, o Mnesarchide, e di Clito, che secondo le tendenziose notizie tramandateci dai comici greci sarebbero ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Letteratura
Vocabolario
benedétto
benedetto benedétto agg. [part. pass. di benedire]. – 1. a. Che ha avuto la benedizione divina: acqua b.; l’ulivo b., nella ricorrenza della Pasqua. b. estens. Che ha avuto la benedizione del cielo, quindi ricco di doni, ben dotato e sim.:...
benedétta
benedetta benedétta s. f. [femm. sostantivato dell’agg. benedetto]. – Nome pop. dell’erba cariofillata.
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali