BEMBO, Gian Francesco, detto il Vetraio
Pittore cremonese morto intorno al 1526, figlio di Lorenzo, pittore, fratello di Bonifacio, si vuole che col Boccaccino (v.) andasse a Roma, dove avrebbe dipinto certi nudi intorno a uno stemma di Leone X nella casa del cardinale Francesco Soderini (Vasari). Nella magnifica decorazione pittorica del Duomo di Cremona, iniziata dal Boccaccino e proseguita da altri artisti famosi, spettano al Bembo due storie del 1515: l'Adorazione dei Magi (firmata Bembus incipiens) e la Presentazione al Tempio, dove nel gusto della composizione e in alcune figure si trova il ricordo delle Stanze Vaticane, ma la fresca, accesa e sprezzante maniera pittorica a macchia riflette tendenze giorgionesche, forse attraverso Romanino.
La pala già in S. Angelo, ora in S. Pietro, sempre a Cremona, con la Vergine, tre santi e il donatore, ha gli stessi elementi (firma e data 1524), con chiari accenni specifici alla Madonna del Baldacchino, e in più reminiscenze di Fra Bartolomeo che fanno pensare ad un soggiorno dell'artista in Firenze. Il B. è, in sostanza, un eclettico piacevole e garbato che in un ritratto di uomo della Galleria di Budapest, oltre che nel committente della pala suddetta, si mostra anche ritrattista fine, pieno di distinzione.
Bibl.: Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, III, Lipsia 1909; C. Gamba, Nuove attribuzioni di ritratti, in Boll. d'arte, n. s., IV (1924-25), pp. 200-206.