BELLONA
Divinità romana connessa con la guerra (Bellum) e con Marte.
In un primo tempo fu soltanto una personificazione, ma verso la metà del IV sec. a. C. appare come una figura divina del tutto indipendente. Fu avvicinata talvolta alla dea greca Enyo, alla divinità sabina Nerio e, negli ultimi decenni della Repubblica, venne identificata con Ma, divinità orientale venerata a Comana, in Cappadocia; più tardi fu identificata con la Virtus. Ciononostante B. non divenne oggetto di sincretismo e non perdette mai la propria individualità.
Troviamo spesso nei poeti latini una descrizione di B. la cui principale attribuzione è quella di essere armata, talvolta brandisce una sferza, una tuba, oppure una torcia (Stat., Theb., iv, 5; V, 155; vii, 72; Sil. Ital., Pun., iv, 436; v, 225; Claudian., in Eutrop., ii, 109; 144; in Probi cons., 121 ecc.). È detta sanguinolenta, atra, tartarea. Poiché conosciamo dalle fonti e dagli scavi l'esistenza di molti templi di B. a Roma e fuori, dovettero esservi certo statue di culto, peraltro oggi non identificabili o non pervenute a noi; inoltre è documentato un tempio di B. a Rusicade cum omnibus ornamentis et pictura (C. I. L., viii, 7957), e si può supporre che vi fosse dipinta la dea. Il Winckelmann (Monum. ined., i, p. 36, n. 29) riconosce B. in un frammento di rilievo con figure femminili, armata, in piedi sopra un cippo. L'immagine della dea è stata identificata sopra una moneta dei Bruttii, ove è una figura muliebre armata con lancia e scudo ed incedente verso destra (da altri ritenuta una Atena), ed in una moneta romano-campana databile al principio del III sec. a. C. e forse di zecca calena, sul cui dritto è la testa della dea a destra con elmo frigio a testa di aquila. Per il tipo della dea di Comana a cui in Roma venne eretto un tempio (aedes Bellonae Pulvinensis) abbiamo infine una moneta di quella città, ove B. stante ha la testa radiata, tiene nella sinistra una dava e poggia la destra sopra uno scudo.
Bibl.: E. Saglio, in Dict. Ant., I, 1877, p. 685 ss.; A. Procksch, in Roscher, I, 1884, c. 774 ss.; D. Vaglieri, in E. De Ruggiero, Dizionario epigrafico, I, 1895, p. 987 ss.; E. Aust, in Pauly-Wissowa, III, 1899, c. 254 ss.; L. Breglia, La prima fase della coniazione romana dell'argento, Roma 1952, p. 67 ss. Per il tempio in Roma: M. Guarducci, Il santuario di B. e il circo Flaminio in un epigramma greco del Basso Impero, in Bull. Com., LXXIII, 1949-50 (1952), pp. 55-76.