BELLUM
Personificazione della guerra nella religione e nella poesia in Roma. I poeti lo raffigurano di aspetto orrido e sanguinolento (Verg., Aen., i, 296: ore cruento; Ovid., Met., i, 143: sanguinea manu) e Virgilio (Aen., vi, 278; cfr. Senec., Herc. fur., 655) lo pone nel mondo sotterraneo insieme con Sopor, Discordia e le Furie. Abbiamo in Plinio (Nat. hist., xxxv, 93) la notizia di una raffigurazione di B. in un quadro di Apelle, che Augusto pose nel suo Foro e più precisamente, come ci dice Servio (ad Aen., i, 294), dalla parte sinistra rispetto a chi vi entrava. Il quadro rappresentava Belli imaginem restrictis ad terga manibus Alexandro in curru triumphante; era dunque una delle figure allegoriche della composizione con il trionfo di Alessandro. Lo schema con le braccia legate dietro il dorso richiama l'iconografia sia del centauro vinto, sia dei prigionieri nel rilievo storico romano. Il Panofka mise in dubbio la veridicità della citazione pliniana, pensando a una corruzione o lacuna del testo, ma senza sicuro fondamento.
Bibl.: G. Wissowa, in Roscher, I. cc. 777-778; E. Aust, in Pauly-Wissowa, III, c. 258 s. v.; Panofka, in Arch. Zeit., VI, 1848, p. 100; H. Brunn, Gesch. griech. Künstler, II, Stoccarda 1889, p. 131; Fr. Matz, Belli facies et triumphus, in Festschrift C. Weickert, Berlino 1955.