Donna politica pakistana (Karācī 1953 - Rawalpindi 2007). Completati gli studi all'estero (Harvard University, Oxford), dal 1977, anno della deposizione del padre Zulfikar ̔Alī Bhutto (v.), si schierò all'opposizione del regime del generale Zia ul-Ḥaq e fu condannata in più occasioni agli arresti domiciliari e al carcere per il suo ruolo di primo piano nel Movimento per il ritorno della democrazia in Pakistan. Dal 1984 in esilio in Gran Bretagna, si impegnò nella riorganizzazione del Partito del popolo pakistano (PPP) e ritornò in patria nel 1986. Dopo la morte improvvisa di Zia nell'ag. 1988, la buona affermazione del PPP alle elezioni del novembre successivo aprì la strada alla nomina di B. a primo ministro, prima donna a ricoprire tale carica in un paese islamico. Nei mesi successivi il deterioramento della situazione economica e il riesplodere delle tensioni interetniche minarono la credibilità di B., che non fu in grado di realizzare il programma di riforme democratiche promesso. Nell'ag. 1990 il presidente Ghulām Isḥaq Khān depose il governo Bhutto annunciando nuove elezioni per ottobre, elezioni che registrarono una secca sconfitta del PPP. Successivamente, dopo la consultazione elettorale dell'ott. 1993, B. tornò alla guida di un governo di coalizione. Il 5 nov. 1996 il presidente A. Khān Leghari destituì B. per abuso di potere e cattiva amministrazione. Contemporaneamente Āṣif ̔Alī Zardarī, marito di B. e ministro per gli Investimenti, veniva arrestato con l'accusa di corruzione. Implicata nelle vicende giudiziarie del marito, nell'apr. 1999 B. è stata condannata in contumacia (era in viaggio all'estero quando è stata emessa la sentenza) per corruzione a cinque anni di reclusione e all'interdizione per dieci anni dai pubblici uffici. Rientrata in Pakistan nel 2007 per ricandidarsi alle elezioni del 2008, è stata obiettivo di due attentati, nel secondo dei quali ha perso la vita il 27 dicembre 2007.