BELLEROFONTE DI EGINA, Pittore del (Algina Bellerophon Painter)
Ceramografo corinzio, uno dei migliori del secondo venticinquennio del VII sec. a. C. (Protocorinzio Medio). Il più conosciuto dei vasi a lui attribuiti, quello a cui deve il nome, è una kotỳle frammentaria da Egina (n. 253) con Bellerofonte su Pegaso, la Chimera, Teseo (la Gorgone è perduta), un leone, un'oca, una sfinge. La Chimera, quasi immobile, come se volesse misurare le forze dell'avversario prima di iniziare la lotta, è potentemente concepita e temibile per la sua stessa immobilità.
Insieme alla Gorgone, occupava tutta la faccia principale, respingendo i due eroi in una posizione secondaria. Anche la sfinge ha una monumentalità quale raramente si trova nella contemporanea pittura protocorinzia e che l'avvicina alla sfinge in avorio da Perachora. Il pittore è vicino al Pittore dei Cani (si confronti l'attacco della spalla nella Chimera e quello dei cani nelle tazze del Pittore dei Cani), ma è più recente. Come lui ricerca le belle linee espressive, ma i corpi non sono più esageratamente tesi, anzi gli animali avanzano tranquilli e dignitosi. Il disegno è ottimo; la tecnica (a figure nere con moderati ritocchi rossi) eccellente; l'incisione sicura. La Chimera su questa tazza ha uno schema rarissimo in Grecia: la testa di capra è all'estremità di un'ala.
Già in un lavoro forse giovanile, una oinochòe da Megara Hyblea con la lotta fra un giovane e un centauro, il pittore rivela le sue ottime qualità. Molto bella è la oinochòe frammentaria Egina n. 273, posteriore alla tazza con Bellerofonte, decorata unicamente con motivi del "fregio animale". La monumentalità e la potenza delle singole figure mostrano l'eccellenza raggiunta dal "fregio animale" protocorinzio alla fine del secondo venticinquennio del VII sec. a. C.
Bibl.: H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, p. 11 ss.; W. Kraiker, Aigina. Die Vasen des 10. bis 7. Jhdts., Berlino 1951, pp. 18 e 48, n. 253; 19 e 51, n. 273; F. Matz, Geschichte d. griech. Kunst, I, Francoforte 1949, p. 230; J. L. Benson, Geschichte d. korinthischen Vasen, Basilea 1953, p. 18, n. 13; T. J. Dunbabin-M. Robertson, Some Protocorinthian Vase-painters, in Annual Brit. Sch. Athens, XLVIII, 1953, p. 177. Per lo speciale aspetto della Chimera: T. J. Dunbabin, Bellerophon, Herakles and Chimaera, in Studies Presented to D. M. Robinson, II, Saint Louis 1953, p. 1164 ss.