BELEMNOIDEI (lat. scient. Belemnoidea, dal greco βελεμνον "giavellotto" ed εἶδος "aspetto")
Molluschi estinti che costituiscono un sottordine di Cefalopodi Dibranchiati e, insieme con i sepioidea e con i Teuthoidea, formano l'ordine dei Decapodi. Si presentano fossili dal Triassico e si estinguono nell'Eocene. Per il loro fragmocono tipicamente concamerato, provvisto di sifone, mostrano una parentela con i Tetrabranchiati; per altro le conchiglie hanno una struttura molto diversa, e non servivano all'animale come abitazione protettiva, ché, al contrario, esse erano circondate dalle parti molli. I Belemnoidei potrebbero essere riuniti con le recenti seppie; benché la conchiglia di queste ultime abbia tutt'altra forma e struttura, pure, spesso, vi si distingue un rudimento del cono concamerato, che più evidentemente è sviluppato presso generi fossili i quali servono a colmare la lacuna tra i Belemnoidei e i recenti gruppi dei Decapodi. Sono questi gli Acanthoteuthis (Wagner), che sembrano avere dieci lunghe braccia ineguali, munite di uncini. In certi Belemnoidei non sono state finora constatate con sicurezza più di 6-7 doppie serie di uncini però anche in specie recenti di Decapodi mancano in parte gli uncini delle braccia, le quali portano invece le solite ventose. Il fossile Acanthoteuthis speciosa (Münst.) degli scisti litografici di Eichstätt (Baviera) ne mostra sino a 10 e rappresenta bene l'animale di Hibolites semisulcatus Münst.
Il sottordine Belemnoidei si distingue per il fragmocono terminale, quasi diritto, a forma di cono, posteriormente incastrato in un astuccio calcareo. I muscoli del mantello si attaccavano all'orlo libero del cono e le braccia erano fornite di uncini. Questo sottordine comprende la sola famiglia Belemnitidae Blainv., accanto alla quale sono posti i Belemnoteuthis Pearce, diffusi dal Calloviano al Cretacico inferiore, notevoli per lo sviluppo del fragmocono e per la riduzione del rostro, diventato un semplice involucro di calcare o di conchiolina che riveste il fragmocono. Alcune impronte del Triassico della Carinzia hanno permesso di segnalare, in questo genere, la presenza di una borsa del nero e di 10 braccia.
La conchiglia dei Belemnoidei, formata dal fragmocono, da un proostraco, e da un rostro solido, può essere considerata come il prototipo di tutte le formazioni analoghe dei Dibranchiati, perché ha ancora completamente sviluppate tutte le parti.
I Belemnoidei si distinguono in Aulacoceratidae (Triassico-Lias) e Belemnitidae in senso stretto (Lias-Eocene). Gli Aulacoceratidi, che sono fra le Belemniti più antiche, sono caratterizzati dalla grande lunghezza del fragmocono e dal forte distanziamento dei setti: il genere Aulacoceras Hauer, del Triassico alpino e di Timor, presenta due solchi laterali profondi, mentre il genere Atractites Gümbel ha il rostro senza solchi.
Le Belemnitidae in senso stretto comprendono, tra gli altri, l'importante genere Belemnites (Agricola) Lister, che prende il primo posto per ricchezza di forme e per importanza geologica.
La conchiglia di Belemnites è formata, come si è detto, di 3 parti: rostro, fragmocono e proostraco. Il rostro ha forma dactiloide, subcilindrica, o conica; ora è corto e tozzo, ora gracile e lunghissimo. Posteriormente può essere ristretto, acuminato o arrotondato. Nella parte anteriore si trova un alveolo, a forma di cono rovesciato, dove s'incastra il fragmocono. Dalla punta posteriore dell'alveolo sino all'estremità del rostro corre la linea apicale, un po' eccentrica, da cui si irradiano le fibre calcaree che compongono il rostro; questa linea non occupa mai la metà del piano mediano, ma è avvicinata al lato ventrale. In una sezione verticale si osservano le linee di accrescimento nette, che formano gli strati calcarei depositatisi durante lo sviluppo, dalla parte esterna. La superficie del rostro ora è ricoperta d'uno strato protettore, sottilissimo, liscio, ora è ornata tutta o in parte di granuli, o di fini rughe, o d'impressioni vascolari; quest'ultime sembrano impresse nettamente sul lato ventrale e nella parte anteriore del rostro. In molte specie un solco più o meno profondo e nettamente inciso si estende dal margine alveolare anteriore sul lato ventrale, più raramente su quello dorsale, ora per breve tratto, ora sino alla punta posteriore. L'origine di questo solco è incerta e potrebbe essere stata prodotta da una divisione del mantello. Altri solchi più debolmente incisi cominciano in alcune specie sin dalla punta. Più frequentemente vi sono due docce simmetriche, che talora si appiattiscono e si prolungano avanti divergendo un poco, sotto forma di strisce appena infossate; queste docce sono chiamate dorso-laterali. Un solco impari, generalmente corto, partendo dalla punta del rostro si mostra talora dal lato ventrale. Le fibre calcaree, dirette quasi perpendicolarmente alla linea apicale, che compongono il rostro, consistono in fini prismi di calcite. Impurità bituminose dànno alle fibre una colorazione bruna o giallo-ambra.
Il fragmocono s'incastra nell'alveolo conico che si trova nella parte anteriore del rostro. Questo somiglia a un Orthoceras, ed è circondato da un rivestimento proprio (conotheca) che si compone di 3° più foglietti sottili sovrapposti, di cui l'esterno porta un'ornamentazione particolare. Il lato ventrale è indicato dal sifone marginale ed è ornato esternamente di semplici linee orizzontali; al contrario il lato dorsale è segnato dalle linee asimptotiche, che divergendo dalla punta verso l'alto circoscrivono una parte della superficie dorsale, occupante press'a poco 1/4 del giro. Si osservano generalmente, da ogni lato, parecchie linee asimptotiche diritte, ora molto avvicinate, ora un po' distanti. Si forma così da una parte e dall'altra del campo dorsale una regione laterale provvista di linee divergenti, la quale si distingue nettamente per la finezza dei suoi ornamenti. Le linee orizzontali, dal lato ventrale, s'incurvano assai bruscamente verso l'alto contro l'asimptoto più esterno e s'interrompono contro l'asimptoto interno. Queste strie, limitate dalle linee asimptotiche presso il campo dorsale, hanno ricevuto il nome di campi iperbolici. Il campo dorsale stesso è ornato di linee a forma di arco, convesse avanti e talora anche marcate nel mezzo da una o più linee dorsali; questa regione limitata dai campi iperbolici è detta campo parabolare.
La parte concamerata del fragmocono comincia con una vescicola embrionale sferica: i setti sono concavi in avanti. Il sifone è marginale, ventrale, circondato da colletti un po' rigonfi, rivolti indietro. La conoteca si proluuga al difuori dell'alveolo in forma d'imbuto. Il lato dorsale di questo imbuto poi si continua avanti per mezzo di una lamina sottile, foliacea, ripiegata, il proostraco, che è molto delicato, e raramente si trova fossilizzato.
Delle parti ora descritte non si conserva generalmente che il rostro; molto più raramente il fragmocono; del proostraco non si conoscono che frammenti.
L'aggruppamento sistematico del genere Belemnites non è ancora soddisfacente. Come tipi importanti di Belemniti si distinguono, fra gli altri: Hastites Meyer, con rostro a forma di caule senza solco all'apice e lateralmente con doppî solchi più o meno evidenti, del Lias, es. B. clavatus Schloth.; Passaloteuthis Lissaj, con rostro cauliforme a solco apicale nullo o corto ed acuto, del Lias, es. B. paxillosus Schloth.; Nannobelus Pavlow, con rostro acuto, corto o lungo, con o senza solco apicale, del Lias, es. B. acutus Miller; Megateuthis Bayle, con rostro svelto, grande, con 2-6 solchi alla punta, del Giurassico, es. B. giganteus Schloth.; Belemnopsis Bayle, con rostro più o meno svelto e solcato per tutta la sua lunghezza, del Dogger e del Cretacico inferiore, es. B. canaliculatus Schloth.; Hibolites Mayer-Eymar, con rostro lungo, svelto, più gonfio nella metà inferiore, con lungo solco ventrale e con due solchi dorso-laterali, del Dogger e del Malm, es. B. semisulcatus Mstr., ecc.
Oltre al ricco genere Belemnites, è da ricordare il genere Duvalia Bayle, del Titonico e del Cretacico inferiore, il cui rostro è appiattito, es. Duvalia dilatata Blainville del Neocomiano; e il genere Belemnitella d'Orbigny del Cretacico superiore, il cui rostro cilindrico, con scissura alla parte anteriore, è terminato posteriormente da una punta sovrapposta (mucrone), es. Belemnitella mucronata Schloth., del Senoniano superiore.
Del gruppo dei Belemnoteuthidae, ricordiamo il genere Belemnoteuthis Pearce, del Calloviano superiore d'Inghilterra e Württemberg, che è una piccola e tipica belemnoidea con dieci braccia identiche, che portano una doppia serie di uncini, con occhi grossi e con borsa del nero; e il genere Diploconus Zittel, del Titonico, il cui fragmocono arriva quasi sino all'estremità del rostro.
Bibl.: K. A. Zittel, Grundzüge der Paläontologie, I.