bene di esperienza
(bene d’esperienza, bene esperienza), loc. s.le m. Oggetto, prodotto al quale è possibile attribuire un valore solo dopo averlo sperimentato.
• «Il vino è un bene “di esperienza”, lo devi consumare prima di sapere se è buono oppure no, per questo la gente si affida a elementi che possano in qualche modo testimoniare della qualità», racconta Karl Storchmann, docente di economia al Whitman college di Walla Walla, direttore del «Journal of Wine Economics», rivista scientifica espressione dell’Aawe, American Association of Wine Economists, associazione nonprofit di docenti delle più prestigiose università, da Harvard a Yale. (Repubblica, 19 ottobre 2009, Affari & Finanza, p. 50) • Da animali simbolici e ideologici quali siamo, abbiamo sempre chiesto di più alle nostre merci: dallo status sociale alla rappresentazione di futuri migliori durante presenti indigenti. Alcuni beni sono talmente legati a un’esperienza, che gli economisti li hanno chiamati «beni d’esperienza» (experience goods), sono quei beni che riusciamo a capire e valutare solo dopo averne fatto esperienza diretta e personale. Sono beni di esperienza quasi tutti i beni culturali e turistici. (Luigino Bruni, Avvenire, 17 novembre 2013, p. 1, Prima pagina) • [tit.] Il valore che nasce dai beni esperienza [testo] I beni esperienza sono prodotti il cui valore in termini di qualità o prezzo non può essere valutato in anticipo ma soltanto nel momento in cui si consumano. Quindi si pagano prima di sapere se valgono il loro prezzo. Si tratta di prodotti meno rari di quello che sembri: una bottiglia di vino è un bene esperienza, come la copia di un giornale. Perché si comprano beni così? Per la reputazione incarnata nell’etichetta, nella testata, nella persona che li offre. (Luca De Biase, Sole 24 Ore, 10 aprile 2016, p. 11, Nòva24).
- Composto dal s. m. bene, dalla prep. di e dal s. f. esperienza, ricalcando l’espressione ingl. experience good.