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BEDRIACO

di Arnaldo MOMIGLIANO - Margherita GUARDUCCI - Enciclopedia Italiana (1930)
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BEDRIACO (lat. Bedriacum con varianti)

Arnaldo MOMIGLIANO
Margherita GUARDUCCI

Località della Gallia transpadana, distante circa 20 miglia da Cremona, situata in un punto notevole, sulla via che da Cremona conduceva a Mantova e ad Ostiglia. Corrisponde, su per giù, all'odierna località di Calvatone.

Le battaglie di Bedriaco. - Due battaglie si svolsero nel 69 d. C., tra Bedriaco e Cremona: l'una fra gli eserciti di Otone e Vitellio, l'altra fra quelli di Vitellio stesso e di Vespasiano. La prima diede a Vitellio l'impero, la seconda glielo ritolse (aprile-ottobre). Si comprende che due battaglie abbiano potuto avvenire a breve distanza di tempo nel medesimo luogo per l'importanza che Cremona e Bedriaco avevano nella difesa della linea del Po e quindi dell'Italia contro invasioni dal Settentrione o dall'Oriente.

Dei due eserciti che Vitellio aveva mandati in Italia dalla regione renana (senza gli ausiliarî 70.000 uomini) quello comandato da Alieno Cecina, giunto prima, occupò tutto il territorio transpadano sino a Cremona dove fu raggiunto dall'altro esercito vitelliano di Fabio Valente. Le truppe di Otone che dovevano impedire ai Vitelliani di oltrepassare la linea del Po erano molto inferiori non solo nel numero (al massimo forse 35.000 uomini) ma anche nella qualità. Otone accrebbe ancora questa inferiorità con il suo piano di guerra. Le coorti urbane e una piccola parte dei pretoriani furono sprecate con l'inutile spedizione navale nella Gallia Narbonense, e un altro ingente numero di pretoriani restò ozioso vicino ad Otone nel quartier generale di Brescelto; il resto dell'esercito, eccetto il presidio di Piacenza, si accentrò a Bedriaco, alla sinistra del Po. Solo duemila gladiatori furono lasciati alla destra del Po di fronte a Cremona per impedire il passaggio del fiume ai vitelliani. Ma apparve tosto evidente che questi avrebbero potuto presto vincere quella debole resistenza e, passato il Po, tagliare il collegamento di Piacenza con il resto delle forze otoniane. La superiorità numerica dei vitelliani avrebbe quindi permesso un rapido accerchiamento degli avversarî e lasciato libera la strada per Roma. Otone sarebbe potuto uscire da questa situazione solo ritrasportando le sue truppe sulla riva destra; ma la manovra, estremamente pericolosa, non fu nemmerio tentata. Restava quindi solo da tentar di distaccare i vitelliani dal Po: e ciò volle fare Otone, che decise di dare battaglia senza aspettare i rinforzi dall'Illirco e dalla Mesia. L'attacco avvenuto a quattro miglia da Cremona si distese tra la via Postumia (che passava per Cremona e Bedriaco) e il Po. Partendo dalla via Postumia l'ordine di battaglia degli Otoniani fu il seguente: ausiliarî, legione I Adiutrix, vexilla delle legioni XIII e XIV, gladiatori che avevano varcato il fiume. Un certo numero di pretoriani combatté in luogo e in modo alquanto imprecisati. I vitelliani stavano di fronte in questa formazione: ausiliarî, legione XXI, legione V, coorti batave. L'attacco frontale otoniano, sferrato nella direzione della confluenza tra l'Adda e il Po, allora probabilmente assai più vicina a Cremona di ora, tendeva appunto a scalzare i vitelliani dal contatto con il fiume, ma fu respinto in ogni punto disastrosamente. Gli otoniani ritornarono in fuga a Bedriaco e Otone si uccise.

La seconda battaglia di Bedriaco fu combattuta da cinque legioni flaviane al comando di Antonio Primo contro cinque legioni, sette vexilla e molti ausiliarî vitelliani concentratisi in Cremona, dopo il tradimento del loro generale in capo Cecina. E precisamente la mancanza di un comandante supremo impedì ai vitelliani di organizzare una salda difesa. Dopo alcuni minori scontri diurni, che avvennero press'a poco nella medesima località della precedente battaglia, Antonio Primo accerchiò di notte gli accampamenti dei vitelliani, che stavano davanti a Cremona, e, presili d'assalto, procedette all'espugnazione della città che si dovette arrendere e fu messa a sacco. Anche questa volta la via di Roma fu, se non del tutto aperta, agevolata al vincitore.

Fonti: Per la prima battaglia, Tacito, Historiae, II, specialmente capp. XL-XLIV; Plutarco, Othon, 9-12; Svetonio, Otho, 9; Dione Cassio, LXIV, 10. Per la seconda, Tacito, Historiae, III, specialmente capp. XVIII-XXXV; Svetonio, Vitellius, 15; Dione Cassio, LXV, 11-12.

Bibl.: Trattano le due battaglie: Mommsen, in Hermes, V (1872), pp. 161 segg. (Gesammelte Schriften, IV, p. 354 segg.); Henderson, Civil War and Rebellion in the Roman Empire, Londra 1908; Dessau, Geschichte der römischen Kaiserzeit, II, i (1926), pp. 325 segg., 359 segg., Per la prima inoltre Gerstenecker, Der Krieg des Otho und Vitellius in Italien im J. 69, Monaco 1882; Valmaggi, Del luogo della così detta prima battaglia di Bedriaco, in Atti Accad. Scienze di Torino, XXXI (1896); Niccolini, La prima battaglia di Bedriaco e la foce dell'Adda, in Rendiconti Accademia dei Lincei, XV (1906); Hardy, in Journal of Philology, XXXI (1910), p. 123 segg. Per la seconda: Valmaggi, Sulla campagna flavio-vitelliana del 69, in Klio, IX (1909), pp. 252-53.

Vedi anche
Marco Antònio Primo Generale romano, originario di Tolosa. Nel 69 d.C. ebbe dall'imperatore Galba il comando della settima legione Galbiana; avversato da Vitellio, propugnò la candidatura di Vespasiano. Con l'intero esercito del Danubio scese in Italia, occupò Padova e Verona e sconfisse a Bedriaco le milizie di Vitellio. ... Otóne Imperatore romano (n. 32 - m. 69 d. C.), amico di Nerone e compagno delle sue dissolutezze; sposò Poppea; essendosi Nerone innamorato di lei, O. fu mandato come legato in Lusitania dove rimase fino alla morte dell'imperatore (68). Aderì subito a Galba nella speranza di essere da lui adottato, ma, non ... Vespasiano, Tito Flavio, imperatore Imperatore romano (n. presso Rieti 9 - m. Cutilie, Sabina, 79). Ricoperse le più alte cariche sotto Caligola e Claudio; alla morte di Nerone si trovava in Giudea, col compito di sottometterla. Fu acclamato imperatore dalle truppe e nel dicembre del 69 d. C. il Senato ratificò la sua elezione. Durante ... Dióne Cassio Cocceiano Storico greco di Roma (n. Nicea, Bitinia, prima del 163 - m. dopo il 229). Senatore e console, è autore di una grande Storia romana, conservata parzialmente. Storico non profondo ma coscienzioso, talvolta credulo nella magia e nei sogni, ebbe per modello Tucidide, sì da introdurre discorsi, solo in parte ...
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